Mercoledì 24 novembre 2021

     

    34a Settimana del tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Georges Bernanos

    “Odiare sé stessi è più facile di quanto si creda. La grazia consiste nel dimenticare sé stessi.”

     

    Preghiera del giorno di Enzo Bianchi

    Signore, fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua affinché non troviamo condanna nella tua parola letta ma non accolta meditata ma non amata pregata ma non custodita contemplata ma non realizzata; manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori.

    Solo così il nostro incontro con la tua parola sarà rinnovamento dell’alleanza e comunione con Te e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

     

    Santo del giorno

    MARTIRI VIETNAMITI: Il cattolicesimo giunse in Vietnam sul finire del sec. XVI, ma fu continuamente osteggiato dai regnanti locali: tra i secoli XVII e XIX, si susseguirono più di 50 editti contro i cristiani, che provocarono l’uccisione di circa 130 mila fedeli. 

    117 di essi, beatificati negli anni 1900, 1906, 1909 e 1951, sono stati unificati in un solo gruppo e canonizzati da Giovanni Paolo II, che li ha dichiarati Patroni del Vietnam nel 1990.

    Il gruppo comprende: 8 vescovi, 50 sacerdoti, 59 laici (tra cui medici, militari, molti padri di famiglia e una madre di famiglia). 

    A rappresentarli tutti, il Martirologio Romano nomina Andrea Dung-Lac, catechista e sacerdote, che riscuote in Vietnam una particolare devozione.

     

    La Parola di Dio del giorno – Luca 21,12-19

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.

    Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.

    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

     

    Riflessione del giorno di Mons. Galantino Abitare le parole

    Accoglienza deriva dal latino accolligere, composto da a–co e dal verbo lègere (raccogliere, mettere insieme). La particella “a” implica moto verso l’altro per condividere qualcosa (abitazione, tempo, spazio, denaro, lavoro…) e facendo questo, (con) legarsi accorciando le distanze, mettendosi accanto con pari dignità con chi ti sta vicino e davanti. Non c’è accoglienza quindi senza relazione con l’altro e senza apertura all’altro.

    L’accoglienza è altro e più dell’ospitalità; si può infatti essere ospitali, ma non accoglienti. L’accoglienza presuppone l’ospitalità, cioè la disponibilità a condividere vitto e alloggio con altri, ma non solo: esige anche di farsi carico del mondo dell’altro: cultura, religione, appartenenza, storia, mettendolo in condizione di conoscere ed accogliere la mia cultura, religione, appartenenza e storia.

    E da questa reciprocità, far scaturire doveri e diritti. E’ la fatica dell’accoglienza che esige di mettersi in gioco e mettere in gioco le proprie certezze e comodità.

    Vuol dire abbracciare le incertezze e le scomodità dell’altro. Vuol dire, in una parola, costruire ponti. Ma i ponti devono stare in piedi e in equilibrio. Non devono crollare al minimo scossone emotivo.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché nella comunità cristiana si rifiuti il privilegio come mezzo per affermarsi.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    La riforma protestante: protagonisti

    ULRICO ZWINGLI

    THOMAS MÜNTZER

    GIOVANNI CALVINO

    MELANTONE

     

    Lutero non fu l’unico: la sua riforma provocò la nascita di altri riformatori… vediamone i principali. ULRICO ZWINGLI iniziò la sua azione a Zurigo nel 1522 con lo scopo di riformare la chiesa.

    La sua opera portò all’abolizione della Messa cattolica, alla rimozione delle immagini della Madonna e dei Santi, alla predicazione in lingua volgare, all’abbandono dell’obbligo di celibato ecclesiastico e alla soppressione di molti monasteri.

    Per Zwingli la presenza eucaristica del corpo e del sangue di Cristo era solamente. Infine, la sua riforma, diffusasi in molte altre città svizzere e della Germania meridionale, fu caratterizzata anche dal tentativo di moralizzazione della società del tempo. 

    NICOLAS STORCH, tessitore di Zwickau, aveva iniziato a predicare a seguito di presunte visioni, secondo le quali sarebbe stato destinato a combattere la corruzione della Chiesa cattolica raccogliendo un gruppo di seguaci, i “Profeti di Zwickau”.

    Essi sostenevano la comunione dei beni, la cura dei poveri, l’espropriazione dei monasteri e delle abbazie e la resistenza allo strapotere dei principi. Rifiutavano anche il battesimo dei bambini.

    Le sue idee ebbero grande influenza sul prete Thomas Müntzer che quando nel 1524 scoppiò la rivolta dei contadini, si schierò dalla loro parte, ma Lutero condannò l’insurrezione. La repressione che seguì portò alla condanna a morte di Müntzer nel 1525.

    Le idee dei profeti di Zwickau vennero assorbite dagli ANABATTISTI, sorti in Svizzera nel 1525. Il nome, coniato dai loro nemici, derivava dal rifiuto del battesimo dei neonati.

    Essi contestavano la transustanziazione, accettavano la poligamia, consideravano il servizio militare e la proprietà privata in contrasto con il Vangelo. Questi connotati sovversivi e radicali causarono al movimento pesanti persecuzioni da parte delle autorità civili e religiose.

    Fu grazie a riformatore MENNO SIMONS che gli anabattisti olandesi poterono sopravvivere ai tentativi di soppressione: egli li riorganizzò nella Chiesa mennonita, una comunità che si differenziava fagli anabattisti per seguire il principio di non violenza e resistenza passiva, il che gli permise di godere di una certa tolleranza.  

    GIOVANNI CALVINO a Ginevra diede alla Chiesa locale un nuovo assetto, dividendo i fedeli in quattro gruppi: pastori, dottori, anziani e diaconi, e istituendo il “concistoro” formato da pastori e anziani e che si riuniva a cadenza settimanale per assicurarsi il rigido rispetto dell’ortodossia e della moralità tra i cittadini.

    La sua teologia non fu particolarmente originale, ma riorganizzò e armonizzò le idee riformiste precedenti. Calvino seguì la dottrina della predestinazione, secondo la quale le opere non contribuiscono alla salvezza dell’uomo ma sono necessarie per conferire gloria a Dio e rispettare la sua volontà.

    Infine, per il riformatore ginevrino la Chiesa poteva imporre alla società civile la sua moralità, la sua struttura e le sue leggi.

    Grazie alla sua guida Ginevra divenne una delle capitali del protestantesimo dove accorsero religiosi da ogni parte d’Europa contribuendo poi a diffonderne il modello. Calvino morì il 27 maggio 1564.

     

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