I.a Settimana di Quaresima

     

    B. GIOVANNI DELLE CELLE

    Giovanni da Catignano (1310¬-1394), abate del monastero di S. Trinità, a Firenze, era  uomo geniale, buon letterato, ma turbolento e sanguigno. S’era lasciato invischiare in un rapporto con una nobildonna. Per questo fu deposto dall’ufficio condannato a 1 anno di prigionia nella torre del monastero. Compiuta la penitenza, fu lui stesso a esigere di restare per tutta la vita nelle ‘Celle’, romitorio vicino al monastero, ma completamente isolato. E ‘Giovanni delle Celle’ divenne il suo nome. Vi restò per 40 anni, senza mai uscirne, dedito alla preghiera, allo studio e alla penitenza, ma pienamente partecipe della vita del suo tempo, per mezzo di una ricca corrispondenza con le più autorevoli personalità. Di particolare importanza fu il rapporto epistolare con Caterina da Siena, che gli chiese aiuto per convincere il Papa a tornare a Roma.

    Parola di Dio del giorno (Matteo 25,31-46)

    “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.  E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,  e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.  Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,  nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. E i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.”.

    Il quadro della settimana Il 7° quadro della serie “i mille quadri più belli del mondo”

    PSV

    Catacombe di Priscilla: affresco del buon pastore di autore anonimo inizi III sec.

    Le catacombe di Priscilla (che si estendono nel sottosuolo per 13 km) si trovano lungo la Salaria, a Roma. Il nome deriva forse da quello della donna che donò il terreno per la realizzazione dell’area sepolcrale o dalla sua fondatrice. Le pitture di queste catacombe sono ad affresco con colori dove predominano l’ocra gialla, il rosso e il verde. I soggetti sono tratti dai miti pagani, cui si dà un nuovo valore simbolico (Orfeo, Amore e Psiche) e dal V. e N. Testamento, il che risponde a un aspetto del cristianesimo ben definito da un anonimo cristiano del II secolo nella lettera a Diogneto: “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per vestiti.[…].

    Abitano in città greche o barbare, come a ciascuno è toccato in sorte, ed adattandosi agli usi del paese, nel vestito, nel cibo e in tutto il resto del vivere, danno esempio di una loro forma di vita meravigliosa […].” Oltre a simboli come il pavone, l’agnello, il pesce, si notano immagini di senso cristiano come il ‘Buon Pastore’ che è proprio il soggetto che vogliamo analizzare. L’immagine è delimitata da due alberi sui quali sono appollaiate due colombe che tengono nel becco ramoscelli di olivo. Al centro il pastore, con ai suoi piedi due pecore e un’altra sulle spalle. Quest’ultimo elemento si  collega alla tipica rappresentazione greca del dio Ermete Crioforo = colui che porta l’ariete sulle spalle. Infatti una delle principali funzioni di questa divinità in epoca arcaica era quella di guida del gregge.

    E’ evidente come nell’intenzione dell’anonimo pittore la figura diventi la personificazione di Cristo, il Salvatore tra le pecore del suo gregge che sono poi i suoi fedeli secondo la parabola e il detto evangelico: “Ego sum Pastor bonus”. La rappresentazione è stilizzata al massimo per mettere in evidenza gli elementi evangelici: Cristo buon pastore dona la pace (colombe e olivo) e conduce alla salvezza (i due cerchi rosso e nero) ai discepoli (pecore).

    Preghiera del giorno – preghiera al buon pastore

    Gesù mio, sono una tua pecorella: ma quante volte mi sono allontanato da te, ho lasciato i pascoli erbosi e le acque tranquille, ho rifiutato di seguirti e di stare nel gregge; ma ho trovato sassi e spine, acque amare e serpenti velenosi; ho sperimentato  la paura, l’abbandono e il rimorso. Ma tu hai provato pena per me, mi hai chiamato e cercato e mi hai raccolto fra le tue braccia, sul tuo cuore mi hai fatto riposare. Ora che ci siamo ritrovati, mio Signore, voglio restare sempre con te, vicino a te, non voglio più separarmi da te. Amen”

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la nostra fede in Dio ci aiuti a combattere la tristezza e lo scoraggiamento

    Don’t forget! …Ricorda!

    Morto oggi Giuseppe Mazzini (1872)  

    L’UCRAINA ha la fortuna di possedere terre fertili, il che nel corso della storia le ha procurato non pochi disagi. Da sempre, infatti, sanguinose guerre sono state combattute per accaparrarsi questi territori, con effetti catastrofici per la popolazione. I vari domini stranieri hanno influito non poco sulla mentalità degli ucraini: essi sono fatalisti, pazienti e possiedono la grande abilità di “voltarsi indietro le maniche”. Un detto popolare dice: “Le cose, in qualche modo, miglioreranno”.                                                                 

     

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