martedì 18 settembre ’18

    XXIV Settimana del tempo ordinario

     

     

    nell’immagine un dipinto di Ferdinand Hodler 

     

     

    Preghiera del giorno (S. Macario il Grande)

    Mio Dio, purifica me, peccatore, che non ho mai fatto il bene davanti a Te; liberami dal male e fa che si compia in me la tua volontà: affinché senza timore di condanna, apra le mie labbra indegne e celebri il tuo Santo Nome: Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Giuseppe Copertino

    Giuseppe Maria Desa nacque nel 1603 a Copertino (Lc) in una stalla. Rifiutato da alcuni Ordini Religiosi per «la sua poca letteratura», fu accettato dai Cappuccini, ma dimesso per «inettitudine». Accolto in un altro convento, fu ordinato prete. Aveva manifestazioni mistiche, preghiere e penitenze che ne diffusero la fama di santità. Ebbe il dono della scienza infusa, per cui gli chiedevano pareri anche i teologi e accettò la sofferenza con semplicità. Morì nel 1663. E’ patrono di astronauti (volava) e studenti (passava gli esami a colpi di preghiere). Dati i prodigi che compiva, l’Inquisizione volle vederci chiaro e lo convocò: lui si mise a volare davanti a loro che lo rimandarono libero dai sospetti.

     

    La Parola di Dio del giorno (Lc 7,11-17)

    Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Ambrogio)

    Anche se i segni della morte han tolto ogni speranza di vita, alla voce di Dio i cadaveri…si alzano, ritrovano la parola; il figlio è reso alla madre, è richiamato dalla tomba, gli è strappato. Cos’è la tomba? Le tue cattive abitudini, la tua mancanza di fede. E’ da questa tomba che Cristo ti libera, da questa tomba che risorgerai se ascolti la Parola di Dio. Anche se il tuo peccato è così grave che non puoi lavarlo da solo con le lacrime del pentimento, la Chiesa, tua madre, piangerà per te, lei che interviene per ognuno dei suoi figli come una madre vedova per il suo unico figlio. Poiché elle compatisce con una sorta di sofferenza spirituale che le è naturale, quando vede che i suoi figli sono portati verso la morte da vizi funesti…

     

    La Riflessione del giorno (Frammenti di vita)

    “Non riesco a capire perché i tre ospiti della stanza n° 45 ogni volta appoggino in piedi al muro la rete del letto libero” (ogni stanza accoglie 4 persone) mi avvisa il collaboratore “Penso che lo facciano per guadagnare spazio: li rimprovero, ma ogni volta trovo la rete accostata alla parete”. Andiamo a vedere: effettivamente la rete è in piedi contro il muro. “Chi dorme qui dentro?” chiedo. Sono due magrebini e un nero, tutti islamici. Spostiamo la rete ed ecco apparire un crocifisso e capisco…non è per ragioni di spazio che l’han fatto, ma per coprire quell’immagine evidentemente ritenuta offensiva. Faccio finta di niente e aspetto il momento opportuno. Qualche tempo dopo uno dei tre mi chiede: “perché fai tutto questo per noi? Non sei neppure dei nostri…”. Non dico nulla e lo invito a seguirmi: saliamo nella stanza, per l’ennesima volta sposto il letto e gli indico il crocifisso. “Guarda che ho capito perché lo copri, ma ricorda che è per Lui che faccio tutto questo a te e ai tuoi amici: è lui che mi comanda di farlo”. Non dice nulla, ma a partire da quel momento la rete rimane al suo posto.  

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché impariamo il rispetto per ogni figlio di Dio di qualunque razza, cultura e fede.

     

    Don’t forget!

    18-09-2000: + don MARIO ZONCA prete del PSV – Giornata dialogo Cristiano-Islamico

     

    234° quadro dei “1.000 quadri più belli del mondo”

    REMBRANDT: LA RONDA DI NOTTE o “LA COMPAGNIA DEL CAPITANO F. B. COCQ” 1640/’42 – Olio su tela – 363 × 437 cm – Rijksmuseum – Amsterdam

     

    Questo è uno dei quadri più famosi del mondo oltre che un capolavoro di Rembrandt H. van Rijn (1606-1669), per via delle grandi dimensioni, della vivida esecuzione dei dettagli e dell’uso della luce davvero eccezionale. Il titolo la RONDA DI NOTTE, deriva da un equivoco: in origine, infatti, la scena era stata dipinta alla luce del giorno, come ha rivelato una pulitura nel 1946.

    Fu l’ossidarsi delle vernici a creare la patina molto scura e a causare l’impressione notturna. Il dipinto era originariamente intitolato “La Compagnia del capitano Frans Banning Cocq” il quale chiese a Rembrandt di ritrarlo insieme ai suoi ufficiali, in modo da far risaltare il loro aspetto marziale. Il quadro in effetti raffigura il capitano Cocq col luogotenente Willem van Ruytenburgh, nel momento in cui dà l’ordine di iniziare la marcia, verso un luogo d’azione o di ritrovo non specificato. Nel quadro Rembrandt rompe con la tradizione e dispone i personaggi non in file ordinate o attorno a un tavolo, ma colti nel pieno della loro attività. Le figure ritratte sono 34, ma solo 18 sono reali (i loro nomi sono incisi nell’ovale della colonna che sovrasta il cavaliere in giallo); gli altri sono figure di contorno o simboliche, come la bimba col vestito giallo, una specie di mascotte che simboleggia la “guardia” cioè il compito difensivo e di tutela della città svolto dalla compagnia degli archibugieri. Il pittore si propone di esprimere l’idea del movimento con il passaggio dalla momentanea confusione al raggruppamento ordinato. Il luogotenente ha appena ricevuto l’ordine, i soldati iniziano a disporsi, il tamburino sulla destra batte l’ordine di marcia, ma la formazione non è ancora schierata. I comandanti in primo piano, riconoscibili dalle uniformi e dai segni dell’autorità (il bastone e la spada), si dirigono al centro, mentre i soldati si accalcano sulla scena agitando lance, issando bandiere, imbracciando archibugi. Dei tre archibugieri uno la sta caricando, un altro simula lo sparo, un terzo soffia via la polvere. A sinistra due bimbi portano alla cintola polli e fagiani a indicare il ruolo di vivandieri. La vitalità e gli effetti drammatici della composizione sono raggiunti grazie all’eccezionale uso della luce, morbida e intensa, che spiove da sinistra sottolineando volti e figure, accarezzando abiti e uniformi, elmi e spade, in un crepitare di improvvisi bagliori, di parti in ombra alternate a voragini di buio. Con questo quadro Rembrandt ha realizzato un capolavoro ambizioso, di grande complessità barocca, in cui si fondono magistralmente realismo e simbolismo e grazie ad un abile gioco di chiaroscuri, armonizzano con sapienza, il movimento, la luce e il colore.

     

     

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