Martedì 5 settembre 2023

     

    XXII settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di M. Teresa di Calcutta

    “La fame d’amore è molto più difficile da saziare che la fame di pane.”

     

    Preghiera del giorno

    Aiutami a diffondere dovunque il tuo profumo, Gesù. Dovunque io vada. Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita. Diventa padrone del mio essere in modo così completo che tutta la mia vita sia un’irradiazione della tua.

    Perché ogni anima che avvicino possa sentire la tua presenza in me. Perché guardandomi non veda me, ma Te in me. Resta in me. Così splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce agli altri. Amen.

     

    Santo del giorno

    Agnes Gonxhe Bojaxhiu, nata il 26-8-1010 nell’attuale Macedonia da famiglia albanese, a 18 anni entrò tra le Suore Missionarie di N. S. di Loreto. Partita nel 1928 per l’Irlanda, l’anno dopo giunse in India. Nel 1931 emise i voti, prendendo il nome di Maria Teresa del Bambin Gesù, e per 20 anni insegnò storia e geografia alle allieve del collegio di Entally, a Calcutta.

    Il 10-9-1946, mentre era in treno diretta agli esercizi spirituali, avvertì che Dio voleva che fondasse una nuova congregazione. Il 16-8-1948 uscì dal collegio per condividere la vita dei più poveri. Il suo nome è diventato sinonimo di una carità sincera e disinteressata.

    Dal primo gruppo di giovani che la seguirono sorse la congregazione delle Missionarie della Carità, poi espanse in quasi tutto il mondo. Morì a Calcutta il 5 settembre 1997. Beatificata da san Giovanni Paolo II nel 2003 e canonizzata da Papa Francesco nel 2016.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 4,31-37

    In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».

    E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

     

    Riflessione di M. Teresa di Calcutta

    Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per le suore di M. Teresa di Calcutta che fra i più poveri dei poveri tengono viva la fiamma della carità di Cristo, perché Dio le protegga e il popolo cristiano le sostenga.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    CARL VON BLAAS: “GLI ANGELI PORTANO S. CATERINA SUL MONTE SINAI”

    1860 – olio su tela – 105 x 143 cm. – “Harvard Art Museums” (Stati Uniti)

    Il pittore austriaco Karl von Blaas nato a Nauders, Austria nel 1815 e morto a Vienna nel 1894, fu influenzato dall’arte dei “Nazareni”, un gruppo di artisti prevalentemente tedeschi che rivisitò stili e temi religiosi del primo Rinascimento. Anche lui, come altri artisti del gruppo, ha trattato il soggetto insolito del corpo di S. Caterina trasportato sul Monte Sinai che è il soggetto del quadro di oggi. Santa Caterina, vissuta nel quarto secolo è comunemente rappresentata con la ruota su cui è stata torturata.

    Ma dopo il martirio ad Alessandria d’Egitto, la leggenda dice che il suo corpo sia stato portato dagli Angeli sulle falde del monte Sinai sul quale Mosè ricevette da Dio le tavole dei Dieci Comandamenti. Quattrocento anni dopo, i monaci scoprirono il suo corpo incorrotto e da allora il monastero porta il suo nome e conserva le spoglie della Santa, diventando meta di pellegrinaggi nella regione, seconda solo ai luoghi santi della Palestina. Nel dipinto viene rappresentata Caterina il cui corpo è trasportato da 4 angeli, con il Mar Rosso e il deserto del Sinai in lontananza, sullo sfondo di un cielo solcato da nubi grigie.

    Il 5° angelo guida il gruppo esibendo i segni del martirio della santa: la spada, la croce e la corona di fiori bianchi che alludono alla sua verginità. Il pittore si ispira al classicismo che nel XIX secolo conobbe una notevole fioritura e insieme è evidente l’influsso del movimento artistico dei Nazareni (Overbeck soprattutto) che traevano ispirazione dai pittori dell’antichità per riproporre i valori cristiani in chiave moderna.

    Questo fa sì che nel gruppo degli angeli e della santa, pur sospeso in cielo, risultino del tutto assenti il dinamismo e il moto tipici della pittura barocca: l’azione rimane come immobile in un’atmosfera rarefatta e sospesa dove non è il trasporto ad essere rappresentato, ma il gruppo degli angeli e della martire fissati nella condizione definitiva di chi non appartiene più alla terra, ma al cielo.  

     

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