Martedì 26 novembre 2024

     

    XXXIV settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 26 novembre…

    43 a.C. – Secondo triumvirato fra Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido

    1778 – Il capitano James Cook scopre Maui.

    1917 – Si conclude la 1.a battaglia del Piave con la vittoria degli italiani contro gli austro-tedeschi

    1950 – Truppe della Repubblica Popolare Cinese entrano in Corea del Nord e lanciano un massiccio contrattacco contro le forze della Corea del Sud e degli Stati Uniti d’America.

    2003 – Viene effettuato l’ultimo volo del Concorde.

     

    Aforisma di Gilbert K. Chesterton

    “Beato colui che non si aspetta nulla, perché possiederà le città e le montagne; beato il mite, perché erediterà la terra.”

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto ricapitolare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Giacomo Alberione nacque il 4-4-1884 a S. Lorenzo di Fossano (Cuneo), da povera e laboriosa famiglia di contadini. Entrò nel seminario di Bra, ma dopo 4 anni una crisi lo fece lasciare. Nel 1900 tornò ad indossare l’abito del seminarista, questa volta nel collegio di Alba.

    Nella notte che segnava il passaggio al nuovo secolo, mentre pregava, percepì con chiarezza la sua missione: vivere e dare al mondo Gesù Cristo via verità e vita, usando, a tal fine, tutti i mezzi più efficaci che il progresso offre per la comunicazione. Per questo fondò la Famiglia Paolina, composta da 5 Congregazioni religiose, 4 Istituti di consacrati secolari e un’Associazione di laici.

    La morte lo colse a Roma, a 87 anni, il 26-11-1971, dopo aver ricevuto la visita di Paolo VI. Il 26-6-‘96 Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Venerabile e il 27-4-2003 lo ha proclamato Beato. La sua tomba è a Roma nella Basilica di S. Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 21,5-11

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

    Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.

    Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

     

    Riflessione di Cormac McCarthy: da “Non è un paese per vecchi”      

    Quando uscivi dalla porta del retro di casa, da un lato trovavi un abbeveratoio di pietra in mezzo alle erbacce. C’era un tubo zincato che scendeva dal tetto e l’abbeveratoio era quasi sempre pieno, e mi ricordo che una volta mi fermai lì, mi accovacciai, lo guardai e mi misi a pensare. Non so da quanto tempo stava lì. Cento anni. Duecento. Sulla pietra si vedevano le tracce dello scalpello. Era scavato nella pietra dura, lungo quasi due metri, largo suppergiù mezzo e profondo altrettanto.

    Scavato nella pietra a colpi di scalpello. E mi misi a pensare all’uomo che l’aveva fabbricato. Quel paese non aveva avuto periodi di pace particolarmente lunghi, a quanto ne sapevo. Dopo di allora ho letto un po’ di libri di storia e mi sa che di periodi di pace non ne ha avuto proprio nessuno. Ma quell’uomo si è messo lì con una mazza ed uno scalpello e aveva scavato un abbeveratoio di pietra, che sarebbe potuto durare 10.000 anni. E perché? in che cosa credeva questo tizio? Di certo non credeva che non sarebbe cambiato nulla.

    Uno potrebbe pensare anche a questo. Ma, secondo me, non poteva essere così ingenuo. Ci ho riflettuto tanto. Ci riflettei anche dopo essermene andato da lì quando la casa era ridotta a un mucchio di macerie. E ve lo dico, secondo me quell’abbeveratoio è ancora lì. Ci voleva ben altro per spostarlo, ve lo assicuro. E allora penso a quel tizio seduto lì con la mazza e lo scalpello, magari un paio d’ore dopo cena, non lo so.

    E devo dire che l’unica cosa che mi viene da pensare è che quello aveva una specie di promessa dentro il cuore. E io non ho certo intenzione di mettermi a scavare un abbeveratoio di pietra. Ma mi piacerebbe essere capace di fare quel tipo di promessa. È la cosa che mi piacerebbe fare più di tutte.

     

    Intenzione di preghiera per la settimana

    Per i cristiani che vivono in terre dilaniate dalla guerra e sono vittime di violenza e di odio: la fede in Gesù Re dell’universo li sostenga nella lotta per la libertà e la dignità umana e cristiana.

     

    Don’t Forget! Figure illustri del clero bergamasco

    Monsignor ALBERTO BELLINI

    TEOLOGO, 1919-2012

    Monsignor Bellini nasce a Viadanica il 24-10-1919. Ordinato sacerdote il 26-6-1945, è inviato a Roma per perfezionare gli studi teologici, ma dopo due anni deve tornare in diocesi a causa degli eventi bellici. Si laurea poi in Filosofia alla Cattolica di Milano con una tesi sul teologo protestante Karl Barth.

    Inizia subito l’impegno dell’insegnamento nel Seminario minore di Clusone (1945-47), quindi vicerettore del Collegio di Romano (1947-50), docente in Seminario di Teologia fondamentale, in particolare Cristologia ed Ecclesiologia (1950-99), preside della Scuola serale di Teologia (1979-86) e per alcuni anni, fra gli anni Ottanta-Novanta, docente all’Istituto superiore di Scienze religiose. La sua docenza inizia perciò prima del Vaticano II (1962-65), evento che vive in profondità come prete, come perito e come studioso e che lo spinge convintamente ad abbracciare subito il necessario aggiornamento teologico.

    Poi gli anni in cui è nominato consultore del Segretariato per l’unità dei cristiani, costituito da Papa Giovanni, dove conosce il cardinale tedesco Agostino Bea, presidente del nuovo organismo, e il suo vice, il futuro cardinale olandese Johannes Willebrands. Monsignor Colombo, teologo di fiducia di Papa Paolo VI già quando era arcivescovo di Milano, lo chiama a insegnare Teologia protestante alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano (1975-99). Mons. Bellini è stato anche assistente diocesano della Fuci ossia la Federazione universitari cattolici italiani (1964-69).

    Muore a 97 anni sabato 24-11-2012 nell’Istituto Piccinelli di Scanzorosciate e i funerali sono celebrati il lunedì seguente nella Chiesa ipogea di quel Seminario in cui ha abitato per 62 anni e sulla sua immaginetta ricordo era impressa la frase del libro della Sapienza che riassume in modo mirabile tutta la sua vita: «La sapienza è un tesoro inesauribile, chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio».

     

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