giovedì 24 novembre ’16

    XXXIV Settimana tempo Ordinario

     

     

    Iniziamo la giornata Pregando (So che sei qui)

    So che sei qui in questo istante, so che sei qui dentro di me, abiti qui in questo niente e io lo so che vivi in me. Che mai dirò al mio Signore, che mai dirò? Tutto tu sai, ti ascolterò nel mio silenzio e aspetterò che parli tu. E mi dirai cose mai udite, mi parlerai del Padre, mi colmerai d’amore e scoprirò chi sei. Io sento in me la tua pace, la gioia che tu solo dai, attorno a me io sento il cielo, un mondo di felicità.  Mio Dio sei qui, quale mistero, Verbo di Dio e umanità.  Non conta più lo spazio e il tempo è scesa qui l’eternità. Cosa sarà il Paradiso, cosa sarà la vita, sarai con noi per sempre, tu tutto in noi, noi in te”.

     

    SS MARTIRI VIETNAMITI (S. ANDREA DUNG LAC E 116 COMPAGNI)

    Il cristianesimo giunse in Vietnam nel secolo XVI, ma fu osteggiato dai regnanti locali: tra i secoli XVII e XIX, si susseguirono 50 editti anticristiani, con uccisione di 130 mila fedeli. Sotto il re Tu-Duc (1847-1883) i missionari erano braccati e uccisi; ai catechisti vietnamiti veniva impresso a fuoco sul volto: «Falsa religione». I fedeli salvavano la vita solo se calpestavano la croce; altrimenti subivano supplizi di ogni genere. I nuclei familiari cristiani erano smembrati e deportati in regioni diverse. Nel 1988 i martiri vietnamiti sono stati canonizzati da Giovanni Paolo II: sono: 8 vescovi, 50 preti, 59 laici. Il martire Paolo Le-Bao-Tinh lasciò scritto: «In mezzo a tormenti, che di solito piegano e spezzano gli altri, per la grazia di Dio sono pieno di gioia e letizia perché non sono solo, ma Cristo è con me».

                                                                                                                                                

    La Parola di Dio del giorno Lc 21,20-28

    “Gesù disse ai discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

     

    La riflessione del giorno (I padri del deserto)

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    Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento. E l’eremita, esortato che l’ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?». «No», rispose l’altro: «la ricucio e torno ad indossarla». «Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i malati di Parkinson e le loro famiglie

     cattura

    Don’t forget! Bergamaschi Illustri

    GABRIELE CAMOZZI (1823-1869) Patriota risorgimentale, nel 1848 fu fra gli artefici della sollevazione di Bergamo contro l’oppressione asburgica e inviò a Milano una colonna di soldati in soccorso dei rivoltosi che combattevano sulle barricate di Porta Tosa. Fece parte del governo provvisorio di Bergamo e fu posto a capo della guardia civica. Provvide a sue spese a finanziare l’insurrezione e nel 1849 assediò la guarnigione austriaca che dalla Rocca bombardava le case di Bergamo Alta e costituì una colonna di ottocento volontari nel tentativo di soccorrere Brescia insorta nelle Dieci Giornate. Dopo la disfatta di Novara riparò in Svizzera mentre la reazione austriaca lo proscriveva, gli sequestrava i beni e gli infliggeva una forte ammenda. Assunta la cittadinanza piemontese, si stabilì a Genova nella villa dello Zerbino, che divenne ritrovo abituale dei patrioti e dei proscritti. Di sentimenti repubblicani, divenne amico di Garibaldi e lo seguì nel 1859 fra i Cacciatori delle Alpi. Caldeggiò l’unione della Lombardia al Piemonte. Fu deputato al Parlamento dal 1862 alla morte.

    gingol

     

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