Lunedì 12 febbraio 2024

     

    VI Settimana Tempo ordinario

     

    Accadde il 12 febbraio…

    1832 – L’Ecuador annette le Galápagos.

    1912 – La Cina adotta il calendario gregoriano.

    1924 – Esce il 1° numero de L’Unità, organo del Partito Comunista Italiano, fondato da A. Gramsci.

    1980 – A Roma viene assassinato Vittorio Bachelet dalle Brigate Rosse.

    2016 – Papa Francesco ed il Patriarca di Mosca Cirillo I si incontrano a L’Avana: è il primo ritrovo fra i leader della Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa dal Grande Scisma del 1054.

     

    Aforisma S. Bernardino da Siena

    Colui che parla chiaro, ha chiaro l’animo suo: chi parla scuro, significa l’animo suo scuro.

     

    Preghiera

    O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Il «primo grande padre del monachesimo di stripe germanica», antesignano della riforma cluniacense, era nato come Witiza (Vitizia) nel 750 da nobile famiglia visigota del Sud francese. Venne mandato a studiare alla corte di Pipino il Breve. Entrò poi nell’esercito di Carlo Magno, combattendo in Italia contro i Longobardi.

    Qui salvò, a rischio della sua vita, un fratello caduto nel Ticino. Questo fatto lo segnò. Tornò in Francia ed entrò nel monastero di San Sequano, vicino Digione. Ne fu abate, ma i confratelli non sopportavano la sua austerità. Allora lui se ne andò e fondò un suo monastero ad Aniane, presso Montpellier. La comunità fiorì.

    Morto Carlo Magno, divenne consigliere di Ludovico il Pio. Trascorse gli ultimi anni nell’abbazia di Inden, oggi Cornelimüster presso la residenza imperiale di Aquisgrana, dove morì nell’821. Di lì, nell’817, dettò un esempio di quelle che oggi si chiamano Costituzioni.

     

    Parola di dio Marco 8,11-13

    Vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

     

    Riflessione frammenti di vita

    Non sono bravo a indovinare l’età delle persone, ma credo che lei avesse su per giù 50 anni. Disse di essere tornata in chiesa dopo decenni di lontananza nei quali però non aveva mai smesso di cercare: voleva ricominciare a pregare, ma la sua fede era così debole che temeva di sbagliare tutto.

    Le lessi il brano di Emmaus in Luca 24. Quei due discepoli che dopo la morte di Gesù tornavano a casa perché credevano che fosse tutto finito, si sentirono dire dal tipo misterioso che camminava con loro “Stolti e tardi di cuore a credere…”. Eppure proprio loro, giunti a destinazione, rivolsero al viandante una delle più belle preghiere del Vangelo: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”.

    O come Tommaso che faceva il sostenuto con gli altri quando gli dissero di aver visto Gesù risorto: “Io se non vedo…se non tocco…non credo!”. Ma quando sette giorni dopo Gesù apparve anche a lui, si sciolse nella preghiera più sintetica e intensa mai pronunciata da uomo: “Mio Signore e mio Dio”.

    La donna non disse nulla: si mise in ginocchio, aprì il Vangelo, lo lesse e capì che la spiegazione poteva venire solo dalla quella porticina accanto alla fiammella dell’altare. E ripeté più volte quanto aveva letto, senza stancarsi. Si accorse infatti che la stanchezza viene da altre cose. 

     

    Intenzione di preghiera

    Perché ci prepariamo alla quaresima imminente con spirito di vera conversione e buona volontà.

     

    Don’t Forget!1000 quadri più belli del mondo

    CLAUDE MONET: LA GARE SAINT LAZARE

    1877 – olio su tela – 75 x 104 cm – Museo d’Orsay – Parigi

    La stazione di Saint-Lazare è una serie di 4 dipinti a olio di Claude Monet nel 1877 osservando sempre lo stesso soggetto, al tempo particolarmente affascinante per la ricerca artistica intrapresa dal padre dell’Impressionismo. L’artista veniva infatti da lunghi anni trascorsi nella campagna di Argenteuil. Dopo essersi trasferito nel quartiere Nouvelle Athènes di Parigi, il pittore iniziò a interessarsi alla raffigurazione dei paesaggi urbani. La grande presenza di strade ferrate, palazzi e nuovi scorci permise al maestro di osservare nuovi effetti della luce sulle architetture e di registrarne l’impressione sulle sue tele.

    La stazione ferroviaria si dimostrò un soggetto interessante. Ottenuta l’autorizzazione a dipingere in loco, Monet ne riprodusse ogni ambiente, dalla hall ai binari e locomotive incluse. I quadri suscitarono l’immediata approvazione di personalità importanti come Renoir e lo scrittore Émile Zola. Le opere sono oggi raccolte in svariati musei in Europa e in America, ma la più famosa è la tela conservata al Museo d’Orsay di Parigi. La stazione di Saint-Lazare riproduce il parco binari della stazione ferroviaria parigina.

    La prospettiva adottata da Claude Monet è centrale e dà grande risalto all’architettura che funge da riparo per le locomotive e i viaggiatori. Grazie ai grandi pannelli di vetro, infatti, permetteva alla luce di inondare l’intero ambiente sottostante producendo effetti di luce sempre nuovi sui mezzi di trasporto in transito. Al centro della raffigurazione spicca lo skyline di Parigi incorniciato dalla tettoia metallica che appare così come un’immensa cattedrale della modernità. Il paesaggio urbano è reso evanescente dalla presenza del fumo emesso dai treni, che rende lo sfondo sfocato e appena percepibile.

    In primo piano dominano lo sviluppo esile dei binari su cui scorrono i treni in entrata e in uscita. Tutt’attorno compaiono infine le sagome di vari personaggi, ora uomini che nella stazione lavorano, ora cittadini per i quali il luogo è solo un punto di passaggio verso altre destinazioni. «Claude Monet…quest’anno ha esposto degli interni di stazione superbi. Puoi sentire il rumore dei treni che riempiono la stazione. Puoi vedere i vapori del fumo che si addensano sotto le enormi vetrate del tetto. Questa è l’arte di oggi. Gli artisti moderni hanno scoperto la poesia delle stazioni ferroviarie, così come i loro padri avevano scoperto il fascino delle foreste e dei fiumi»

    (Emile Zola).

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