lunedì 10 febbraio ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Susan Ricker Knox

     

    Proverbio del giorno (Congo)

    In visita dagli altri, apri gli occhi, non la bocca.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il compito di portare agli uomini l’annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

     

    SCOLASTICA

    ci è nota dai “Dialoghi” di S. Gregorio Magno. Vergine saggia, antepose carità e contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio Marco 6,53-56.

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. Dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

     

    Riflessione del Giorno (Mons. Ravasi: Mattutino)

    Entri, e sei solo. In apparenza, almeno. Perché c’è Dio. Da dove venga non so: forse lo portavi già con te quando sei entrato. Oppure lo ha suscitato la solitudine. Da giovane venne rinchiuso in casa di correzione; poi si arruolò nella Legione straniera dalla quale disertò per rifugiarsi negli ambienti più depravati di Parigi. Da questi bassifondi comunque, estrasse la materia delle sue opere scandalose, ma nello stesso tempo furono per lui come una riabilitazione, perché nelle miserie che egli descriveva si intravedeva un’ansia di innocenza e la letteratura diventava una sorta di riscatto e di trasfigurazione delle esperienze più sordide. Si tratta dello scrittore Jean Genet (1910-1986) e dal suo Funambolo abbiamo citato la nota spirituale autobiografica. Il soggetto è impegnativo, Dio. Eppure si presenta in un orizzonte comune, quello della solitudine. Chiudi la porta e sei lì, solo, coi soliti mobili, con la polvere, l’abbandono e il silenzio. Scopri però che Dio ti ha preceduto ed è davanti a te; ti attendeva. Egli è presente e infrange la desolazione dell’isolamento. Ricordiamo che anche Cristo suggeriva di entrare nella propria camera e di chiudere la porta, per incontrare Dio nel segreto (Matteo 6, 5-6). Il filosofo francese, Pascal, era convinto che gran parte delle nostre sventure e della nostra miseria nasce dall’incapacità di rimanere da soli nella stanza almeno un’ora al giorno. «Spiegami, Amore, quello che io non so spiegarmi», pregava la scrittrice Ingeborg Bachmann, quand’era «sola, senza avere né donare nessun affetto». La solitudine è il campo da gioco di Satana, ma è anche uno dei crocevia principali per incontrare Dio e il proprio io più profondo.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vittime delle foibe e di tutte le stragi di ogni segno e colore.

     

    Don’t Forget: GIORNATA DI RICORDO DELLE VITTIME DELLE FOIBE

    100 immagini che hanno cambiato il mondo

    2 FEBBRAIO 1948: L’ARRIVO DELLA NAVE DELLE NAZIONI UNITE A NAHARIYA

    Nel 1948, a 3 anni dalla fine del 2° conflitto mondiale, i profughi ebrei sopravvissuti allo sterminio non hanno ancora un luogo dove andare: molti vivono in campi per rifugiati in Europa Centrale e altri hanno scelto di emigrare in America. I più vorrebbero raggiungere i coloni insediati in Palestina, ma sono in vigore le restrizioni poste dal Regno Unito con il libro bianco del 1939 che limita il numero degli immigrati in medio Oriente. I profughi che vediamo nella fotografia hanno raggiunto a nuoto la riva a Nahariya, vicino ad Haifa e sono arrivati clandestinamente a bordo della SS United Nations partita da Bari con 700 persone a bordo dopo aver eluso i controlli britannici. Questa non fu l’unica nave che raggiunse la Palestina: tra il 1945 e il ’48 le organizzazioni sioniste riuscirono a far salpare dalle coste italiane decine di navi per un totale di quasi 70.000 profughi. Il blocco terminò nel maggio 1948 quando si concluse il mandato inglese sulla Palestina e nacque lo Stato di Israele riconosciuto dall’Onu. L’autore di questo scatto è rimasto sconosciuto.

     

     

     

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