mercoledì 16 dicembre ’15

    3a settimana di Avvento

     

    fotografia di Paolo Baraldi

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera all’inizio della giornata)

    Ti benedico, Padre, all’inizio di un nuovo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e azioni: fa’ che siano secondo la tua volontà. Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà, e da ogni male. Rendimi attento alle esigenze degli altri. Proteggi col tuo amore la mia famiglia. Amen”

     

    ADELAIDE IMPERATRICE

    Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna e da Berta, figlia del duca di Svevia, a sei anni rimane orfana di padre e a 16 sposa Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo tre anni, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli. Nel 962 il papa la incorona con suo marito Ottone I alla cui morte esercita la tutela del minorenne nipote, reggendo l’impero. Attenta agli ultimi e indigenti, Adelaide è in stretti rapporti con Cluny. Costruisce chiese e monasteri e in quello da lei fondato a Strasburgo, si ritira fino alla morte (999)

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 7,19-23)

    Giovanni Battista dal carcere mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, gli dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.  Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».

     

    Riflessione del Giorno (Card. J. Ratzinger)

    “Un Gesù che sia d’accordo con tutto e tutti, un Gesù senza la sua ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con il vangelo. Il vero perdono è del tutto diverso da un debole “lasciar correre”: è esigente e chiede a chi lo riceve e a chi lo dona, una presa di posizione che concerne l’intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, ed effettivamente la croce è sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come brutta avventura o affare solo politico. La croce come espiazione, la croce come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno. Solo quando si vede il nesso fra verità e amore, la croce diviene comprensibile nella sua profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità ed esige la croce del Figlio e la nostra conversione; il perdono è restaurazione della verità, rinnovamento dell’essere, superamento della menzogna. Per sua essenza il peccato è sempre un abbandono della verità dell’essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i ragazzi dell’Assoc. Don Milani di Sorisole  

     

    Don’t forget! …Ricorda

    16-12-1958: muore don Giovanni Regazzi, prete del Patronato

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