martedì 23 luglio ’19

    XVI Settimana del tempo ordinario

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Gabriele Muenter

     

     

    Proverbio del giorno

    «La bugia più astuta dura solo una settimana (Giappone)»

     

    Iniziamo la giornata Pregando (preghiera)

    Signore, tu hai dato a tutti gli uomini diritti e dignità; non hai evitato le cose scomode; non hai respinto quelli che prendono di più di quello che danno. Tu incoraggi gli inquieti e rendi capaci di essere liberi. Aiutaci oggi a trattare tutti come tu tratti noi; facci vivere e donare la tua gioia e libertà. Amen.

     

    Brigida di Svezia

    Compatrona d’Europa, venerata per le sue «Rivelazioni», nacque nel 1303 nel castello di Finsta (Svezia), dove visse con i genitori fino a 12 anni. Sposò Ulf, governatore dell’Östergötland, dal quale ebbe otto figli. Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico, perciò nel 1349 lasciò la Svezia per recarsi a Roma e ottenere un anno giubilare e l’approvazione per il suo ordine. Rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta nel 1373.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Giovanni 15,1-8.

    Disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

     

    La riflessione del giorno (Nuovi Frammenti)

    Tre giovani avevano compiuto i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che avessero trovato. Il primo partì alla ricerca di una gemma inestimabile e dopo aver percorso mari e deserti, scalato monti e visitato città, fece ritorno dopo aver trovato la più splendida gemma mai vista. Il secondo tornò tenendo per mano una ragazza dolce ed attraente. “Ti assicuro che non c’è nulla di più prezioso di due persone che si amano” disse. E aspettarono il terzo amico. Ma passarono molti anni: lui era partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più famosi maestri di spiritualità, ma non aveva trovato Dio. Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio. Aveva rinunciato a tutto, ma Dio non l’aveva trovato, finché stremato per il tanto girovagare, riposò in un prato presso un lago. Un’anatra tra i canneti cercava i piccoli che s’erano allontanati: i pulcini erano numerosi e vivaci e l’anatra nuotando senza posa tra le canne, li cercò finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l’ultimo dei suoi nati. Allora l’uomo si alzò e fece ritorno al paese. Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l’altro la ragazza, poi gli chiesero: “E tu, che hai trovato di tanto prezioso?”. “Ho cercato Dio” rispose il giovane. “E lo hai trovato? E’ per questo che hai impiegato così tanto tempo?” chiesero i due. “Sì, l’ho trovato e se ho impiegato tanto tempo era perché commettevo l’errore di andare a cercare Dio, mentre in realtà, era Lui che stava cercando me…”

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché impariamo a fare bene il possibile, affinché Dio faccia in noi l’impossibile.

     

    Don’t Forget! – 274° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

    GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto il GRECHETTO: L’ENTRATA DEGLI ANIMALI NELL’ARCA DI NOÉ 1630 circa - olio su tela - cm. 170 x 238 - Genova, Palazzo Rosso

    GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto il GRECHETTO: L’ENTRATA DEGLI ANIMALI NELL’ARCA DI NOÉ 1630 circa – olio su tela – cm. 170 x 238 – Genova, Palazzo Rosso

     

    Gli animali furono i grandi protagonisti dell’arte di Giovanni Benedetto Castiglione detto Grechetto (Genova 1609 – Mantova 1664), uno dei pittori più rappresentativi e originali del Seicento genovese, amante dei soggetti tratti dalla natura e, appunto, dal mondo degli animali. Questo dipinto, l’Entrata degli animali dell’arca di Noè dimostra la qualità della sua arte: imparando da Sinibaldo Scorza, primo pittore genovese a interessarsi ai soggetti naturali in modo sistematico e dal pittore fiammingo Frans Snyders, specializzato sugli stessi temi, il Grechetto riuscì a sviluppare elevatissime, quasi incredibili capacità nella raffigurazione degli animali: sono probabilmente i più realistici che si possono trovare nei dipinti del Seicento.

    Questo dipinto offre un importante saggio di questa sua abilità. In primissimo piano, sotto lo sguardo attento di un servo, vediamo coppie di animali che si apprestano a entrare nell’arca di Noè (Noè è l’anziano in piedi in secondo piano che indica la direzione: la sua figura si staglia sullo sfondo, vicina all’arca): ci sono cervi, mucche, cani, capre, gatti, conigli, galline. Tutti animali che Giovanni Benedetto Castiglione poteva osservare dal vero. Le sue pennellate sottili e incisive hanno i caratteri inquieti di un pittore in ricerca di nuove soluzioni spaziali e formali. Difficile oggi definire con precisione quali opere della sua produzione appartengano a lui e quali al fratello Salvatore e al figlio Francesco: occorre pensare ai lavori di questo straordinario pittore come a una produzione di bottega dove ognuno dei tre arricchiva gli altri di nuovi stimoli e risoluzioni stilistiche. Il Grechetto fu anche uno stimato incisore, specializzato nella tecnica dell’acquaforte e inventore della tecnica del monotipo: probabilmente le sue stampe influenzarono anche l’opera di Rembrandt.

     

     

     

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