Giovedì 28 marzo 2024

     

    Giovedì Settimana Santa

    1° giorno del Triduo Pasquale

     

    aforisma di S. Agostino

    Nostro Signore Gesù Cristo con la sua natura di servo ci ha aperto la strada, con la sua natura divina ci ha procurato la patria.

     

    GIOVEDÌ SANTO

    4° giorno della Settimana Santa e 1° del Triduo Pasquale è il giorno in cui si ricorda l’ultima cena di Gesù -con istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio ministeriale- e la lavanda dei piedi.

    Questa mattina alle ore 9,30 nel Duomo di Bergamo sarà celebrata la S. Messa del Crisma dal Vescovo insieme ai suoi preti che rinnoveranno le promesse e la sera alle ore 20,30 nella chiesa della Casa centrale del P.S.V. S. Messa in Cena Domini con lavanda dei piedi.

     

    Preghiera

    Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Parola di Dio S. Messa In “Cena Domini”

    Esodo 12, 1-8. 11-14; Salmo 115; 1Corinti 11, 23-26; Giovanni 13, 1-15

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.

    Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti».

    Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».  

     

    Riflessione di Luis de Granada XVI sec.

    Un grande predicatore, che durante il XVI secolo con parole e scritti fu attivo in Spagna per più di 50 anni, dice così alla fine della meditazione sull’istituzione del Santissimo Sacramento contenuta nel VI trattato del suo Memoriale della vita cristiana: «È altamente significativa di cosa sia la carità divina, la forma sotto la quale il Signore volle rimanere nel mondo e nella storia con noi, poiché se fosse rimasto mantenendo il proprio aspetto, sarebbe rimasto per essere venerato, ma restando sotto forma di pane, è restato per essere non solo venerato, ma anche mangiato: affinché con la venerazione si esercitasse la fede, con la comunione si esercitasse la carità.

    E Gesù viene chiamato pane di vita, poiché è la vita stessa, è la vita sotto forma di pane; perciò quest’altro pane a poco a poco dà la vita a chi lo mangia, dopo molte digestioni; ma chi mangia questo pane con dignità, riceve la vita all’istante, perché mangia la vita stessa. Cosicché, se questo cibo ti ripugna perché è vivo, avvicinati a lui perché è pane; e se lo rispetti poco perché è pane, stimalo molto perché è vivo».

     

    Intenzione di preghiera

    Perché la comunione al corpo di Cristo eucaristico, crei in noi la capacità di esercitare il servizio al corpo di Cristo glorioso che è la Chiesa e al corpo di Cristo crocifisso che sono i poveri.

     

    Don’t Forget! Santo del giorno

    La storia di Stefano Harding rimanda alle origini dell’ordine monastico dei cistercensi, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Questo monaco inglese originario di Shelburne è infatti accanto a S. Roberto di Molesme e ad Alberico quando nel 1098 fondano il nuovo monastero a Citeaux (Cistercium in latino, da cui appunto Cistercensi) in Borgogna.

    Il principio ispiratore di questa nuova comunità era la volontà di ristabilire l’obbedienza alla Regola benedettina nella sua integrità. Di Citeaux Stefano Harding diverrà anche abate. E sarà lui ad accogliere qui S. Bernardo, la figura che col suo carisma contribuirà alla grande fioritura del nuovo ordine monastico. Già sotto la guida di Stefano Harding furono dodici le fondazioni nate da Citeaux. Morto nel 1134, è stato canonizzato nel 1623.

     

    Accadde il 28 marzo…

    845 – Saccheggio di Parigi da parte di orde vichinghe

    1672 – Carlo II Stuart re di G. Bretagna muove guerra alle Province Unite d’Olanda 1672-1678

    1854 – Guerra di Crimea: il Regno Unito e la Francia dichiarano guerra alla Russia

    1959 – La Cina assume il totale controllo del Tibet; il Dalai Lama Tenzin Gyatso in esilio in India

    1960 – Papa Giovanni XXIII nomina cardinale Laurean Rugambwa, 1° cardinale nero della Chiesa

     

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