Lunedì 22 aprile 2024

     

    4.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 22 aprile…

    1500 – Il navigatore portoghese Pedro Álvares Cabral è il 1° europeo ad avvistare le coste del Brasile

    1529 – Il Trattato di Saragozza precisa quello di Tordesillas fissando la divisione dell’emisfero ovest tra Spagna e Portogallo indicando la linea di demarcazione a 297,5 leghe a ovest delle Molucche.

    1915 – 1.a guerra mondiale: a Ypres, Belgio, i tedeschi fanno ricorso all’iprite: è il primo episodio di guerra chimica della storia dell’uomo.

    1970 – Celebrazione della prima Giornata della Terra

    2005 – Il presidente Ciampi incarica Silvio Berlusconi di formare un nuovo governo

     

    Aforisma filippesi 4

    Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

     

    Preghiera colletta

    O Dio, luce perfetta dei santi, che ci hai donato di celebrare sulla terra i misteri pasquali, fa’ che possiamo godere nella vita eterna la pienezza della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. Leonida

    L’editto dell’imperatore Settimio Severo riempì l’Egitto di martiri: tra questi c’è Leonida insigne maestro di Alessandria, che ebbe il capo troncato nel 204, lasciando orfani sette figli, il maggiore dei quali, appunto Origene, che aveva solo 17 anni, ma già mostrava precoce ardore per gli studi biblici.

    Eusebio di Cesarea, storico ecclesiastico, narra con dovizia di particolari l’educazione impartita da Leonida al giovane Origene, sottolineando l’amore paterno e la venerazione per la precoce devozione del figlio. La tradizione agiografica greca inserisce Leonida tra un gruppo di martiri celebrati il 5-6. Il Martirologio Romano lo commemora invece il 22 aprile, sebbene l’identificazione con il martire di Corinto presente nel Geronimiano sia incerta.

     

    Parola di Dio del giorno

    Giovanni 10,1-10

    Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce.

    Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.

    Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Non è chiaro che relazione possa mai esserci fra la ciotola delle monetine rosse in sagrestia, l’ospite straniero che non ha tutte le rotelle a posto e la Messa quotidiana al Patronato: nessuna, vien da dire ma…Il fuori di testa è un “frequentatore seriale” di Messe non per ragioni di fede, ma per le mance che i fedeli non fanno mancare.

    Ma si sa che alla lunga ci si stanca anche di far la carità e il nostro a un certo punto si trovò obbligato a cambiar metodo. Ultimamente aspettava che il sagrestano avesse deposto sui gradini dell’altare il cesto delle elemosine, poi si alzava e andava a offrire le monetine rosse prelevate di nascosto dalla ciotola in sagrestia. L’offerta era insignificante, ma anche il prelievo lo era; rimaneva la bontà del gesto in sé, visto che era l’unico straniero a farlo.

    Qualcosa però non quadrava: perché alzarsi per ultimo e attraversare tutta la chiesa per due cent? Lui infatti con la vedova povera del Vangelo, a parte gli spiccioli, ha poco a che vedere. Finché qualcuno ha osservato che il tizio si attardava a ritirare la mano dal cestino, scoprendo che mettere le monetine rosse di 1 o 2 cent. era un pretesto per togliere quelle grigie di 1 o euro, senza farsi accorgere.

    Non gli si è detto niente, ma il cesto ora viene chiuso nell’armadio e la ciotola dei centesimi rimane piena. Ma a fine Messa gli si dà la mancia, giusto per evitargli di “ricadere in tentazione”.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i bambini di Gaza perché sia loro concesso di vivere una vita senza guerre e violenze.

     

    Don’t Forget! Grandi Figure di preti bergamaschi

    Don Giovanni Antonio Rubbi 1693-1785

    Un prete, don Rubbi, che passa con disinvoltura dalla stola al grembiule; passa la giornata in confessionale (il paragone col Curato d’Ars è obbligatorio) e si lascia “mangiare” dalla gente che accorre a lui, dato che basta la sua benedizione per sconfiggere mali di ogni tipo. In bergamasca lo chiamano ancora “ol Preòst Sant” e ne parlano come uno di famiglia, anche se la sua vicenda umana inizia più di tre secoli fa, quando nasce a Zogno nel 1693. Ordinato prete nel 1718, prima è cappellano alle Tre Fontane di Zogno, poi vice parroco a Poscante e nel 1727 è nominato parroco di Monte di Nese.

    Nel 1740 è nominato prevosto di Sorisole dove rimane per 45 anni e dove muore il 15-3-1785, a quasi 92 anni. Si distingue come prete del confessionale, in cui resta ore e ore ogni giorno, assediato in principio solo dai parrocchiani e poi da un sempre crescente numero di pellegrini. Se poi a questa si aggiunge anche la fama di taumaturgo, allora le masse si spostano, tanto che il povero parroco di Sorisole diventa un caso e un problema. Da alcuni scambiato per “santone”, da altri visto come un guaritore e, da una parte stimato autentico uomo di Dio, attorno a lui nascono problemi di sicurezza, di ordine pubblico e di viabilità.

    Mentre la sua popolarità cresce e un’autentica fiumana di gente intasa le strade in direzione di Sorisole, attorno a lui attecchisce la malapianta della diffidenza e gelosia da parte di confratelli che si vedono chiese e confessionali svuotati da un prete che non ha nulla ha più di loro, a eccezione della santità che lui ha da vendere se accetta in silenzio l’interdetto, col divieto di benedire, con cui lo colpisce il vescovo nell’agosto 1772, interdetto revocato tre mesi dopo, quando accorgendosi di essere stato manipolato da preti invidiosi e maldicenti, ritorna sui suoi passi.

    È osteggiato infatti anche dai preti di tendenza giansenista che non gli perdonano la troppa misericordia con cui accorda l’assoluzione e dai medici che non capiscono come i rudimentali rimedi suggeriti dal parroco servano a nascondere i “miracoli” coi quali Dio conferma quella vita semplice e buona. Nel 1773 si vede recapitare una serie di preziosi paramenti sacri, dono dalla duchessa di Parma Maria Amalia d’Asburgo, ritenuta sterile e diventata madre grazie alla sua benedizione; o l’acqua sgorgata dalla roccia percossa col suo bastone; la suora guarita “a distanza” toccando un suo indumento, singoli viandanti e intere popolazioni scampate a pericoli e incendi, malati misteriosamente guariti all’istante dopo che erano stati dati per spacciati dai medici.

    “Mi pare siano tornati i tempi di Gesù Cristo e delle sue prodigiose guarigioni in persone di tutte le nazioni confinanti con la Galilea!”, dice di lui papa Clemente XIV e con il Papa concordano cardinali, vescovi e fedeli che hanno la fortuna di incontrarlo. Per questo la Chiesa di Bergamo si sta impegnando a promuovere il processo per la sua beatificazione.

     

     

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