lunedì 6 settembre ’21

     

    23.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Nulla est voluptas quae non absiduitate fastidium pariat.

    Non v’è piacere che con la sua assiduità non rechi noia.

     

    Preghiera del giorno

    Verbo, splendore del Padre, nella pienezza dei tempi tu sei disceso dal cielo, per redimere il mondo.
    Il tuo Vangelo di pace ci liberi da ogni colpa, infonda luce alle menti, speranza ai nostri cuori.

    Quando verrai come giudice, fra gli splendori del cielo, accoglici alla tua destra nell’assemblea dei beati.

    Sia lode al Cristo Signore, al Padre e al Santo Spirito, com’era nel principio, ora e nei secoli eterni. Amen.

     

    Santo del giorno

    SAN BRUNO prete e monaco. Nato a Colonia, in Germania nel 1030 e vissuto poi tra il suo paese, la Francia e l’Italia, dove morì nel 1101, Bruno, professore di teologia e filosofia, scelse la vita eremitica.

    Trovò 6 compagni e il vescovo Ugo di Grenoble li aiutò a stabilirsi in una località detta «chartusia» (chartreuse in francese).

    Lì costruirono un ambiente per la preghiera comune, e 7 baracche dove ciascuno viveva pregando e lavorando: vita da eremiti, con momenti comunitari.

    Quando Bruno insegnava a Reims, suo allievo era Oddone di Châtillon. Nel 1090 fu eletto papa col nome di Urbano II, che lo scelse come consigliere e riconobbe l’autonomia per il monastero poi noto come Grande Chartreuse.

    In Calabria nella Foresta della Torre costruì un altro monastero: è il luogo accanto al quale sorgeranno poi le prime case dell’attuale Serra San Bruno.

     

    La Parola di Dio del giorno Luca 6,6-11

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata.

    Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.

    Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.

    Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?».

    E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.

    Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

     

    Riflessione per il giorno (Ravasi – Mattutino)

    I suoi discepoli avevano definito i suoi discorsi e i suoi scritti «perle di saggezza». Il maestro non si dimostrò molto entusiasta di questa definizione.

    Gli chiesero la ragione di questa sua riserva. «Avete mai visto perle che crescono se sono seminate in un campo?», fu la sua replica.

    Nella magniloquenza del passato, per scritti o discorsi di maestri dello spirito o delle lettere si usava l’espressione «perle di saggezza».

    È quello che fanno nei confronti del loro maestro anche i discepoli di questo apologo orientale. La replica è, però, illuminante.

    Troppe parole e azioni hanno, infatti, la funzione di abbellire coloro che le pronunciano o compiono. Sono appunto collane di perle che, certo, brillano ma sono da indossare per essere più appariscenti.

    Anche per questo, Cristo – che pure non ignora il paragone delle perle («Non gettate le vostre perle davanti ai porci…», Matteo 7,6) – preferisce ricorrere a immagini vive come quella del seme di grano (o di senapa) che, «caduto in terra, muore e produce molto frutto» (Giovanni 12, 24).

    Bisogna, quindi, dire e fare cose belle ma anche buone, affascinanti ma anche feconde, luminose ma anche calorose. Concludiamo con un’altra parabola orientale.

    Si accorreva per ascoltare un maestro dall’eloquio incantevole. Ma un ascoltatore rimase attratto solo dal flusso mirabile delle frasi e non fu toccato nel cuore.

    Allora un discepolo del maestro spiegò: «Devi fare come se si trattasse di un albero autunnale: scuoti l’albero del discorso, fa’ cadere a terra tutte le foglie delle parole; quello che rimarrà è il frutto che nutrirà la tua anima».

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché nel nuovo anno scolastico che sta iniziando gli alunni ricevano una preparazione culturale di valore e una formazione umana autentica.

     

    Don’t forget! Foto storiche

    KOSOVO, MARZO 1999 Il piccolo Agim Shala, rimasto solo nel campo profughi di Kukes, viene fatto passare al di là del filo spinato dove a prenderlo in braccio ci sono i suoi nonni.

    FOTO CAROL GUZY, PREMIO PULITZER 2000

     

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