XXIV settimana del tempo ordinario
nell’immagine un quaqdro di Federico Zandomeneghi
Aforisma del giorno – Albert Schweitzer
L’africano è mio fratello, ma è un fratello più giovane di parecchi secoli.
Iniziamo la Giornata Pregando (RABINDRANATH TAGORE)
Fa’ che io preghi, Signore, non per allontanare da me i pericoli bensì per affrontarli senza timore. Fa’ che io preghi, non per implorare la fine del dolore, ma per un cuore che lo vinca. Fa’ che io non implori nell’ansia di essere salvato ma speri nella pazienza per conquistare la mia libertà.
Gennaro
Nato a Napoli, nella seconda metà del III secolo, fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato dai pagani. Durante le persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del martirio: destinato ad essere sbranato dagli orsi, quando il proconsole si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri, prevedendo disordini durante i giochi nello stadio, cambiò decisione e fece decapitare i prigionieri. Era il 305
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 7,11-17)
Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.
Riflessione Per Il Giorno (Da F. Hadjadj, La fede dei demoni)
Impressionano le parole dello scrittore e filosofo francese F. Hadjadj, ebreo convertito, a commento dell’episodio dell’indemoniato di Gerasa: parole forti, ma vere per il nostro mondo che rifiutando di assomigliare a Dio, sceglie di assomigliare ai porci. «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi» (Mc 5,12). Sì, piuttosto che stare con Te e seguirti sul cammino del Calvario, mandaci in quei porci, là vi è una santità a nostra misura, una vita a portata di grugno, rosea, pacifica e tranquilla. Del mistero del Natale, la nostra pietà vuole conoscere solo la tiepida stalla. Questo è lo scopo del nostro viaggio, o compagni d’Ulisse, per volere di Circe più che per preghiera di Maria, una grazia assai grassa…Allora, Signore, è inutile scannarci, noi non siamo kasher! Lasciaci ingrassare tranquilli. Sapremo ben grufolare nel suolo a vantaggio del nostro lardo. Sapremo ben trovare nella melma un ciclo sufficiente e soffice. Osserva la nostra modestia, Figlio del Dio Altissimo. Alla tua gioia che lacera, noi preferiamo il porcile che ingrassa. La minima porcheria ci appagherà. Non c’è bisogno dell’ostia radiosa: noi ci accontentiamo della nostra piccola ghianda». E Gesù esaudisce questa richiesta di pseudo-incarnazione suina.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché rifiutiamo le “porcherie” che un mondo come il nostro offre con generosità a chi non vuole il bene, ma il piacere.
Don’t forget…! A proposito di quel che avviene in Libia…
È in corso uno sterminio di popoli subsahariani in Libia, tenuto nascosto per anni: esseri umani uccisi, sequestrati, torturati lasciati morire di epidemie, abbandonati al loro destino senza essere curati; persino persone con fratture agli arti inferiori, perché gettati dai piani dei palazzi, dove sono costretti ai lavori forzati, quando si ribellano o non pagano i soldi richiesti. Tecniche di eliminazione che ha sempre più una connotazione razziale, contro i migranti neri in Libia. Dai campi di concentramento libici le testimonianze sono agghiaccianti. Ogni tanto qualcuno sparisce. ”C’è chi riesce a pagare – racconta Adamo somalo – la ‘cifra’ richiesta dai poliziotti e dalle guardie per scappare, ma coloro che riescono ad andar via in questa maniera sono pochi; gli altri si ammalano, e quando non li vedi più, sai che sono spariti per sempre”. (Flore Murard-Yovanovitch – Huffpost)
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