giovedì 27 febbraio ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Mimmo Paladino

     

    Frase del giorno

    “La Quaresima giunge a noi come tempo provvidenziale per cambiare rotta e recuperare la capacità di reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida.”

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (David M. Turoldo)

    “Signore Gesù, accetta me stesso per il tempo che mi resta: il mio lavoro, la mia parte di gioia, le mie ansie, la mia stanchezza, l’ingratitudine che può venirmi dagli altri, il tedio, la solitudine che mi attanaglia durante il giorno, i successi, gli insuccessi, tutto ciò che mi costa, le mie miserie. Di tutta la mia vita voglio fare un fascio di fiori, deporli nelle mani della Vergine Santa; Lei stessa penserà di offrirteli. Fa’ che possano diventare per tutti frutto di misericordia e di meriti nel Cielo”. Amen.”

     

    GABRIELE dell’ADDOLORATA. RELIGIOSO

    Francesco Possenti nacque ad Assisi nel 1838. Perse la madre a quattro anni. Seguì il padre, governatore dello Stato pontificio, e i fratelli nei frequenti spostamenti. A 18 anni entrò nel noviziato dei Passionisti a Morrovalle (Macerata), prendendo il nome di Gabriele dell’Addolorata. Morì nel 1862, 24enne, a Isola del Gran Sasso, avendo ricevuto solo gli ordini minori. È lì venerato, nel santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. È santo dal 1920, compatrono dell’Azione cattolica

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Luca 9,22-25)

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.» Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?»

     

    Riflessione Per Il Giorno (S. Francesco di Sales)

    L’amore che abbiamo per noi stessi può essere di tipo affettivo o effettivo. L’amore effettivo è quello che possiedono i grandi, ambiziosi di onore e ricchezze, che si procurano un’infinità di beni e non sono mai sazi di acquistarne. Altri si amano di più dell’amore affettivo: sono molto teneri con se stessi e non fanno altro che coccolarsi, curarsi e cercar conforto. Hanno così paura di tutto ciò che potrebbe far loro male, che fanno pena. Questo atteggiamento è tanto più insopportabile quando riguarda le cose spirituali, piuttosto che le corporali; soprattutto se è praticato da quelle persone spirituali che vorrebbero esser sante subito, senza che costi nulla, nemmeno la lotta provocata dalla parte inferiore dell’anima per la ripugnanza verso ciò che è contro la sua natura. Ripugnare ciò che ci fa ribrezzo, far tacere le nostre preferenze, mortificare affetti e giudizi e rinunciare alla propria volontà è una cosa che l’amore effettivo e tenero che abbiamo in noi non può permettersi senza gridare: quanto costa! E così non si fa nulla. Meglio portare una piccola croce di paglia messami sulle spalle senza che la scegliessi, che andare a tagliarne una ben più grande nel legno con molto impegno e portarla poi con gran pena. E sarò più gradito a Dio con la croce di paglia che con quella che mi sarei fabbricato con più sofferenza e che porterei con più soddisfazione a causa dell’amor proprio che si compiace tanto delle sue invenzioni e molto poco a lasciarsi semplicemente guidare e condurre.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i bambini che nascono con gravi malattie o handicap e per i loro genitori

     

    Don’t forget! SANTI DELLA CARITÀ

    S. Luigi Orione (A: 1872 Ω: 1940)

    Luigi nacque a Pontecurone (diocesi di Tortona) il 23 giugno 1872. A 13 anni entrò fra i Frati Minori di Voghera e nel 1886 entrò nell’oratorio di Torino diretto da don Bosco. Nel 1889 entrò in seminario a Tortona e fece gli studi teologici, alloggiando in una stanzetta sopra il duomo. Qui poté avvicinare i ragazzi a cui impartiva lezioni di catechismo, ma la sua angusta stanzetta non bastava, per cui il vescovo gli concesse il giardino del vescovado. Il 3 luglio 1892, il chierico Orione, inaugurò il primo oratorio intitolato a S. Luigi. Nel 1893 aprì il collegio S. Bernardino. Nel 1895, venne ordinato prete. Molteplici furono le attività cui si dedicò.

    Fondò la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità; gli Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore Sacramentine. Mandò i suoi sacerdoti e suore in America Latina e in Palestina sin dal 1914. Morì a Sanremo nel 1940. Gesù nella sua vita ha amato tutti gli uomini. Tuttavia all’interno di questo amore totale e inclusivo ha privilegiato il popolo semplice, i poveri e gli emarginati. Ha fraternizzato coi i peccatori per condurli ad una vita buona. In Don Orione ritroviamo questi aspetti di amore al popolo, agli ultimi (orfani, malati, disabili, abbandonati; ecc.), insieme ad uno straordinario desiderio si salvare le anime dei peccatori. In lui è forte il senso di appartenenza alla Chiesa, al Papa e ai Vescovi. In sintesi, due grandi amori che riempiono la sua vita: L’amore al popolo, ai poveri, agli ultimi e ai peccatori. L’amore alla Chiesa, al Papa e ai Vescovi.

     

     

     

     

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