4a settimana di Quaresima
Aforisma di Nicolàs Gòmez Dàvila
“Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti degni di eternità.”
Preghiera del giorno
Dio fedele e misericordioso, questo tempo di penitenza e di preghiera disponga i cuori dei tuoi fedeli ad accogliere degnamente il mistero pasquale e a proclamare il lieto annuncio della tua salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
Nacque nel 1417 a Sachseln da famiglia agiata di contadini. Pur sentendo fin da adolescente attrazione per la contemplazione, si sposò con Dorotea Wyss che gli diede dieci figli. Costretto ad andare in guerra, conservò però grande amore per la pace.
A 50 anni, con il consenso della moglie che coltivava con lui una forte spiritualità, si ritirò a vita ascetica nella gola del Ranft, poco distante da Flueli rimanendovi fino alla morte il 21 marzo 1487. La vita eremitica illuminata da visioni e nutrita dall’Eucaristia, lo rese famoso in tutta Europa.
In un periodo di turbolenze fra Cantoni, i responsabili ricorsero a lui che impetrava da Dio la pace per la sua terra e furono da lui orientati alla ricomposizione; nel Patto di Stans del 1482 costituirono la prima Confederazione Elvetica con 8 Cantoni. Venerato da tutti i cristiani, cattolici e protestanti, S. Nicola è il patrono della Svizzera.
Parola di Dio del giorno Giovanni 5,1-16
Ricorreva la festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c’è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?».
Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?».
Ma il guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Covid19, coronavirus, pandemia, varianti, virologo, immunologo, Wuhan, paziente 0, asintomatico, polmonite interstiziale, tracciamento, quarantena, lockdown, didattica a distanza, smart working, mascherine, tamponi, distanziamento, immuni, recovery plan, ristori, vaccini, sanificazione…
Oltre a questo nuovo vocabolario, oltre ai 750 milioni di contagiati e 7 milioni di morti nel mondo, oltre all’eroico coraggio e alla generosa dedizione di tanti, alla paura e al dolore di tantissimi, all’irriducibile negazionismo di pochi…la pandemia ci ha lasciato un insegnamento che, comunque la si pensi, possa essere condiviso?
L’ho chiesto a un medico che l’ha vissuta senza risparmiarsi e a un amico scampato al virus dopo mesi di lotta in terapia intensiva. Queste le risposte. Il medico: “A me e a molti colleghi il covid19 credo abbia insegnato l’umiltà: colti a sorpresa, ci siamo accorti che neppure la più avanzata scienza e tecnica medica possono prevedere, combattere e risolvere tutto.
Se è servito a cambiare il nostro approccio alla realtà, forse tanto dolore non è stato inutile”. L’amico: “A me il coronavirus ha insegnato che la vita va gustata e le persone care vanno amate ora, in questo istante, perché potrebbe non esserci un domani. Da allora la mia vita è cambiata. In meglio”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per tutte le vittime del Covid19 a Bergamo e in tutto il mondo che spesso non hanno avuto neppure l’onore di un degno funerale, perché rimangano sempre nella nostra preghiera.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
LORD FREDERIC LEIGHTON: LEZIONE DI MUSICA
1877 – olio su tela – 92 x 95 cm – Guildhall Art Gallery – Londra UK
Lord Frederic Leighton (1830-1896) è un pittore inglese ricordato più che altro per le scene tratte dalla mitologia classica, ma la gamma dei suoi soggetti fu ben più ampia. Egli infatti realizzò molti viaggi nel mondo arabo che tradusse in quadri dal sapore orientalista: a differenza però di quei pittori che per le loro opere si basavano sui resoconti di viaggio, egli fece parte del ristretto gruppo di artisti che quei paesi visitarono di persona.
Malgrado le ampie conoscenze del Medio Oriente però Leighton non si curò di documentare in modo fedele le scene che traduceva in pittura, ma le descriveva per lo più come “fatali e inevitabili opere commerciali” che gli permettevano di finanziare i suoi viaggi, facendo leva sui gusti occidentali.
In questo dipinto ad esempio il pittore ambienta il soggetto in un harem: lo testimoniano anche i piedi nudi delle donne e i ricchi abiti che le due modelle indossano acquistati da Lord Leighton in un precedente viaggio a Damasco, ma è del tutto evidente che le due modelle sono europee. Di quella più piccola conosciamo persino il nome: era Connie Gilchrist (1865-1946) che posò anche per il pittore Whistler.
In quest’opera Leighton rappresenta l’appagamento dello spirito, la sublimazione dei valori della società inglese del 1.800. Le due figure femminili alle prese con una lunga mandola, sono così assorte, che nulla sembra poterle turbare.
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