nell’immagine un dipinto di Susan Ricker Knox
Aforisma del giorno (Teresa di Lisieux)
Attorno agli ammalati bisogna essere allegri.
Iniziamo la Giornata Pregando (Orazione per i malati)
O Cristo, medico dei corpi e delle anime veglia sui nostri fratelli infermi e sofferenti e, come il buon samaritano, versa sulle loro ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza. Con la grazia risanatrice del tuo Spirito Santo, illumina la difficile esperienza della malattia e del dolore, perché sollevati in corpo e anima si uniscano a noi nel rendimento di grazie al Padre delle misericordie. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
V. MARIA DI LOURDES
La festa si collega alle apparizioni della Vergine Maria a Bernadette Soubirous (11-02 – 16-07-1858) presso la grotta di Massabielle. Oggi è la GIORNATA DEI MALATI. Dal 1993, si celebra tale FESTA come “momento speciale di preghiera, condivisione e offerta della sofferenza”. A Giovanni Paolo II era stato diagnosticato il Parkinson già nel 1991 ed è significativo che abbia deciso di creare la Giornata mondiale del malato, un solo anno dopo.
La Parola di Dio del giorno (Marco 6,53-56)
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Riflessione del giorno (Lourdes)
Solo da quattro anni Pio IX aveva additato alla Chiesa il segno luminoso della potenza salvatrice accordata dal Padre al Redentore: Maria, sua Madre, ripiena di Spirito Santo, totalmente preservata dal peccato, è Immacolata. L’11 febbraio 1858, Maria si manifestò come «l’Immacolata» a Bernardette Soubirous nella grotta di Massabielle negli alti Pirenei, per 18 volte fino al 16 luglio. Il perenne «miracolo» di Lourdes è l’Eucaristia. Al di là del «fenomeno» religioso rimangono gli effetti del messaggio fondamentale del Vangelo, richiamato con forza da Maria: la «conversione», e del grande gesto di Cristo: dare il proprio corpo e sangue» per la salvezza degli uomini. L’accettazione gioiosa della sofferenza insieme con Cristo da parte degli ammalati, la dedizione ammirevole di tanti giovani ai poveri e ai sofferenti, il «clima» ininterrotto di intensa preghiera, a Lourdes, non sono comprensibili se non alla luce della Messa che nella «cittadella di Maria» è al primo posto. E Cristo eucaristico passa benedicente fra i malati, annunciatore e realizzatore di una salvezza più profonda.
Intenzione del giorno
In questo giorno preghiamo per tutti gli ammalati e infermi delle nostre famiglie e comunità
…don’t forget! – “1.000 quadri più belli del mondo”
CESARE FRACANZANO: DUE LOTTATORI
1937 – Olio su tela – 203 x 178 cm – Madrid Prado
Cesare Fracanzano (1605-1651) nacque a Bisceglie da Alessandro, nobile originario di Verona pittore di maniera e da Elisabetta. Insieme al fratello Francesco seguì il padre nei suoi spostamenti e da lui apprese i primi rudimenti dell’arte pittorica. Entrò poi nella bottega del Ribera a Napoli. Il suo stile pittorico si rifaceva anche al Tintoretto, ai fratelli Carracci e a Guido Reni. Nel 1626 tornò a Barletta dove operò molto in chiese e palazzi signorili. Di lui presentiamo oggi uno dei suoi dipinti più famosi: i due lottatori indicato anche come Ercole ed Anteo. Esso faceva parte di una importante committenza: un ciclo con scene di giochi pubblici nell’antica Roma, commissionato per il Palazzo del Buen Retiro a Madrid, inizialmente dal viceré di Napoli, conte di Monterry, intorno al 1631 e fatto completare entro il 1641 dal suo successore. Ispirandosi alla dottrina di origine aristotelica dell’opposizione tra potenzialità ed estrinsecazione, Cesare in questo quadro descrive una forza che è “in atto”, in cui la monumentalità e il plasticismo delle figure rivelano l’influsso di Michelangelo, mentre per l’incrocio delle gambe non deve essere estraneo la lezione di Guido Reni. Nella tela è il naturalismo a fare da padrone: la resa muscolare, l’epidermide contratta, l’espressione concentrata del lottatore visto di profilo enfatizzata dall’attenta individuazione del volto, creano una scena di magnifica potenza fisica, un brano pittorico assai significativo che rientra nella sua migliore stagione naturalistica”.
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