Alla fine della Messa domenicale escono di chiesa per ultimi e ricevono una piccola mancia, giusto per un panino e una bibita…l’iniziativa ha fatto lievitare il numero dei partecipanti cattolici, per lo più africani, dai 3 o 4 degli inizi ai 30 o 40 attuali. Fra di loro non manca chi non è d’accordo: “In chiesa si va per fede, non per soldi…” dicono in tono di rimprovero, rifiutando la mancia. I fedeli italiani ironizzano: “Anch’io andrei in Chiesa per la mancia…”. “Ne sono convinto –rispondo- ma solo se per te la moltiplico per dieci”.
La cosa curiosa è che i critici hanno ragione: non è certo così che si educa alla fede e le mance hanno tutta l’aria di non rispettare la dignità personale. E allora, come la mettiamo? E’ che per una volta, una sola volta alla settimana, vorrei fare un piacere non a questi giovani, ma a Dio: sapendo quanto egli desideri vedere i suoi figli più poveri, sono disposto a tutto pur di portarglieli in casa. E credo di fare un piacere anche ai nostri bravi fedeli, perché non temano di guardare in faccia e di stringere la mano a questi ragazzi che non possiedono niente, ma conoscono la strada più diretta per il Regno dei cieli.
– don Davide –
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