martedì 16 agosto ’16

    XX Settimana tempo Ordinario

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera dell’educatore)

    Padre buono, sentiamo l’esigenza di ascoltare la tua voce, che ci indica ciò che è buono e bene per noi. Per questo ci hai donato la Chiesa, dove risuona la Parola del tuo Figlio Gesù. Nella Chiesa hai chiamato anche noi a formare una comunità che educa lasciandosi educare, che ama custodendo il fratello, che spera portando il peso gli uni degli altri. Donaci il tuo Spirito santo perché vivendo nella tua Chiesa impariamo ad amare e a sentire come Gesù; a soffrire, a pensare e a scegliere come Gesù. Amen.

     

    San Rocco

    In pellegrinaggio a Roma dopo aver donato i suoi beni ai poveri, si dedicò all’assistenza dei malati di peste e fece guarigioni miracolose. Arrestato perché sospettato di spionaggio, sarebbe morto in prigione. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse un po’ ovunque, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 19,23-30)

    Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi». 

     

    Riflessione del Giorno (Fioretti di don Bosco)

    Nel 1855, don Bosco aveva predicato gli esercizi spirituali ai ragazzi della «Generala» di Torino, l’istituto di correzione per minori. La mattina della Comunione generale chiese e ottenne dal Ministro dell’Interno, Urbano Rattazzi, il permesso di condurli tutti e 350 a una passeggiata a Stupinigi a sei chilometri da Torino. L’allegria durò per tutta la giornata di libertà; e quando, la sera, li ricondusse a casa, nessuno mancò all’appello. Si possono immaginare le meraviglie del personale, del Direttore e del Ministro che si chiedevano come mai un povero prete solo, senza guardie né carabinieri, avesse potuto tener a bada un sì grande numero di ragazzi problematici. Il futuro Santo prese occasione per spiegare i vantaggi del suo sistema di educazione e tutti ne furono talmente persuasi che, pochi giorni dopo, gli proposero la Direzione dell’istituto. Don Bosco, però, si scusò dicendo: “Non posso perché, col mio sistema, farei di questi giovani altrettanti preti e frati, e voi non ne sareste contenti”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i figli e i discepoli di don Bosco e per chi si ispira alla sua opera.

     

    Don’t forget! …Ricorda!

    16-08-1815/ 16-08-2016: 201 ANNI DALLA NASCITA DI S. GIOVANNI BOSCO

    Don Bosco è –insieme alla Madonna, a S. Giuseppe e S. Vincenzo de’ Paoli- uno dei Santi patroni del Patronato S. Vincenzo. Non è un caso che la prima chiesa di Bergamo dedicata al Santo della gioventù sia stata proprio quella del Patronato (la lunetta con la scultura di don Bosco collocata prima all’esterno, sopra la porta d’ingresso alla chiesa nella via omonima e ora collocata sotto l’altare all’interno, pare sia opera di Giacomo Manzù). Proseguendo un’ininterrotta storia di vicinanza e collaborazione, la scuola professionale AFP a partire da quest’anno ha deciso di entrare a far parte del sistema delle scuole salesiane, pur mantenendo la sua autonomia.   

    gingol

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