XXII Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di C.S. Lewis
Le persone egoiste e nevrotiche possono distorcere qualunque cosa, persino l’affetto, e farlo diventare causa di infelicità o di sfruttamento.
Preghiera del giorno
Signore del tempo e dell’eternità, tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro: per questo oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria, la forza e la prudenza, la carità e la saggezza. Voglio vivere questo giorno con ottimismo e bontà, chiudi le mie orecchie a ogni falsità, le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste o in grado di ferire, apri invece il mio essere a tutto quello che è buono, così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni e le sparga a ogni mio passo. Riempimi di bontà e allegria perché quelli che convivono con me trovino nella mia vita un po’ di te. Amen.
Santo del giorno
Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello. Giovanni riprese il re di quella colpa, dicendogli francamente che non gli era lecito vivere con la moglie di suo fratello. Erode lo fece rinchiudere in prigione della fortezza di Macheronte.
Nel giorno del compleanno di Erode, durante il banchetto a corte, la figlia di Erodiade si pose a danzare ed Erode le promise di concederle qualunque cosa avesse domandato. Salome non sapendo cosa chiedere, corse da sua madre che le ordinò di chiedere la testa di Giovanni. Erode, benché afflitto da questa domanda, ordinò che fosse accontentata.
Per questo, Giovanni Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità. Egli è l’amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa di fronte a Cristo, sole di giustizia: ‘Ora la mia gioia è compiuta; egli deve crescere, io diminuire’.
Parola di Dio del giorno
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Riflessione del giorno
Celebrare il martirio di S. Giovanni Battista ricorda anche a noi, cristiani di questo nostro tempo, che non si può scendere a compromessi con l’amore a Cristo, alla sua Parola, alla Verità. La Verità è Verità, non ci sono compromessi.
La vita cristiana esige, per così dire, il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni. Ma questo può avvenire nella nostra vita solo se è solido il rapporto con Dio.
La preghiera non è tempo perso, non è rubare spazio alle attività, anche a quelle apostoliche, ma è esattamente il contrario: solo se siamo capaci di avere una vita di preghiera fedele, costante, fiduciosa, sarà Dio stesso a darci capacità e forza per vivere in modo felice e sereno, superare le difficoltà e testimoniarlo con coraggio. San Giovanni Battista interceda per noi, affinché sappiamo conservare sempre il primato di Dio nella nostra vita.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per i perseguitati a causa della giustizia: con la medesima forza che animò il Battista, proclamino che Gesù è via, verità e vita.
Don’t forget! Vite straordinarie
Rudolf Allers (Vienna 13-1-1883 – Hyattsville 14-12-1963)
Fu l’unico cattolico a far parte del primo gruppo psicoanalitico di Freud. Successivamente si è staccato anche dal gruppo di Adler assieme a Oswald Schwarz. Ha insegnato nell’università di Vienna (1919). Nel 1908 ha sposato Carola Meitner, sorella di Lise fisica e collaboratrice del premio Nobel Otto Hahn. È stato maestro di Viktor Frankl, guida di Hans Urs von Balthasar ed amico della santa Edith Stein.
Sia von Balthasar sia la Stein hanno abitato diversi mesi in casa degli Allers a Vienna. Ha studiato il metodo preventivo di Giovanni Bosco e le sue applicazioni pedagogiche, e su invito di padre Agostino Gemelli, è stato in Italia per studiare la filosofia di San Tommaso presso l’Università Cattolica di Milano laureandosi in Filosofia nel 1934. Nell’antropologia di San Tommaso ha trovato il fondamento psicologico di una psicologia integrale, della quale sviluppare il lavoro che lo ha occupato per tutta la vita.
Con l’annessione dell’Austria al Terzo Reich, è emigrato negli Stati Uniti, dove ha insegnato presso la Catholic University of America di Washington D.C. (1938 – 1948), e in seguito presso la Georgetown University di Washington D.C. È sepolto nella St. Mary’s Cemetery di Washington D.C. Secondo Allers «l’unica persona che possa essere interamente libera dalla nevrosi è quella che passa la vita in una sincera dedizione ai doveri naturali e soprannaturali e che ha costantemente affermato la sua posizione come creatura e il suo posto nell’ordine del creato; in altre parole, al di là del nevrotico c’è solo il santo».
Eppure, ripeteva, la strada per battere la nevrosi è meno lontana di quanto si pensi: «Per guarire una nevrosi non è necessaria un’analisi che discenda fino alle profondità dell’inconscio, per tirare fuori chi sa quali reminiscenze, né un’interpretazione che veda le modificazioni o maschere dell’istinto nei nostri pensieri, sogni e atti. Per guarire una nevrosi è necessaria la vera metanoia, una rivoluzione interiore che sostituisca l’umiltà all’orgoglio, l’abbandono all’egocentrismo. Se diventiamo semplici, possiamo vincere l’istinto con l’amore, che costituisce – se gli è veramente dato di svilupparsi – una forza meravigliosa e invincibile».
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