3a settimana di Avvento
fotografia di Paolo Baraldi
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera all’inizio della giornata)
“Ti benedico, Padre, all’inizio di un nuovo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e azioni: fa’ che siano secondo la tua volontà. Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà, e da ogni male. Rendimi attento alle esigenze degli altri. Proteggi col tuo amore la mia famiglia. Amen”
ADELAIDE IMPERATRICE
Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna e da Berta, figlia del duca di Svevia, a sei anni rimane orfana di padre e a 16 sposa Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo tre anni, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli. Nel 962 il papa la incorona con suo marito Ottone I alla cui morte esercita la tutela del minorenne nipote, reggendo l’impero. Attenta agli ultimi e indigenti, Adelaide è in stretti rapporti con Cluny. Costruisce chiese e monasteri e in quello da lei fondato a Strasburgo, si ritira fino alla morte (999)
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 7,19-23)
Giovanni Battista dal carcere mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, gli dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».
Riflessione del Giorno (Card. J. Ratzinger)
“Un Gesù che sia d’accordo con tutto e tutti, un Gesù senza la sua ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con il vangelo. Il vero perdono è del tutto diverso da un debole “lasciar correre”: è esigente e chiede a chi lo riceve e a chi lo dona, una presa di posizione che concerne l’intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, ed effettivamente la croce è sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come brutta avventura o affare solo politico. La croce come espiazione, la croce come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno. Solo quando si vede il nesso fra verità e amore, la croce diviene comprensibile nella sua profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità ed esige la croce del Figlio e la nostra conversione; il perdono è restaurazione della verità, rinnovamento dell’essere, superamento della menzogna. Per sua essenza il peccato è sempre un abbandono della verità dell’essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i ragazzi dell’Assoc. Don Milani di Sorisole
Don’t forget! …Ricorda
16-12-1958: muore don Giovanni Regazzi, prete del Patronato
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