Il furto di frutta e la viva riconoscenza

     

    C’era una volta…certe storie sembrano favole, ma sono vere, come questa capitata negli anni 1950. Era morto un generoso benefattore di don Bepo e, come si usava allora, una dozzina di ragazzi della casa di Bergamo erano stati invitati a partecipare ai funerali in rappresentanza del Patronato.

    Giunti a destinazione (una parrocchia poco distante da Bergamo) vedendo la chiesa stipata di fedeli, il prete che li accompagnava raccomandò al gruppetto di restare sul sagrato e di seguire il rito funebre dalla porta centrale aperta.

    Poi affidò loro la corona di fiori da depositare sulla tomba del benefattore e prese posto sull’altare. Non ci volle molto perché i ragazzi fossero distratti dagli alberi carichi di albicocche nel vicino orto della canonica: il parroco aveva chiuso sì il chiavistello, ma non il lucchetto e l’occasione era troppo ghiotta per resistere.

    Così, quando il più audace, riuscì a sgattaiolare nell’orto senza farsi notare, gli altri presero animo e lo imitarono sparendo tutti al di là del muro. Il parroco rientrando a fine rito, si stupì che sulle sue piante fossero rimasti così pochi frutti.

    Ma non credette ai suoi occhi quando, appoggiata a un albero trovò la corona di fiori -dimenticata nella fretta- con tanto di scritta: “I ragazzi del Patronato S. Vincenzo con viva riconoscenza.”      

     

    – don Davide Rota

     

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