giovedì 4 novembre ’21

     

    31a Settimana del tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Nicolàs Gòmez Dàvila

    Chi vuole a tutti i costi ‘essere al corrente’ di quello che dice questo secolo si accanisce a versare sulla sua anima acqua di fogna.

     

    Preghiera del gioro di Edel Quinn

    Padre, Tu mi ami: Tu sai ciò che fai, Tu hai esperienza e non sbagli i colpi…Tu sei l’artista; io sono la pietra da scolpire, tocca a Te fissarmi nella tua forma.

    Le prove sono un sacramento della Tua volontà: fa’ che io non renda inutili questi Tuoi gesti, con le mie impazienze.

     

    Santo del giorno

    Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, era il secondo figlio del Conte Giberto e secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Dopo gli studi a Pavia, a Roma fu creato cardinale a 22 anni.

    Inviato al Concilio di Trento, nel 1563 fu consacrato vescovo di Milano, una diocesi vastissima che si estendeva su terre lombarde, venete, genovesi e svizzere che visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli.

    Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine all’interno delle strutture ecclesiastiche, difendendole dalle ingerenze dei potenti locali. Durante la peste del 1576 assistette personalmente i malati.

    Appoggiò la nascita di istituti e fondazioni e si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas». Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 15,1-10

    Si avvicinavano a Gesù i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

    Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?

    Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.

    Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

    Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

     

    Riflessione del giorno di Mons. Ravasi: Mattutino

    Non ho niente contro di te, morte, non riesco neppure a odiarti. Come vivresti e cosa faresti se tu avessi una madre o un figlio ed essi morissero? Non ho paura di te, anzi, ti compiango perché tu non potrai mai avere né una madre né un figlio. Sono versi del poeta romeno Grigore Vieru (1935-2009).

    Lo riascoltiamo all’inizio del mese dedicato alla memoria dei defunti e la sua è una sfida alla morte che non conosce la bellezza e le meraviglie dell’amore: non ha madre né figli e, quindi, senza imbarazzo, elimina madri e figli.

    In un’altra poesia Vieru mostra un aspetto positivo dell’esperienza umana del morire: «Non esiste la morte! Solamente cadono le foglie per vederci meglio quando siamo ancora lontani» da quella meta estrema che ci attende.

    È un po’ quello che faceva balenare S. Paolo: «Quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, riceveremo da Dio una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli» (2 Cor 5,1). C’è, dunque, un’epifania che ci attende quando saremo sulla soglia estrema della vita.

    Cantava la poetessa Margherita Guidacci: «Quanto di te sopravvive / è in altro luogo, misterioso, / ed ormai reca un nome nuovo / che solo Dio conosce» e che solo in quell’istante ci sarà svelato.

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Preghiamo per i soldati e i civili vittime delle guerre e delle violenze in tutto il mondo.

     

    Don’t forget! Foto storiche

    Il 4 Novembre si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che fu istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella 1.a guerra mondiale, evento bellico che completò il processo di unificazione risorgimentale, visto che permise all’Italia l’annessione di Trento e Trieste.

    Nella foto sotto: cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma avvenuta il 4 novembre 1921.

     

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