Lunedì 25 settembre 2023

     

    XXV Settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di S. Serafino di Sarov

    Quanto alla preghiera nulla la impedisce: ognuno ha la possibilità di pregare, il ricco e il povero, l’uomo benestante e quello indigente, il forte e il debole, il sano e il malato, il virtuoso e il peccatore.

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti possiamo giungere alla vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli Amen

     

    Santo del giorno

    S. SERGIO e i suoi genitori furono scacciati dalla loro casa dalla guerra civile e si guadagnarono da vivere facendo i contadini a Radonez, a nord-est di Mosca. A 20 anni Sergio inizia una esperienza di eremitaggio, col fratello Stefano, nella foresta.

    Presto altri si uniscono a loro e nel 1354 si trasformano in monaci, conducendo vita comune. Nasce così il monastero della S. Trinità (Troice-Lavra), che diventa punto di riferimento per il monachesimo russo. Nel 1375 Sergio rifiuta la sede metropolitana di Mosca, ma usa la sua influenza per mantenere la pace fra i principi rivali.

    È stato uno dei primi santi russi ad avere visioni mistiche. Attraverso il suo discepolo Nil Sorskij diffuse l’esicasmo, la preghiera resa celebre dai «Racconti di un pellegrino russo». Il monastero della Trinità di Serghiev Posad è tuttora meta di pellegrinaggi. Fu canonizzato in Russia prima del 1449.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 8,16-18

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

     

    Riflessione Frammenti di vita

    “Ho un problema e non so che fare…” aveva detto e così mi sono reso disponibile ad ascoltarla. Dopo un quarto d’ora, il suo racconto si era già popolato di una dozzina di nomi oltre al suo e già intuivo che il suo non era uno, ma un groviglio di problemi. Dopo mezz’ora i nomi erano diventati più di venti e a me pareva di essere come chi deve unire i punti per scoprire l’immagine nascosta, solo che in questo caso i punti non erano numerati e temevo il momento in cui mi avrebbe chiesto consiglio.

    Ci ha pensato lei a togliermi dall’imbarazzo concludendo: “La mia è una vita molto “incasinata” e non pretendo che lei risolva problemi così complessi. Mi basta che mi abbia ascoltata e la ringrazio per questo”. Mi è venuta in mente la saggezza di questa signora ascoltando quegli esperti, politici, intellettuali, giornalisti che a domande e problemi complessi a volte rispondono con slogan da spot pubblicitario, solo per compiacere la fettina di opinione pubblica che la pensa come loro.

    Ma non si risolvono guerre, migrazioni, crisi, mutamenti climatici, con frasi fatte che fanno capire che non si è capito nulla o con cure drastiche che sono peggio del male. La complessità chiede di essere compresa, abitata e, se non si può far altro, sopportata, sapendo che i problemi, come tutto il resto, nascono, crescono, invecchiano e muoiono.          

     

    Intenzione di Preghiera

    Per gli ex-allievi del Patronato defunti perché don Bepo alla porta del paradiso li accolga e li presenti al buon Dio come aveva promesso.

     

    Don’t Forget! Personaggi famosi e veri cristiani

    STANLEY JAKI

    FISICO, ACCADEMICO, FILOSOFO, TEOLOGO E RELIGIOSO CATTOLICO

    1924-2009

    Lo scienziato, storico e filosofo della scienza STANLEY L. JAKI è nato a Györ (Ungheria): fin da piccolo sentì la vocazione sacerdotale che realizzò nell’ordine benedettino nel quale aveva effettuato i primi studi. Dopo aver conseguito la licenza in teologia nel 1950 al S. Anselmo di Roma, è stato inviato all’abbazia di St. Vincent in Pennsylvania. In questo periodo la sua vita è stata segnata dalla temporanea perdita della voce per dieci anni il che però non gli impedì di continuare i suoi studi.

    Dal 1965 Jaki assunse la docenza presso la Seton Hall University nella quale rimase fino alla morte sopravvenuta il 7-4-2009 a Madrid per attacco cardiaco. La sua instancabile attività si è concretizzata con la pubblicazione di 50 libri e 350 articoli. È da segnalare l’ottenimento di prestigiosi traguardi come la nomina a membro della Pontificia Accademia delle Scienze nel 1990 e il conseguimento del Premio Templeton nel 1987. Per chi voglia approfondire il tema del dialogo fra pensiero scientifico e teologia cattolica alla luce dello sviluppo storico della scienza, l’opera di Stanley Jaki è e resterà un riferimento obbligato e una fonte preziosa di giudizi sintetici, di documentazione e anche di citazioni originali spesso trascurate o censurate dalla pubblicistica politically correct.

    Il suo libro più noto in Italia è Le strade della scienza e le vie verso Dio (Jaca Book 1988), una potente cavalcata attraverso la storia della scienza che vuol dimostrare come «una scienza fattibile è nata solo all’interno di una matrice culturale permeata dalla ferma convinzione che la mente umana fosse capace di individuare nel regno delle cose e delle persone un segno del loro creatore». Per riprendere un tema da uno dei suoi ultimi libri, c’è un confine invalicabile fra quel che la scienza può stabilire (ossia fra ciò che può essere misurato dalle scienze esatte), e quel che invece spetta alla filosofia e alla religione (ossia tutto ciò che non può essere misurato con i metodi scientifici).

    Solo l’uomo può fare una sintesi di questi di campi che non comunicano fra loro, e nessuno dei due campi (ad es. la scienza) può pretendere di invadere l’altro. Padre Jaki usava la figura di un pallone aerostatico, che si libra sopra una catena montuosa, esattamente sopra lo spartiacque. Le acque dei due bacini acquiferi non comunicano, ma l’uomo può vederli e utilizzarli entrambi. La sua riflessione è di formidabile attualità in un mondo dove la scienza pretende di avere l’ultima parola sempre e su tutto e si propone (insieme all’economia e alla finanza) come la sola via sicura per la salvezza del mondo.

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