4.a settimana Tempo Ordinario
Aforisma del giorno di Seneca
Primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli e in compagnia di sé stessi.
Preghiera del giorno
Ti rendiamo grazie, Signore, per il riposo che ci hai dato, per il nuovo giorno che ci doni, segno del tuo amore.
Ti offriamo le opere di questo giorno che iniziamo nel tuo nome, con gioia e fiducia, sorretti dalla speranza che tu sempre sei con noi.
Vogliamo ascoltare la tua Parola che ci insegna ad amarti di più nei fratelli che oggi incontreremo, negli impegni ai quali siamo chiamati. Amen.
Santo del giorno
S. Biagio
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana.
Il martirio, avvenuto verso il 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’imperatore d’occidente Costantino e d’oriente Licinio.
Nell’VIII sec. alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana – Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti – e di molte nazioni, a conferma della diffusione del suo culto.
Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell’atto risale il rito della “benedizione”, compiuto con due candele incrociate che si compie oggi nelle chiese.
La Parola di Dio del giorno Marco 6,7-13
Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Riflessione del giorno (M. Zacchera “Le Formiche” 19.1.22)
«A livello mondiale l’1% più ricco delle famiglie possiede ora il 43% di tutta la ricchezza del pianeta, mentre le banche centrali sono intervenute pompando migliaia di miliardi per sostenere l’economia la gran parte di queste risorse sono però finite nelle tasche dei miliardari che hanno cavalcato il boom del mercato azionario e di alcuni specifici settori come quello farmaceutico.
La logica del profitto ha impedito perfino la sospensione temporanea dei brevetti che avrebbero permesso di aumentare la loro produzione e salvare vite nei paesi più poveri.
Sono dati che a rifletterci fanno rabbrividire, ma che evidentemente non interessano alla gran parte della popolazione che non se ne scandalizza, non fa nulla di concretamente visibile per cambiarli né chiede ai propri governi – almeno là dove sia democraticamente possibile – di creare con urgenza degli adeguati correttivi, come applicare per esempio almeno una tassazione minima sulle speculazioni finanziarie».
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché Dio protegga e S. Biagio risani chi è afflitto dai mali della gola e della respirazione.
Don’t Forget! S. Giuseppe nell’arte
Questo quadro (di un ignoto artista locale della scuola pittorica di Cusco in Perù (1700-1730) custodito nel Museo de Artes di Lima) ha come titolo: “Anima imprigionata dal Divino Amore”.
Il “niño” Gesù è al centro sia della famiglia divina rappresentata da Lui, dalla colomba dello Spirito Santo e da Dio Padre (su una linea verticale) sia della famiglia umana coi genitori Maria e Giuseppe (su una linea orizzontale).
Il numero 3 è la cifra della composizione: è indicato dalle tre dita della mano destra di Dio Padre e ripreso dallo stesso gesto del Bambino Gesù. Non solo: è indicato dalla SS. Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo); dai tre della S. Famiglia (Gesù, Giuseppe e Maria) e dai tre angeli presenti:
Michele con elmo e bastone per combattere il demonio (in alto a sinistra) Gabriele con il giglio che allude alla verginità di Maria (in alto a destra) e Raffaele che imprigiona l’anima nelle catene dell’amore di Dio (in basso centro).
L’ultimo trio è composto dai genitori di Maria (Gioacchino e Anna) con la giovane donna incatenata a rappresentare quelli che amano Dio.
Giuseppe ha le vesti dello stesso colore del Padre eterno: tunica verde (speranza) e manto rosso (amore) a indicare che come padre putativo di Gesù, fa sulla terra le veci del Padre celeste, quello vero.
Difatti Giuseppe guarda Dio per poter comprendere e così compiere la sua volontà e reca in mano il ramo fiorito identico a quello di Gabriele che indica la verginità di Maria, la quale guarda l’anima in catene, mentre Gesù guarda direttamente noi, gli spettatori.
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