Martedì 22 ottobre 2024

     

    XXIX settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 22 ottobre…

    1895 – Un treno SNCF entra nella stazione di Parigi Montparnasse senza frenare causando uno dei più spettacolari incidenti ferroviari della storia.

    1962 – Crisi dei missili di Cuba: il presidente John F. Kennedy ordina il blocco navale sull’isola

    1964 – Jean-Paul Sartre vince il Premio Nobel per la letteratura, ma lo rifiuta.

    1968 – L’Apollo 7 ammara nell’Oceano Atlantico dopo aver orbitato attorno alla Terra 163 volte.

    1978 – Inizia il pontificato di Papa Giovanni Paolo II.

     

    Aforisma la sapienza dei Chassidim

    “Occorre dimenticarsi di sé stessi e avere in mente il mondo!”.

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, donaci di orientare sempre a te la nostra volontà e di servirti con cuore sincero. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nato nel 1920 a Wadovice, in Polonia, è il 1° papa slavo e il 1° non italiano da Adriano VI. Nel discorso di inizio ha ribadito di voler portare avanti il Concilio Vaticano II. Il 13-5-1981, in P.za S. Pietro, è ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti.

    Molto importanti le encicliche come la “Redemptor hominis”, la “Dives in misericordia”, la “Laborem exercens”, la “Veritatis splendor” e l'”Evangelium vitae”. Dialogo inter-religioso ed ecumenico, difesa della pace e dignità dell’uomo sono impegni quotidiani del suo ministero.

    Numerosi i viaggi nei 5 continenti con liturgie imponenti, grandi messaggi, gesti indimenticabili: l’incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiera al Muro del pianto di Gerusalemme. Muore il 2-4-2005. Papa Benedetto XVI lo ha beatificato l’1-5-2011 e Papa Francesco lo ha canonizzato il 27 aprile 2014.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 12,35-38

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.

    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

     

    Riflessione Seneca, de brevitate vitae, I secolo d.C.

    Mi stupisco sempre quando vedo alcuni chiedere tempo e quelli a cui è chiesto, così accondiscendenti; l’uno e l’altro guardano al motivo per il quale il tempo viene richiesto, ma nessuno dei due alla sua essenza: lo si chiede come se fosse niente, come se fosse niente lo si concede.

    Si gioca con la cosa più preziosa di tutte; il tempo invece li inganna, poiché è qualcosa di incorporeo, perché non cade sotto gli occhi, e pertanto è considerato cosa di poco conto, anzi non ha quasi nessun prezzo. Gli uomini accettano assegni annui e donativi come cose di caro prezzo e in essi ripongono le loro fatiche, il loro lavoro e la loro scrupolosa attenzione: nessuno considera il tempo: ne fanno un uso troppo sconsiderato, come se esso fosse un bene gratuito.

    Ma guarda costoro quando sono ammalati, se il pericolo della morte incombe molto da vicino, avvinghiati alle ginocchia dei medici, se temono la pena capitale, pronti a sborsare tutti i loro averi pur di vivere: quanta contraddizione si trova in essi. Che se si potesse in qualche modo mettere davanti a ciascuno il numero di anni passati di ognuno, così come quelli futuri, come trepiderebbero coloro che ne vedessero restare pochi, come ne risparmierebbero! Eppure è facile gestire ciò che è sicuro, per quanto esiguo; si deve invece curare con maggior solerzia ciò che non sai quando finirà.

    E non v’è motivo che tu creda che essi non sappiano che cosa preziosa sia: sono soliti dire, a coloro che amano più intensamente, di essere pronti a dare parte dei loro anni. Li danno e non capiscono: cioè li danno in modo da sottrarli a sé stessi senza peraltro incrementare quelli.

    Ma non si accorgono proprio di toglierli; perciò per essi è sopportabile la perdita di un danno nascosto. Nessuno ti restituirà gli anni perduti, nessuno ti renderà di nuovo a te stesso; la vita andrà per dove ha avuto principio e non muterà né arresterà il suo corso; non farà rumore, non lascerà nessuna traccia della propria velocità: scorrerà silenziosamente; non si estenderà oltre, né per ordine di re, né per favore di popolo: correrà così come ha avuto inizio dal primo giorno, non cambierà mai traiettoria, mai si attarderà. Cosa accadrà? Tu sei tutto preso, la vita si affretta: nel frattempo si avvicinerà la morte, per la quale, volente o nolente, bisogna avere tempo.    

     

    Intenzione di preghiera della settimana

    Per le missioni cattoliche nel mondo e per i missionari sacerdoti, religiosi/e e laici, perché la nostra preghiera e solidarietà li sostenga e aiuti.

     

    Don’t Forget! Figure illustri del Clero di Bergamo

    Don Giuseppe Ronchetti 1752-1838

    Don Giuseppe Ronchetti (Bergamo, 3 aprile 1752 – Nembro, 21 febbraio 1838) è stato un letterato, storico e religioso italiano. Nato a Bergamo il 3 aprile 1752 da famiglia originaria di Treviglio, paese della bassa bergamasca. La sua attività ecclesiastica lo vide sacrista del duomo di Bergamo mentre era primicerio Mario Lupo e segretario del vescovo Giovanni Paolo Dolfin, ultimo vescovo veneziano della città.

    Fu poi mandato come parroco nella comunità di Boltiere e quindi arciprete a Nembro dove continuò a rimanere aiutante del vescovo di Bergamo che seguì spesso, andando anche come suo segretario al Concilio di Parigi del 1811 e lasciando anche per lungo tempo la chiesa di Nembro (per il Concilio si assentò 4 mesi). Morì a Nembro, rinunciando ripetutamente di diventare vescovo di Ceneda (poi diocesi di Vittorio Veneto).

    Fu amico e allievo dello storico Mario Lupo. Nel 1789 il Ronchetti pubblicò il secondo volume del Codice Diplomatico di Mario Lupo, poiché egli era malato, in cui fu aggiunto «Opus postumum editum ac monumentis et commentariis auctum a presbitero I. Ronchetti». Per la sua grande opera Memorie Istoriche, pubblicata in sei tomi nel 1805 e 1819, si avvalse dell’aiuto di Camillo Agliardi canonico della chiesa di S. Alessandro di Bergamo.

    La sua ricerca storica è la narrazione dal principio del V secolo fino al 1428 quando la città passò sotto la dominazione veneziana. Rocchetti si cimentò anche nella scrittura di odi e piccoli poemi. Fu premiato anche per la sua arte oratoria e la sua capacità di giurista. Per queste sue qualità fu onorato del titolo di dottore di S. Carlo. Le sue lettere e i suoi scritti sono conservati negli archivi della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo. I comuni di Nembro, Bergamo e Boltiere gli hanno dedicato una via.

     

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