giovedì 25 novembre ’21

     

    34a Settimana del tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Georges Bernanos

    Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo. 

     

    Preghiera del giorno

    Ti prego, Signore, fa’ che gusti attraverso l’amore quello che gusto attraverso la conoscenza. Fammi sentire attraverso l’affetto ciò che sento attraverso l’intelletto.

    Tutto ciò che è tuo per condizione, fa’ che sia tuo per amore. Attirami tutto al tuo amore; fa’ tu, o Cristo, quello che il mio cuore non può. Tu che mi fai chiedere, concedi. Amen.

     

    Santo del giorno

    I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella 18nne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d’Egitto. Qui, nel 305, arrivò Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria.

    Per l’occasione si celebrarono feste grandiose, che includevano anche i sacrifici di animali alle divinità pagane. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore e rifiuta il sacrificio.

    Non riuscendo a convincerla, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo.

    Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verrà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno fino al Sinai, dove l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Anno 305.

     

    La Parola di Dio del giorno Lc 21,20-28

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina.

    Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia.

    In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.

    Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

    Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

    Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

     

    Riflessione del giorno Frammenti di vita

    Dietro la faccia e i modi da adolescente (dimostrava molto meno dei suoi 23 anni e per questo era per tutti il “ragazzino”) ha accumulato un curriculum da far invidia ai professionisti della trasgressione.

    Al Patronato per qualche mese si era barcamenato fra l’inevitabile tendenza a cacciarsi nei guai e l’istintiva capacità di rimanere a galla. Finché un gruppo di coetanei lo aveva eletto capo banda ed egli si era subito immedesimato nel ruolo con un impegno e una convinzione non degni della causa.

    Essendo evidente che spaccio e furti erano diventati la pratica quotidiana da parte sua e del gruppo, divenne inevitabile l’espulsione. “E adesso che farai?” chiesi. “Me la sono sempre cavata e me la caverò…”.

    Notai che sull’avambraccio si era fatto tatuare un nome di donna: “E’ la tua ragazza?”. “Ma per te sono così stupido da bruciarmi con una sola donna?” mi fa con l’insopportabile aria da bullo che da qualche tempo gli si è stampata in faccia. “Sul mio braccio c’è posto solo per mia mamma”.

    Ha girato mezz’Italia e Europa collezionando multe, denunce ed espulsioni e finendo inevitabilmente in carcere. Ma quel nome tatuato sul braccio lascia aperta la porta alla speranza…       

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per i teologi di cui S. Caterina di Alessandria è patrona, perché si lascino sempre guidare dalla verità.

     

    Don’t Forget! Santi e Beati della carità

    BEATO ALBERTO HURTADO CRUCHAGA (1901-1952)

    ALBERTO HURTADO CRUCHAGA nacque a Viña del Mar, Cile, il 22-1-1901; rimase orfano di padre a 4 anni e la madre fu costretta a vendere la loro modesta proprietà per pagare i debiti della famiglia.

    Di conseguenza, Alberto e suo fratello dovettero andare a vivere presso dei parenti e, spesso, trasferirsi dall’uno all’altro di essi. Una borsa di studio gli diede modo di frequentare il Collegio dei Gesuiti a Santiago: qui manifestò un vivo interesse per i poveri, recandosi nei quartieri più miseri ogni domenica pomeriggio.

    Finiti gli studi secondari nel 1917, voleva farsi gesuita; ma rimandò la decisione per occuparsi della madre e del fratello più giovane.

    Lavorando pomeriggio e sera, riuscì ad aiutare i suoi e a frequentare la facoltà di legge dell’Università Cattolica. Le sue premure continuavano però ad essere rivolte ai poveri che visitava ogni domenica.

    Dopo il servizio militare, si laureò nell’agosto 1923. Nello stesso mese entrò nel Noviziato dei Gesuiti a Chillán e nel 1925 si trasferì a Córdoba, Argentina ove compì gli studi umanistici.

    Nel 1927 fu inviato in Spagna per gli studi di filosofia e teologia che completò poi a Lovanio in Belgio. Ivi fu ordinato prete nel 1933 e dopo aver conseguito il dottorato in Pedagogia e Psicologia, fece ritorno in Cile nel gennaio 1936.

    Nella sua patria insegnò religione al Collegio S. Ignazio, pedagogia all’Università Cattolica e nel Seminario Pontificio. Scrisse saggi sull’educazione e sull’ordine sociale cristiano; costruì una casa di Esercizi spirituali in un villaggio che porta il suo nome; coinvolse gli studenti nella catechesi ai poveri; animò innumerevoli corsi di Esercizi spirituali e offrì la direzione spirituale a molti giovani, contribuendo alla formazione sacerdotale di alcuni e a quella laicale di altri.

    E’ del 1941 il suo libro più famoso: «¿Es Chile un país católico?». Gli fu poi affidato l’incarico di Assistente dei giovani d’Azione Cattolica nell’Arcidiocesi di Santiago e l’anno seguente, per tutta la nazione: impegno svolto con spirito d’iniziativa, dedizione e sacrificio.

    Nel 1944 fece appello agli uditori di un corso di Esercizi Spirituali da lui tenuto sollecitandoli a pensare ai molti poveri della città e in specie ai tanti bambini che vagabondavano per le strade. La risposta fu pronta e generosa e costituì l’avvio di quella forma di attività caritativa che provvede alla gente senza tetto un vero focolare domestico: «El Hogar de Cristo».

    Con i contributi di benefattori e la collaborazione di laici impegnati, il Padre Hurtado aprì una prima casa di accoglienza per i fanciulli poi una per le donne, poi un’altra ancora per gli uomini: i poveri iniziarono così finalmente ad avere nel «Hogar de Cristo» un ambiente familiare in cui vivere.

    Le case si moltiplicarono con diverse caratteristiche, il tutto ispirato ai valori cristiani e permeato da essi. Nel 1945, Padre Hurtado visitò gli USA per studiare il movimento «Boys Town» e come adattarlo al suo paese.

    Nel 1947 P. Hurtado fondò l’Associazione Sindacale Cilena (ASICH) per un sindacalismo ispirato alla Dottrina Sociale della Chiesa. Nel 1951 diede avvio a «Mensaje», la nota rivista dei gesuiti cileni dedicata a far conoscere la dottrina sociale della Chiesa.

    Un cancro al pancreas lo portò in pochi mesi alla fine: in mezzo ai dolori fu spesso udito ripetere: «Contento, Signore, contento». Morì il 18-8-1952: dal ritorno in Cile alla morte P. Hurtado visse solo 15 anni, ma furono anni di intenso apostolato, di profondo amore a Cristo, di dedizione ai bambini poveri ed abbandonati e da un vivo senso di giustizia sociale cristiana. E’ stato beatificato da Giovanni Paolo II nel 1994.

     

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