Giovedì 11 aprile 2024

     

    2.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 11 aprile…

    1079 – Il re polacco Boleslao II fa assassinare San Stanislao, vescovo di Cracovia

    1775 – In Germania avviene l’ultima esecuzione capitale per il reato di stregoneria.

    1814 – Napoleone Bonaparte ripara all’isola d’Elba.

    1945 – Forze statunitensi liberano il campo di concentramento di Buchenwald.

    1963 – Papa Giovanni XXIII pubblica l’enciclica Pacem in Terris sulla pace fra tutte le genti

    1970 – Viene lanciato l’Apollo 13

     

    Aforisma dal libro dei Proverbi

    Il povero è odioso anche al suo amico, numerosi sono gli amici del ricco.

     

    Preghiera di S. Benedetto

    «Padre buono, ti prego, dammi un’intelligenza che ti comprenda, un animo che ti gusti, una pensosità che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, uno spirito che ti conosca, un cuore che ti ami, un pensiero che sia rivolto a te, degli occhi che ti guardino, una parola che ti piaccia, una pazienza che ti segua, una perseveranza che ti aspetti. Dammi, ti prego, la tua santa presenza, la resurrezione, la ricompensa e la vita eterna. Amen».

     

    Santo del giorno

    S. Stanislao nacque a Cracovia da nobili e pii genitori e si recò per gli studi a Parigi. Rimasto orfano per l’improvvisa morte dei genitori, distribuì il patrimonio ai poveri e si dedicò allo studio delle scienze sacre e venne ordinato sacerdote.

    Per la sua modestia e il suo spirito di servizio alla Chiesa fu eletto ad occupare la sede vescovile vacante di Cracovia. Governava allora in Polonia il re Boleslao II che al principio del suo governo si era dimostrato giusto e forte, ma poi aveva tenuto comportamenti scandalosi.

    Non potendo tollerare tanta rovina di anime, aveva parlato, esortato, pregato, ma sempre invano, poiché il principe dapprima accusò il Vescovo con calunnie, poi decise di toglierlo di mezzo: trovato il Vescovo all’altare, lo trafisse, e fece a pezzi il suo corpo con l’intenzione di gettarlo ai cani.

    Ma un prodigioso intervento divino difese il corpo a cui fu data onorata sepoltura. Era il 7 maggio 1075. Dio onorò sempre con i miracoli il suo sepolcro, tanto che Papa Innocenzo IV l’innalzò all’onore degli altari.

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo Gesù disse: “Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza.

    Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”.

     

    Riflessione le 8 malattie dell’anima di Evagrio Pontico

    I Padri del deserto conoscono e parlano molto delle malattie dell’anima, delle patologie spirituali. Secondo Evagrio Pontico (345-399) ad es. i pensieri incontrollati sono all’origine di alcune malattie dell’anima: egli ha identificato 8 malattie noopsichiche, di origine spirituale, da lui così classificate

    1) le avidità di ogni sorta,

    2) il rapporto patologico col sesso,

    3) il rapporto patologico col denaro,

    4) la tristezza,

    5) l’aggressività,

    6) l’accidia (male dell’anima che si esprime nella noia, nella pigrizia),

    7) la vanità e

    8) l’orgoglio.

    Queste 8 malattie hanno una patologia fontale: il narcisismo, che i Padri chiamano “filautia”, eccessivo amor proprio. La lista è passata anche in Occidente dove fu modificata da Gregorio Magno che sostituì “acedia” con “invidia” e lasciò fuori lista la “superbia”, costruendo un elenco di 7 peccati o malattie dell’anima (vanagloria, invidia, ira, tristezza, avarizia, gola, lussuria) che si diffuse in ambito cattolico nella forma a tutti nota dei sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia.

    È interessante notare che alla diagnosi delle patologie, Evagrio fa seguire anche la terapia: nella sua opera detta “Antirrhetikós” (Controversie) raccoglie testi biblici per fronteggiare e controbattere gli 8 pensieri malvagi che avvelenano l’animo e turbano la mente togliendo la pace del cuore. In questo caso, il “malato” è chiamato a essere anche “medico di sé stesso”. Così come è interessante constatare che la traduzione spirituale dell’idea di salute è la santità: in altre parole il cammino verso la santità è anche cammino di acquisizione della sanità spirituale.

    Presso i Padri greci infatti, l’ideale della “apatheía” indica non solo né tanto l’impassibilità, quanto l’assenza di patologie. Queste patologie sono state intraviste nella tradizione patristica in una serie di ambiti relazionali che possono essere stravolti con atteggiamenti di egocentrismo, consumo, abuso. Ma l’idea di fondo che sorregge il confronto dei Padri con la malattia è espressa da quell’adagio della letteratura patristica che dice che Cristo «ha assunto tutto perché tutto fosse guarito». Questa è la convinzione di fede che consente di affrontare la dura prova della malattia e di guarire in tutti i sensi.

     

    Intenzione di preghiera

    Per le giovani generazioni tentate di indifferenza religiosa o di apostasia, perché si rivolgano a Colui che Dio ha mandato.

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    S. Giulia Billard Fondatrice

    1751-1816

    Nacque il 12-7-1751 da famiglia agiata a Cuvilly (Francia); 16 anni dopo, la miseria colpì la famiglia e Giulia fu costretta a lavorare anche con lavori manuali pesanti. A 22 anni, fu colpita da paralisi alle gambe, ma anche in quelle condizioni, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e all’insegnamento del catechismo ai bambini.

    Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere sacerdoti restii alle nuove norme civili, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede che la convinse a fondare un’organizzazione dedita all’educazione cristiana delle fanciulle. Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle gambe.

    Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole in Francia e Belgio, finché nel 1809 il vescovo di Amiens, dando credito a voci calunniose su di lei, ordinò che lasciasse la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì e si istallarono a Namur in Belgio, sotto la protezione del locale vescovo; nel frattempo cambiarono il nome in “Suore di Nostra Signora di Namur”.

    Pur essendo d’istruzione limitata, diffuse le fondazioni in Belgio, formando anche schiere di maestre. Fervente devota al S. Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l’8-4-1816. Beatificata da S. Pio X il 13 maggio 1906, è stata canonizzata il 22-6-1969 da papa Paolo VI.

     

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