3a settimana di Quaresima
Aforisma di Antoine de Saint-èxupèry
“Quando lavoriamo per i soli beni materiali, ci costruiamo, con le nostre mani, la nostra prigione.”
Preghiera del giorno
Nella tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa, e poiché non può vivere senza di te, guidala sempre con la tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
San Rodrigo di Cordova
Fu prete a Cordova, nell’Andalusia, un territorio allora sotto il dominio arabo. Uno dei suoi fratelli era rimasto cristiano e l’altro invece si era fatto musulmano. Rodrigo viene ucciso da musulmani, ma non si tratta in questo caso di persecuzione. È vittima, infatti, di risse familiari, fraterne.
Tenta di mettere pace tra i due fratelli di fede diversa, ma senza riuscirvi. Un giorno per separarli Rodrigo viene picchiato, rimanendo privo di sensi. A quel punto il fratello muscoloso lo porta via e, all’insaputa di Rodrigo, dice alla gente che, gravemente malato, si è fatto anche lui muscoloso.
Rodrigo, però, si ripresenta vestito da prete: è lo stesso fratello a portarlo davanti a un giudice musulmano, accusarlo di apostasia e farlo condannare a morte.
Parola di dio del giorno Luca 6,36-38
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga a Nazareth: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarèpta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Riflessione di don Andrea Lonardo
Dopo la vittoria ai mondiali di pallavolo nel 1990 Andrea Lucchetta riflette: «…quando siamo arrivati sul podio, quando abbiamo alzato la coppa al cielo…alla fin fine ho realizzato che questo sogno era finito, quello con cui avevi cercato di lottare, di vincere, avevi cercato comunque di sacrificarti per poter arrivare poi a raggiungerlo, se n’era andato. Cosa ti rimaneva? La tristezza dell’attimo fuggente.
Per cui mi sono sentito svuotare completamente». L’uomo ha sempre sete, come la samaritana al pozzo, l’uomo sempre ritorna a un pozzo ad attingere nuova acqua, perché i sorsi già attinti non dissetano mai pienamente. Così è, nella leggenda, di Alessandro Magno: giunto ai confini della terra piange, perché ormai le sue conquiste sono terminate. Così è di Giacomo Leopardi che avverte che ogni successo umano, ogni amore ricambiato, mai soddisferà il cuore umano, che è troppo grande rispetto a ciò che esiste e alla brevità della vita e alle possibilità della conoscenza.
Così è della samaritana al pozzo, che sempre torna ad attingere e mai è sazia, proprio quella samaritana messa a nudo dal Cristo che le ricorda che ha avuto cinque mariti e quel sesto con cui ora vive non le basta ancora: nessun amore umano è sufficiente alla sete dei cuori. Di abbeverarsi ad altro ognuno ha bisogno, perché la finitezza del vivere sia buona, in quanto ormai carica di infinito…
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché non smettiamo mai di cercare quel cibo, quell’acqua, quella parola che sola è in grado di spegnere per sempre la nostra sete, fame e desiderio di infinito.
Don’t forget! Grandi Personaggi e Veri Cristiani
Antoni Gaudí i Cornet 1852-1926
L’architetto Antoni Gaudí i Cornet è considerato tra i massimi esponenti del modernismo e diede vita a una genialità rivoluzionaria che creò un linguaggio architettonico personale e incomparabile. Antoni sarebbe nato il 25-6-1852 a Reus (o secondo altri a Riudoms dove la famiglia trascorreva l’estate).
Proveniva da una famiglia di calderai, il che permise al giovane Gaudí di acquisire quando aiutava il padre nel laboratorio familiare, una particolare abilità nella gestione dello spazio e del volume. Gaudí era bambino di salute delicata e per questa ragione trascorreva lunghi periodi di riposo nelle montagne di Riudoms dove contemplava la natura, che considerava sua grande maestra e fonte della conoscenza più elevata, in quanto opera di Dio Creatore. Fu così che ritrovò l’essenza e il senso dell’architettura nel seguire i modelli da essa stessa creati e nel rispettarne le leggi.
Per questo Gaudí affermava che: “L’originalità consiste nel ritorno alle origini.” Nel 1870 si traferì a Barcellona per frequentare i corsi di architettura e contemporaneamente lavorava per pagarsi gli studi. Fu uno studente irregolare ma che manifestava comunque già indizi della sua genialità. Quando, nel 1878, concluse gli studi presso la scuola di Architettura, il direttore, Elies Rogent, dichiarò: “Non so se abbiamo conferito il titolo a un pazzo o a un genio, col tempo si vedrà.”
Dopo aver ottenuto la laurea, Gaudí si stabilì nell’ufficio di via Call a Barcellona e cominciò a creare la sua inconfondibile eredità architettonica che sarà classificata Patrimonio dell’Umanità. Ma l’incontro decisivo avvenne a metà del 1878, quando il caso volle che la strada dell’artista e quella dell’industriale Eusebi Güell, si incrociassero.
Quello che nacque in quel momento non fu solo un rapporto cliente-architetto, ma fu piuttosto un vincolo di mutua ammirazione e passioni condivise su cui si basò un’amicizia che diede all’artista l’opportunità di cominciare una traiettoria professionale piena, in cui poter sviluppare tutte le sue qualità artistiche.
Oltre ai lavori svolti per Güell, Gaudí ricevette un’elevata quantità di commissioni e iniziò un’innumerevole quantità di progetti. Molti di essi si convertirono in realtà, altri restarono solo sulla carta. Durante la fase della maturità, i capolavori si succedettero uno dopo l’altro: la Torre Bellesguard, il Park Güell, il restauro della cattedrale di Maiorca, la chiesa di Colonia Güell, la Casa Batlló, La Pedrera e, infine, la Sagrada Familia.
Curiosamente l’aumento della sua fama di architetto coincise con il suo progressivo ritiro dalle apparizioni pubbliche. Gaudí che in gioventù aveva frequentato teatri, concerti e dibattiti, passò dall’essere un giovane dandy dai gusti culinari raffinati, a trascurare l’aspetto personale, mangiare frugalmente e rifuggire la vita sociale per dedicarsi con fervore a un sentimento mistico e religioso. Morì il 10 giugno 1926, investito da un tram mentre si stava recando, come ogni sera, alla Sagrada Família.
Nessuno immaginò che quell’anziano trascurato e senza documenti fosse il celebre architetto; trasportato all’Ospedale, venne riconosciuto dal prete della Sagrada Família. Il funerale fu celebrato due giorni dopo nella sua Sagrada Família e i barcellonesi vi parteciparono in massa per dare l’ultimo addio all’architetto più geniale e universale che la città abbia mai avuto.
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