Giovedì 30 gennaio 2025

     

    III Settimana Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 30 gennaio…

    1820 – Edward Bransfield scopre l’Antartide.

    1948 – Gandhi viene ucciso da un estremista indù.

    1968 – In Vietnam inizia l’offensiva del Têt.

    1972 – Bloody Sunday: parà britannici uccidono 13 dimostranti nordirlandesi in una manifestazione

    2020 – L’OMS dichiara il COVID-19 un pericolo mondiale

     

    Aforisma dal libro del Siracide

    “L’acqua spegne un fuoco acceso, l’elemosina espia i peccati. Chi ricambia il bene provvede al futuro, al momento della sua caduta troverà un sostegno.”

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, guida le nostre azioni secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Il suo invito costante era «catechismo, catechismo!». E la sua opera si svolse tra i più umili, anticipando la messe ottocentesca di santi sociali piemontesi. Il beato Sebastiano Valfrè, nato a Verduno, comune di Alba, nel 1629, si trasferì a Torino per studiare filosofia. Entrò nella congregazione Oratoriana di S. Filippo Neri (i Filippini) nel 1651.

    Ebbe da Dio il dono del discernimento degli spiriti e non mancò di aiutare ebrei e valdesi, ma anche di provocare la conversione dei peccatori lontani da Dio e dalla Chiesa.  Ospedali, congregazioni, monasteri furono oggetto delle sue curee a tutti e in ogni luogo portava la pace.

    Appoggiato dai Savoia (che lo volevano arcivescovo di Torino, ma lui rifiutò decisamente), si prodigò per i più deboli, negli ospedali, nelle carceri e tra i soldati. Durante l’assedio francese di Torino nel 1706 soccorse i feriti, tra i quali Pietro Micca, di cui fu confessore. Morì nel 1710 ed è beato dal 1834.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 4,21-25

    In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce.

    Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

     

    Riflessione Di A. Gnocchi e M. Palmaro

    II primo abuso in ambito liturgico, il più diffuso, è consistito e consiste nella inesorabile riduzione delle chiese a luoghi profani. Luoghi nei quali si entra e si esce come da un centro commerciale, senza genuflessione e senza saluto al S. Sacramento, che del resto in moltissime chiese è relegato in posizioni misteriose ed introvabili, quando non addirittura fatto accomodare in locali attigui al tempio. I protagonisti di questa secolarizzazione delle chiese sono gli architetti e chi li ha incaricati, che hanno realizzato mostruosi edifici, i quali nulla hanno di sacro e spiccano anzi per la loro oggettiva bruttezza. 

    La conseguenza di questa autentica profanazione è che le chiese sono diventate luoghi importanti solo quando vi si riunisce l’assemblea e inizia quella che menti teologiche raffinate definiscono “l’azione liturgica”. Fino a un secondo prima della Messa, la folla discorre amabilmente, si guarda in giro per vedere chi ci sia, controlla già impaziente l’orologio. Gli inginocchiatoi, per una preghiera di preparazione alla Messa, restano desolatamente vuoti, sempre che ancora siano presenti.

    Del resto, non è raro che lo stesso sacerdote giunga trafelato in sacrestia all’ultimo minuto, indossando in fretta e furia casule di nylon su camicioni dotati di praticissime cerniere lampo. Finita la Messa, in chiesa si scatena la bagarre, come all’uscita da San Siro a fine partita: la gente per lo più si da a una fuga precipitosa, altri si salutano calorosamente e ad alta voce si raccontano le ultime novità. Insomma, si “da corpo a una comunità viva”. Il ringraziamento nel raccoglimento e nel silenzio? Roba preconciliare. 

    Nel tabernacolo, Nostro Signore presente nel Santissimo Sacramento, del tutto ignorato, assiste solo e silenzioso alla volgarizzazione della sua casa.  Nella quale non mancheranno, ovviamente, applausi ai funerali, discorsi dal pulpito di sindaci atei per commemorare il defunto, concerti e conferenze, senza nemmeno preoccuparsi di lasciare vuoto il tabernacolo.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché ci sia maggior rispetto per le chiese e soprattutto per le celebrazioni liturgiche.

     

    Don’t Forget!

    MARTEDÌ 28 GENNAIO LOS ANGELES, CALIFORNIA, STATI UNITI

    Una zona di Pacific Palisades dopo gli incendi
    AP PHOTO / JAE C. HONG

     

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