Giovedì 4 aprile 2024

     

    Giovedì di Pasqua

     

    Accadde il 4 aprile…

    1581 – Francis Drake completa la circumnavigazione del mondo.

    1814 – Napoleone Bonaparte abdica per la prima volta.

    1841 – Il presidente USA William Henry Harrison muore dopo solo un mese. È la presidenza Usa più breve della storia.

    1949 – Dodici nazioni firmano il Patto Atlantico che dà vita alla NATO

    1990 – Belgio: per ragioni di coscienza, re Baldovino rifiuta di firmare la legge sull’aborto e abdica per 48 ore per consentire al governo di promulgare la legge

     

    Aforisma di S. Agostino

    L’uomo ammira tante bellezze nella natura, ma egli stesso è un grande miracolo.

     

    Preghiera Prefazio pasquale

    È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo giorno nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita. Amen

     

    Santo del giorno

    Compatrono – con S. Rosalia – della città di Palermo, Benedetto Manassari nacque a San Fratello (Messina) nel 1526 da genitori discendenti di schiavi africani. Egli, come il padre, accudisce le pecore ma, già da ragazzino, prega sempre.

    Le sue doti umane e caritatevoli verso i bisognosi gli valgono il soprannome di “Santo Moro”: il giovane lavora e fa molte economie per mantenersi e aiutare i poveri. Purtroppo, a causa del colore della sua pelle, spesso viene insultato e schernito. A 21 anni entra in una comunità eremitica e vive sul Monte Pellegrino.

    Quando Pio IV scioglie la comunità, passa ai Frati minori. Visse 24 anni nel convento di S. Maria di Gesù a Palermo come cuoco, superiore, maestro dei novizi. Compie miracoli clamorosi, come la moltiplicazione dei pesci in una vasca del convento. Muore nel 1589: la sua devozione si diffonde in Italia, Europa e America del Sud dove è ritenuto il protettore delle popolazioni nere.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 24,35-48

    I due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

    Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

    Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

     

    Riflessione Mattutino di Mons. Ravasi

    Quando i selvaggi della Louisiana vogliono un frutto, tagliano alla base l’albero e raccolgono il frutto. Ecco il governo dispotico. Ero ancora a Milano, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, e un amico “laico”, che era anche un alto funzionario dello Stato, mi regalò una delle prime edizioni dello Spirito delle leggi che il celebre Montesquieu pubblicò nel 1748.

    Il trasloco a Roma aveva disperso questo libro tra altri volumi, ma negli scorsi giorni è riapparso in un angolo della mia biblioteca. L’ho sfogliato e mi sono imbattuto in questa osservazione folgorante nella sua drammatica semplicità e verità, presente nel libro V, capitolo XIII di quest’opera che dette il via alla distinzione fra i tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), distinzione che si fatica ancora oggi qui da noi a rispettare.

    Io, però, non vorrei applicare questa metafora alla politica, come si ha nell’originale, ma a una triste qualità che alligna non tanto nei selvaggi della Louisiana, quanto nei civilizzati abitanti delle moderne città. Si tratta dell’ottusità insita nell’egoismo e nella prepotenza. Pensate un po’ ai danni colossali che vengono causati nell’ambiente ove vivono molte persone per ottenere un vantaggio privato di pochi.

    È anche questa una battuta (dell’autore settecentesco francese Nicolas de Chamfort), eppure rivela la stessa verità: «Di un uomo molto egoista si potrebbe dire: “Brucerebbe la vostra casa per cuocersi due uova!”». Quando l’egocentrismo si sposa con la tracotanza arrogante, non è solo a cedere la morale o la decenza, ma è la stessa logica a essere calpestata.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per quei poveri infelici e distributori di infelicità che sono i dittatori, i tiranni, i terroristi ecc. perché le loro vittime insegnino loro quella pietà che sarà l’unica a poterli salvare dalla rovina.   

     

    Don’t Forget! Santi della Carità

    Beato Giuseppe Girotti O.P.

    1905-1945

    Giuseppe Girotti nacque ad Alba (Cuneo) il 19-7-1905 da umile ma stimata famiglia. A 13 anni entrò nel seminario domenicano di Chieri (TO) per soddisfare la sua vocazione religiosa e lì nel 1930 fu ordinato sacerdote, l’anno successivo si laureò in teologia a Torino. Si specializzò presso l’“Ecole Biblique” di Gerusalemme e poi si dedicò all’insegnamento della S. Scrittura nel Seminario Teologico domenicano di ‘S. Maria delle Rose’ di Torino e nel contempo nel Collegio dei Missionari della Consolata.

    Nel 1937, pubblicò il VI volume dell’Antico Testamento dedicato ai Libri della Sapienza; continuando il commento alla Sacra Bibbia iniziato dal domenicano padre Marco Sales, morto nel 1936. Nel 1942 pubblicò il VII volume sul Libro di Isaia; nei due volumi profuse tutta la sua profondità di studi, esposti con una chiarezza molto apprezzata. Stimato per la sua vasta cultura, amava esercitare il ministero sacerdotale anche tra la povera gente, specie nell’Ospizio dei “Poveri Vecchi”, vicino al suo convento.

    Estese la sua pratica della carità cristiana agli ebrei, durante la persecuzione antisemita della Seconda Guerra Mondiale. In campo religioso e politico era un anticonformista, fu quindi colpito dalla sospensione dall’insegnamento e sorvegliato dal regime fascista. Per la sua opera a favore degli ebrei, il 29-8-1944 fu catturato e deportato in Germania nel campo di concentramento di Dachau, dopo essere stato detenuto a ‘Le Nuove’ di Torino, ‘S. Vittore’ a Milano e a Bologna.

    In quel lager, alla periferia di Monaco per 6 mesi fu sottoposto ai maltrattamenti tipici di quei campi, sopportati con umiltà, pazienza e mansuetudine, vivificati dalla preghiera e dallo studio della Parola di Dio. Per questo fu ammirato da altri religiosi e dai ministri di altre Confessioni religiose, prigionieri come lui; gli stenti e le violenze patite lo portarono alla morte a quasi 40 anni, nello stesso campo di Dachau, il giorno di Pasqua 1-4-1945, fra il rimpianto e la venerazione di tutti i deportati che lo considerarono subito un santo.

    Nel 1988, presso la Curia di Torino iniziò il Processo di beatificazione con indagine sul martirio. Beatificando Giuseppe Girotti, il 26-4-2014, nella sua città natale, la Chiesa l’ha posto sopra il moggio per illuminare, con la sua esemplarità, tutta la casa: l’ordine di San Domenico, la diocesi di Alba, la Chiesa tutta, il mondo intero.

     

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