Il bambino si chiama Antonio e ha sei anni. Lui e la sorellina, sono la gioia di papà e mamma e dei nonni che li adorano. Il piccolo Antonio oltre alla grazia tipica di tutti i bimbi, sembra avere qualcosa di speciale, anzi di unico: dalla nonna materna, senza che lei glielo insegnasse, ha preso espressioni pressoché scomparse dal linguaggio moderno.
Così ad esempio se lui dice a un amichetto: «Domani vengo a trovarti» aggiunge anche «se Dio vuole» mettendo in atto un comportamento sapiente come quello che San Giacomo nella sua lettera raccomandava ai suoi cristiani: «Non dite: domani faremo questo o quello, perché non sapete se ci sarà domani… ma dite invece: se Dio vuole, domani faremo questo o quello» (Giacomo 4,13-15).
Quest’anno poi in occasione delle feste di Pasqua il piccolo Antonio stupì i suoi familiari dicendosi rammaricato che «nei due piani di questa casa, io sono l’unico di tutti quelli che la abitano a credere e a essere contento che Gesù è risorto… a voi invece sembra che la cosa non interessi».
Dopo quello che un bambino così piccolo ha saputo dire e fare, non possiamo non fare nostre le parole di Gesù: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così è piaciuto a Te» (Matteo 11,25-26).
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