Martedì 3 maggio 2022

     

    Terza settimana di pasqua

     

    Aforisma del giorno di B. Pascal

    “Non si fa mai il male così pienamente e così allegramente come quando lo si fa per coscienza.”

     

    Preghiera del giorno

    Pasqua è amore che corre veloce! Corre Maria di Magdala, corre Pietro e anche l’altro discepolo corre più veloce di tutti.

    Signore Risorto: accelera la nostra corsa, sposta via i nostri macigni, regalaci sguardi di fede e d’amore. Signore Gesù, trascinaci fuori dai nostri sepolcri e rivestici della vita che non muore, come facesti il giorno del nostro Battesimo! Amen.

     

    Santo del giorno

    SS. Filippo e Giacomo

    L’apostolo Filippo e Giacomo il minore vengono ricordati lo stesso giorno perché le loro reliquie furono deposte insieme nella chiesa dei Dodici Apostoli a Roma. Filippo (1° secolo) era nativo della città di Betsaida, la stessa degli apostoli Pietro e Andrea.

    Discepolo di Giovanni Battista, fu tra i primi a seguire Gesù e, secondo la tradizione, evangelizzò gli Sciti e i Parti. Giacomo (1° secolo) era figlio di Alfeo e cugino di Gesù. Ebbe un ruolo importante nel concilio di Gerusalemme (50 circa) divenendo capo della Chiesa della città alla morte di Giacomo il Maggiore.

    Scrisse la prima delle Lettere Cattoliche del Nuovo Testamento. Secondo Giuseppe Flavio (37 circa – 103) fu lapidato tra il 62 e il 66. Tuttavia l’attendibilità del racconto è dubbia.

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».

    Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

    In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

     

    Riflessione del giorno da Aleteia cattolica

    La guerra di Ucraina e Russia “coinvolge” i Patriarcati ortodossi: quello ecumenico di Costantinopoli, con Bartolomeo I sferra un duro attacco contro il Patriarcato di Mosca con a capo Kirill, accusato di «benedire» Vladimir Putin nell’invasione dell’Ucraina.

    «Di fronte alla morte di persone innocenti, ai bombardamenti sui civili, alla distruzione di intere città, è impossibile ascoltare un sermone in cui si definisce questa guerra come ‘sacra’. È cosa molto triste. Ci provoca profondo dolore e pena. Ma fa molto più male agli ucraini. Perché non puoi proclamare di essere fratello di un altro popolo e benedire la guerra che il tuo stato sta combattendo». 

    Così il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in un’intervista rilasciata a un giornale cipriota. «…La guerra, l’uccisione di una persona da parte di un vicino, è l’impronta più ripugnante e inaccettabile di una situazione distruttiva e in declino, in cui è caduta l’umanità. Una realtà che contrasta nettamente con gli insegnamenti di nostro Signore».

    L’affondo del Patriarca di Costantinopoli contro Kirill prosegue con toni durissimi. «Questa guerra come ogni conflitto o azione che lede la pace e lede il rispetto per la persona umana, che è immagine di Dio stesso, è la sconfitta dell’umanità.

    E chi preferisce la guerra al dialogo, lo spargimento di sangue alla diplomazia, può esserne direttamente responsabile. Dobbiamo condannare fermamente tali atteggiamenti e scelte al fine di tutelare la pace, la libertà e il rispetto delle persone».

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Preghiamo per i ragazzi delle nostre scuole del Patronato e per i loro insegnanti.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    GIOVANNI FATTORI: IL CAMPO ITALIANO DOPO LA BATTAGLIA DI MAGENTA

    1862 – olio su tela – 232 x 348 cm – Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna

    Giovanni Fattori (1825–1908) è considerato tra i maggiori pittori italiani del 1800 e tra i principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Questo dipinto rappresenta un episodio tra i più noti della 2.a guerra di indipendenza italiana: la battaglia di Magenta. Il Fattori però, non dipinge la battaglia, ma il ritorno dei soldati feriti nelle retrovie per essere assistiti dalle infermiere.

    L’opera, priva di intenti celebrativi, privilegia la dimensione della pietà, con la quale Fattori vuole mostrare all’osservatore le sofferenze e distruzioni della guerra. L’apparente tranquillità degli ufficiali in primo piano che seguono il ritorno dei feriti è concertata con la diligenza sulla quale due monache infermiere si incaricano dell’assistenza ai feriti gravi.

    Sul selciato del viottolo giacciono i cadaveri di due soldati. La destra è occupata dalle truppe schierate che rendono silenzioso omaggio alla funebre processione dei compagni, prima di recarsi al fronte. A sinistra vicino alla diligenza, si trovano i soldati feriti che ritornano alle retrovie seguendo l’uomo dalla testa bendata che avanza su un cavallo bianco dal passo stanco.

    L’unico elemento che rimanda alla battaglia è il profilo di Magenta, dove i fumi dei cannoni fanno intuire che lo scontro è ancora attivo, ma sta giungendo al termine. Il cielo di un azzurro intenso, è solcato da qualche nube primaverile e si apre verso l’infinito, espandendo la prospettiva del dipinto e consentendo l’ampliamento degli orizzonti dello spettatore, che guarda «da fuori» gli eventi.

    La composizione sobria, equilibrata, suggerisce una sensazione di staticità, contrastata dalla dinamicità dei cavalli a trasmettere la tensione dello scontro. La profondità del paesaggio è resa per mezzo degli alberi, gli unici elementi verticali della tela.

    Dal punto di vista stilistico l’opera non può definirsi macchiaiola: ci sono elementi accademici come la complessità della composizione; la definizione dei particolari; l’uso del nero per le ombre…ma si notano anche elementi innovativi come il paesaggio reso attraverso colori chiari e luminosi che rendono la luce reale; la spontaneità dei personaggi, il fatto che ci sia nessun eroe che spicca ad affermare che una battaglia si vince per l’impegno di tutti.

    Nel momento tragico che stiamo vivendo con il conflitto tra Ucraina e Russia, anche un quadro come questo puòaiutarci a capire l’orrore di ogni guerra…   

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com