frammenti di vita del Patronato

    Capelli rasta, coi piccoli occhi sorridenti dietro le spesse lenti da miope, è africano, ma pare uscito direttamente da un disco di Bob Marley di cui porta con orgoglio il nomignolo. Abita dappertutto e da nessuna parte e dorme dove capita: il suo povero mondo è fatto di pacchetti e borse che porta con sé sulla bicicletta da cui non si separa mai e che a volte nasconde con tale cura, da non riuscire più a trovarla. In chiesa rimane in fondo, ma non fa mancare la preghiera in un misto di italiano e inglese che tutti faticano a capire, meno Dio. A cena salta la fila col pretesto di un certificato medico che nessuno ha mai visto. Giorni fa a Milano si era imbarcato con armi (bici) e bagagli sul treno: la guardia, dopo il controllo, l’aveva invitato a scendere non dandogli il modo di raccogliere dal sedile lo zainetto coi documenti. Nel nostro mondo, senza carte non si è nessuno, ma ciò sembra non valere per Bob che ieri è arrivato a cena esibendo un cappello tipo mago Merlino, ha saltato la fila (lui ha il certificato!) e si è messo a mangiare. Poi è uscito, ha appoggiato la bici all’albero e, disteso sul ramo più basso, si è addormentato. Se non è libertà questa…

     

    – don Davide –

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