Mercoledì 3 aprile 2024

     

    Mercoledì di Pasqua

     

    Accadde il 3 aprile…

    33 – Data ipotizzata della crocifissione e morte di Gesù di Nazareth

    1885 – Gottlieb Daimler brevetta in Germania il progetto di un suo motore a scoppio

    1948 – Presidente USA Harry Truman: firma Piano Marshall per 5 miliardi di dollari a 16 paesi

    1974 – 148 tornado colpiscono 13 Stati USA in 26 ore, fenomeno record con 15 morti e 5.500 feriti

    2003 – Italia: approvato il progetto MOSE per proteggere Venezia dall’acqua alta

     

    Aforisma di S. Agostino

    Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della mia vita. Ti cercherò dunque perché l’anima mia viva, poiché l’anima mia vive di te.

     

    Preghiera

    Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.

    Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea».

    Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. Amen

     

    Santo del giorno

    Nacque a Wych (Worcester), 1197 da modesti proprietari terrieri. Nel 1240 decise di farsi prete, dopo aver studiato per due anni teologia presso i domenicani di Orleans. Ritornò in Inghilterra nel 1242 e divenne curato di una parrocchia del Kent. In seguito fu cancelliere dell’arcivescovo di Centerbury.

    Nel 1244 fu eletto vescovo di Chichester, ma il re Enrico III lo fece esiliare in Francia: tornato finalmente alla sua sede fu vescovo di grande carità, pieno di comprensione, e sensibile alle sofferenze di malati e anziani. Si batté per il celibato del clero, per l’amministrazione gratuita dei sacramenti e perché la messa fosse celebrata in condizioni dignitose.

    Si ammalò gravemente a Dover, mentre si adoperava per costruire una chiesa in questa città in onore del suo vecchio maestro Edmondo Rich e poco dopo morì nel 1253. È  venerato come patrono dei cocchieri, forse perché quando lavorava nella fattoria paterna guidava carri e cavalli.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 24,13-35

    Ed ecco, in quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

    Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.

    Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

    Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».

    Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

    Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

     

    Riflessione di C. Miriano “Tra lassù e quaggiù”

    Quel che abbiamo ascoltato nei Vangeli del Giovedì e Venerdì Santo ci insegna diverse cose. Che tanto più si è grandi tanto più si dovrebbe servire i piccoli; che invece i grandi della Terra mentono, ingannano, uccidono. Ma mica solo i grandi…un po’ tutti, chi più, chi meno. Che noi siamo tutti coraggiosi, ma solo fino a quando non c’è bisogno di coraggio; che il tradimento non è qualcosa che fanno gli altri…ma pure noi, anche se ci costa ammetterlo.

    Che per la verità si può anche morire, che cioè la verità è… “roba pericolosa”. Che i cattivi vincono. E i potenti fanno i loro interessi. Che la menzogna non è sempre sconfitta. E i violenti hanno la meglio. Che non serve essere innocenti per evitare di essere condannati. E che voler bene non è abbastanza. E ancora: che il denaro può comprare ciò che non si può vendere.

    E che amare davvero gli altri conduce alla morte. Gli amici poi fuggono nell’ora del bisogno. Ecco, tutto questo e molto altro ci insegna il Giovedì e il Venerdì Santo. Poi per fortuna arriva Pasqua, ed è tutta un’altra storia. Buona Pasqua allora, con tutto il cuore. A tutti.

     

    Intenzione di preghiera

    I racconti evangelici della passione, morte e risurrezione di Gesù sono l’unica lettura capace di offrire un criterio infallibile di interpretazione della nostra vita e della storia del mondo: meditiamo allora e preghiamo su queste pagine che illuminano ogni cosa e persona.   

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    Martiri del burundi (3.a PARTE)

    La Chiesa cattolica in Burundi, nella 2.a metà del secolo scorso, affrontò le conseguenze della guerra civile: 500.000 persone, compresi preti, suore e catechisti, vennero uccisi per non aver rispettato le direttive statali, per le quali la popolazione doveva essere rigidamente divisa nelle due etnie principali: i tutsi, cacciatori, e gli hutu, raccoglitori.

    Anche i missionari stranieri, decisi a non lasciare il popolo burundese, hanno condiviso fatiche e dolori della guerra, impegnandosi a difendere i più poveri o abbandonati. I padri Saveriani hanno conservato memoria e fama di martirio di due loro membri: i padri Ottorino Maule e Aldo Marchiol, assassinati nella missione di Buyengero il 30-12-1995. Insieme a loro ha trovato la morte Caterina Gubert, detta Catina, volontaria laica loro amica e collaboratrice dal lungo tempo.

    Per questa ragione, i Saveriani hanno deciso di avviare i primi passi per la loro causa di beatificazione e canonizzazione, trovando appoggio dalla Conferenza Episcopale del Burundi. La Congregazione delle Cause dei Santi, però, ha suggerito di unire nella stessa causa un sacerdote nativo del Burundi, l’abbé Michel Kayoya, e il gruppo dei 40 allievi del Seminario Minore di Buta. In questo modo, la definizione di “martiri della fraternità”, già attribuita ai 40 seminaristi, si adattava anche agli altri e al loro impegno per i burundesi. L’abbé Kayoya, nei suoi scritti e nel suo ministero, aveva cercato di ricordare ai giovani generazioni del suo Paese le radici da cui provenivano, esaltando le differenze tra le etnie come fonte di ricchezza reciproca. Per questa ragione, fu rapito la notte del 13-5-1972 e fucilato quattro giorni dopo.

    Mentre si preparava davanti al plotone d’esecuzione, intonò il Magnificat e perdonò chi l’avrebbe ucciso. I seminaristi di Buta, invece, erano stati educati dal loro rettore e dagli altri professori a considerarsi fratelli gli uni degli altri e a puntare insieme al sacerdozio. Il 30-4-1997, un gruppo di ribelli hutu irruppe nel Seminario e ordinò ai ragazzi di dividersi in base alle etnie di appartenenza, ma loro non vollero lasciare i compagni. A quel punto, i ribelli aprirono il fuoco: morirono 40 allievi, tra i sedici e i ventiquattro anni.

    Il 28 marzo 2019 la Santa Sede concesse il nulla osta per l’avvio della causa. Il processo diocesano per l’accertamento del loro martirio in odio alla fede fu invece aperto il 21-6-2019, nella diocesi di Bururi. L’ultima sessione del processo fu celebrata il 2-8-2022. L’11-1-2023 il Dicastero delle Cause dei Santi pubblicò il decreto di validità giuridica sugli atti del processo.

     

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