Da qualche settimana sono in atto i lavori di ristrutturazione della portineria, non più adeguata al flusso delle migliaia di persone che ogni giorno entrano ed escono, così che il traffico pedonale e automobilistico provvisoriamente è stato convogliato attraverso due passaggi secondari. Ai portinai è stato raccomandato di assolvere il loro compito con scrupolo e così hanno fatto, ma non è mancato chi ha interpretato l’invito in modo –diciamo così- creativo. Seduto sulla sedia, al riparo dal sole il portinaio controlla chi entra ed esce: se lo straniero è conosciuto, basta un’occhiata veloce e un rapido saluto; se è sconosciuto, col piglio di chi difende il sacro suolo (“No pasaràn!”) eccolo iniziare un interrogatorio serrato che spesso degenera in diverbio. Ma se lo straniero è una lei, lui si preoccupa anzitutto di “scannerizzarla” con un impegno diverso secondo l’età e l’aspetto. Se chi entra è nuovo e chiede informazioni, lui risponde, spiega, indica…con cortesia, ma non si smuove di un metro: “Lei capisce…sono obbligato a presidiare l’entrata”. Ma se a entrare è una lei giovane e piacevole, chissà perché il rigoroso presidio non è più necessario e lui dichiara piena disponibilità ad accompagnarla dove vuole. Insomma, chi ha detto che la cavalleria è morta?
– don Davide –
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