La pandemia ci ha insegnato l’umiltà

     

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    Oltre a questo nuovo vocabolario, oltre ai 750 milioni di contagiati e 7 milioni di morti nel mondo, oltre all’eroico coraggio e alla generosa dedizione di tanti, alla paura e al dolore di tantissimi, all’irriducibile negazionismo di pochi… la pandemia ci ha lasciato un insegnamento che, comunque la si pensi, possa essere condiviso da tutti?

    L’ho chiesto a un medico che l’ha vissuta senza risparmiarsi e a un amico scampato al virus dopo mesi di lotta in terapia intensiva. Queste le risposte. Il medico: «A me e a molti colleghi il Covid credo abbia insegnato l’umiltà: colti a sorpresa, ci siamo accorti che neppure la più avanzata scienza e tecnica medica possono prevedere, combattere e risolvere tutto.

    Se è servito a cambiare il nostro approccio alla realtà, forse tanto dolore non è stato inutile». L’amico: «A me il coronavirus ha insegnato che la vita va gustata e le persone care vanno amate ora, in questo istante, perché potrebbe anche non esserci un domani. Da allora la mia vita è cambiata. In meglio».

     

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