In Africa si prega per chi aiuta i figli lontani

     

    Il Patronato è uno di quei luoghi dove –come S. Tommaso- non c’è bisogno di vedere o toccare per credere, perché la Provvidenza divina spesso agisce in modi così sorprendenti da superare le attese.

    Dove capita ad esempio che sparisca una teglia di cosce di pollo per la cena e un’ora dopo arrivi un anonimo benefattore con una cassetta di 25 polli; dove nei lunghi mesi del lock-down da covid19 si moltiplichino i donativi di alimenti a tal punto da poter aiutare anche decine di famiglie bisognose della zona.

    Dove il bilancio sociale del terribile 2020 a sorpresa abbia segnato un aumento nei numeri dell’accoglienza, dei permessi di soggiorno, delle opportunità lavorative e della beneficienza.

    Dove due fratellini ogni mese col loro papà portino una somma di denaro frutto dei piccoli servizi domestici, con una lettera che spiega il come e il perché del dono. Il papà chiede soltanto che si racconti qualcosa che li motivi in questa scelta di servizio e di generosità che ha creato una competizione a chi raccoglie di più.

    In cambio si è chiesto agli ospiti che facessero qualcosa per i benefattori. Così ogni mercoledì alle ore 15,00, 50/60 africani si ritrovano in chiesa per un’ora di preghiera “autogestita” e in Africa tante mamme cristiane e musulmane pregano per chi aiuta i figli lontani.

     

    – don Davide –

     

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