martedì 26 marzo ’19

    3a settimana di Quaresima

     

     

    nell’immagine un quadro di Aert de Gelder

     

    Il proverbio del giorno (Proverbi della Bibbia)

    Frena le tue labbra: fra molte parole inutili erompe sempre qualche sciocchezza.

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Signore, tu non ci nutri soltanto di cibo terreno, non ci fai vivere solo di pane, ma di ogni tua santa parola; se ci priviamo per tuo amore di qualche alimento, veniamo saziati in modo più alto e più vero. E se cibo e bevanda sono vigore del corpo, rinunce e dominio di sé ritemprano il cuore. Grande salvezza hai posto per noi nel tuo dono, tu, che hai voluto questa lunga astinenza perché digiunando torniamo a quel paradiso da cui una fame orgogliosa, non dominata, ci escluse. Amen

     

    PIETRO DI SEBASTE

    A Sivas nell’antica Armenia, san Pietro, vescovo e fratello minore di san Basilio Magno, fu insigne difensore della retta fede contro l’eresia ariana.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio del giorno (Mt 18,21-35)

    Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.  Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

     

    Riflessione del giorno (Frammenti di vita)

    Non è mai stato un modello di virtù e le dipendenze gli hanno complicato la vita condannandolo alla sopravvivenza e facendolo finire per strada. Ma da buon sudamericano la fantasia e la creatività non gli sono mai mancate, unite a notevole tenacia: il che se non l’ha tolto dagli impicci, gli ha permesso almeno di stare a galla. Così ha risolto il problema del dormire cominciando anzitutto da una chiesetta, dove si nascondeva, facendosi chiudere dentro e passandovi al sicuro la notte. Scoperto e invitato a cambiare aria, si è rifugiato nel Cimitero di Bergamo dove ha fatto di una cappella funeraria il suo personale dormitorio: “Era l’ideale: nessuno disturbava e il riposo era garantito” afferma senza ombra di ironia. La cosa è andata avanti per qualche tempo, ma alla fine ci ha pensato la polizia a sloggiarlo. Inutile tentare di convincerlo a ricorrere al dormitorio pubblico: spirito libero e visionario com’è ha continuato a cercare soluzioni alternative facendosi cacciare via ogni volta. Ultimamente staziona nella sala d’aspetto del pronto soccorso: si siede sulla sedia a rotelle con le cartelle (finte) in mano e a chi gli chiede cos’abbia, risponde di essere “codice bianco” e si addormenta in pace.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per noi e per quanti incontreremo oggi sul nostro cammino.

     

    Don’t Forget! – 259° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

     

    Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666) fu soprannominato Guercino a causa di uno strabismo congenito. Avendo mostrato sin da bambino talento per il disegno, fu mandato dal padre a imparare il mestiere a Bologna, dove studiò le opere dei Carracci.

    GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI detto il GUERCINO: INCREDULITÀ DI S. TOMMASO1621 – Olio su tela – 115×142 cm – Musei Vaticani Roma

     

    Dal 1612 gli vengono affidate commissioni importanti e Guercino decide di fondare una scuola di pittura a Cento. Si reca a Venezia dove può ammirare le opere di Tiziano e Jacopo Bassano e a Roma dove realizza le decorazioni del Casino Ludovisi e altre opere.  Alla morte di papa Gregorio XV torna in Emilia dove muore nel 1666. Fra i suoi innumerevoli capolavori scegliamo questo quadro che narra il celebre episodio evangelico in cui Tommaso vuole accertarsi della verità dell’apparizione toccando con mano il corpo di Gesù: è raffigurato nell’atto di mettere le dita nella ferita del costato. E’ uno dei temi più frequenti nella pittura religiosa del XVII secolo perché dava modo agli artisti di sperimentare soluzioni per diversi problemi molto sentiti all’epoca: il realismo della resa anatomica del corpo nudo, in questo caso quello di Cristo, lo stupore nei volti degli astanti, i giochi di luce e ombra. Il quadro del Guercino rispetto a quello del Caravaggio intende sottolineare i significati “teologici” dell’evento, d’accordo con le disposizioni della Contro-riforma cattolica: così i tre apostoli a destra sono disposti in modo da commentare il famoso inno di S. Tommaso d’Aquino (1264) “Adoro te devote”. “Visus, tactus, gustus in te fallitur, sed auditu solo tuto creditur” (La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano, ma solo con l’udito si crede con sicurezza). Tommaso rappresenta il tatto, l’apostolo dietro, l’udito (si vede solo l’orecchio) e l’altro ancora la vista: i 3 rimangono in ombra a indicare la mancanza di fede. Invece l’altro apostolo cioè S. Pietro è illuminato cioè può capire perché crede (l’agostiniano “credo ut intelligam”) e si mette al seguito di Gesù. Il Signore è vestito di azzurro che è il colore del cielo e allude alla nuova realtà del Risorto.

     

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