3a settimana di Quaresima
nell’immagine un quadro di Aert de Gelder
Solennità dell’Annunciazione del Signore
Data l’importanza dell’evento che oggi la Chiesa ricorda, la Vergine Maria è chiamata la Santissima Annunziata. Il computo esatto di nove mesi che separano questo giorno dalla data liturgica della Natività del Signore, ci dà il 25 marzo; anticamente, però, il mistero dell’Incarnazione si celebrava poco prima di Natale in oriente, a Milano e a Ravenna; poi in Spagna il decimo Concilio di Toledo, nel 656, prescrisse di trasferire questa festa da marzo al 18 dicembre, a motivo della Quaresima. Nel Medioevo l’Annunciazione segnava, in molte località, l’inizio dell’anno civile ed era punto di riferimento per la numerazione degli anni. Poi si impose il Natale come inizio dell’era cristiana. Nel 1972, il Messale di Paolo VI denomina l’odierna festa come «Annunciazione del Signore», ma due anni dopo, nella esortazione apostolica Marialis cultus, la interpreta come «festività di Cristo e insieme della Vergine». Il contenuto centrale di questo annuncio è senza dubbio Cristo, oggetto di tutto il Vangelo, ma mette anche in rilievo la persona di Maria chiamata a entrare nel dialogo tra Dio e l’umanità mediante una risposta di fede esemplare e l’opera materna per la nascita del Figlio di Dio nella condizione umana. Dio non impone la sua volontà alla creatura libera, ma chiede il consenso all’umile Vergine di Nazaret; consenso che porta Ireneo di Lione, uno dei primi padri della Chiesa, a riscontrare in Maria la nuova Eva che «obbedendo, divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano. Ciò che Eva aveva legato per la sua incredulità, Maria l’ha sciolto per la sua fede». Osserva giustamente padre Stefano De Fiores che «la collaborazione di Maria con lo Spirito Santo, nel realizzare il capolavoro della storia della salvezza, cioè l’Incarnazione del Figlio di Dio, continua armonicamente ogni volta che si attuano meraviglie di grazia nella storia dell’umanità. In particolare Maria coopera, con amore di madre, alla rinascita dei figli di Dio».
Aforisma del giorno (Madre Teresa di Calcutta)
«La nostra opera per le anime è grande, ma senza penitenza e molto sacrificio sarà impossibile»
Iniziamo la Giornata pregando
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Per il nostro Signore… Amen
Riflessione del giorno (Commento al Vangelo)
La stupenda pagina evangelica dell’annunciazione, trovò fin dal sec. II una precisa espressione nelle formule del Credo e nell’arte cristiana. Solo nel sec. VII in poi tale festa fu celebrata con solennità il 25 marzo, 9 mesi prima della nascita del Signore, e giorno in cui sarebbe avvenuta la crocifissione di Gesù. Dio non è entrato nel mondo con forza: ha voluto «proporsi». Il «si» di Maria è la definitiva realizzazione dell’alleanza: in lei è presente tutto il popolo della promessa: l’antico (Israele) e il nuovo (Chiesa); «il Signore è con lei», cioè Dio è il nostro Dio e noi siamo per sempre il suo popolo. Il primo, l’unico «sì» del Figlio che facendo il suo ingresso nel mondo ha detto: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà», riceve la risposta del Padre, il quale, dopo l’offerta dolorosa della passione, sigillerà nello Spirito, con la risurrezione di Gesù, la salvezza per tutti nella Chiesa. L’Incarnazione è anche il mistero della collaborazione di Maria alla salvezza ricevuta in dono. Ci svela che Dio per salvarci ha scelto il «metodo» di passare attraverso la creatura: «…e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…e noi vedemmo la sua gloria». Ripetendo a ogni messa: «Fate questo in memoria di me», il Signore ci insegna a «dare» anche noi il nostro corpo e sangue ai fratelli. Così rendiamo credibile la salvezza di Dio, incarnandola nei «sì» di ogni giorno sull’esempio di Maria.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i sacerdoti dell’Associazione preti del Patronato che oggi rinnovano le promesse.
Don’t Forget
Oggi i sacerdoti del Patronato S. Vincenzo rinnovano le promesse di appartenenza all’associazione fondata da don Bepo quasi 70 anni orsono con la celebrazione dell’Eucaristia alle ore 11,00 presso l’Agro di Sopra ovvero la casa dove vive don Roberto Pennati.
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