XVIII Settimana del tempo ordinario

     

    nel video la poesia di David Maria Turoldo – fratello ateo

     

    Aforisma del giorno (Chesterton)

    “La famiglia è la prova della libertà, perché è l’unica cosa che l’uomo libero fa da sé e per sé”.

     

    Preghiera del giorno (Preghiere padri del deserto)

    Signore, abbi pietà di noi: in te infatti, abbiamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare oltremodo con noi, né ricordare i nostri peccati; ma misericordioso come sei, volgi su di noi il tuo sguardo benigno e liberaci dai nostri nemici. Tu infatti sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo; tutti siamo opera delle tue mani ed abbiamo invocato il tuo nome.

     

    Gaetano Thiene, sacerdote.

    Nato a Vicenza nel 1480, fu protonotario di Giulio II, ma lasciò la corte pontificia maturando l’esperienza congiunta di preghiera e servizio a poveri ed esclusi. Restaurò la vita sacerdotale e religiosa. Devoto del Natale e della passione fondò a Chieti (Teate), i Chierici Regolari detti Teatini. Per la fiducia in Dio è venerato come santo della provvidenza.

     

    Ascoltiamo la parola di dio (Matteo 14,13-21).

    Quando la folla ebbe mangiato, Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva…Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, se ne stava ancora solo lassù. La barca distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E’ un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Genesareth. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Isacco il Siro)

    Il dubbio segue sempre la paura…e la paura e il dubbio si manifestano nella ricerca delle cause e l’esame dei fatti, poiché l’intelletto non è mai appagato. L’anima è esposta a imprevisti, difficoltà, insidie che la mettono in pericolo, ma né l’intelletto né le diverse forme della sapienza possono in nulla aiutarla. La fede invece non è mai vinta da alcuna di queste difficoltà…

     

    La Riflessione per il giorno (Acs)

    A 4 anni dall’invasione da parte di Isis della Piana di Ninive, che costrinse oltre 125mila cristiani a fuggire, il piano di ricostruzione di ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) ha favorito il ritorno di ben 8.815 famiglie cristiane nella Piana, il 44,6% di quante ne erano presenti nel 2014. «È passato meno di un anno ormai da quando ci siamo impegnati in questo ambizioso piano – spiega il direttore di ACS-Italia– La generosità dei nostri benefattori è stata straordinaria e ci ha permesso di ricostruire o restaurare 4.765 delle 13.555 abitazioni distrutte o danneggiate da Isis, ovvero il 35,2% degli edifici. Il sorprendente risultato finora raggiunto ci sprona ancor più ad andare avanti. Ci sono tante famiglie cristiane che vogliono tornare a Ninive e noi li aiuteremo affinché il Cristianesimo possa rimanere in Iraq!». I cantieri sostenuti da ACS continuano infatti i lavori a pieno ritmo. Amjeed Tareq Hano è un giovane di 28 anni che aiuta il team di 70 ingegneri al lavoro nella sola Qaraqosh. Sulla sua scrivania un’alta pila di richieste. «Per ricevere un sostegno i proprietari devono contribuire personalmente alla ricostruzione o al restauro – spiega il giovane cristiano– Solo così conteniamo i costi ed aiutiamo altre famiglie». Dal 2014 al giugno 2018, A.C.S. ha donato circa 39,7 milioni di euro per progetti.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i cristiani perseguitati in ogni parte del mondo.

     

    Don’t Forget…! 227 quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

     

    JACOB JORDAENS: IL RE BEVE Circa 1638 – olio su tela – 160×213 cm – Museo Ermitage San Pietroburgo Russia

     

    Jacob Jordaens (1593-1678) fu allievo, con Rubens, del pittore manierista Adam Van Noort, grazie al quale fu ammesso alla gilda dei pittori di Anversa. Suo padre era un commerciante di tessuti o di sete e la famiglia Jordaens apparteneva alla borghesia più agiata ad Anversa. Il 15 maggio 1616 Jacob sposò la figlia minore del suo maestro van Noort, Catharina e dal matrimonio nasceranno tre figli. Non compì mai il tanto desiderato viaggio in Italia, cosa di cui si dolse per tutta la vita, anche se fu fortemente influenzato dalle opere dei grandi artisti del ‘500 italiano (Paolo Veronese, Tiziano, Federico Barocci) ma soprattutto di Jacopo Bassano e dei contemporanei Domenichino e Caravaggio. Il quadro di oggi presenta la cosiddetta “festa del re fagiolo” che si celebrava all’Epifania con la presentazione in tavola del dolce tipico dei Re Magi. All’interno del dolce tradizionalmente veniva posto un fagiolo, o una fava. Chi fra i commensali lo trovava nella sua fetta di dolce viene eletto re della festa, e indossa la corona di carta posta a guarnire il dolce. In tutta Europa era diffusa questa usanza, di antica derivazione romana. Il dolce variava da paese a paese, così come il ”gettone” portafortuna che spesso consisteva in una moneta. Si pensa che l’usanza derivi dai festeggiamenti dei Saturnalia degli antichi romani. Jacob Jordaens dipinse parecchie volte questo soggetto in diverse versioni. Con la sua glorificazione del cibo e del vino consumati in gioiosa compagnia fra risa e giochi truculenti e rumorosi, Jordaens creò una sorta di mitologia fiamminga, pregna di sensualità pagana. Anche i quadri a soggetto religioso sono carichi di vivacità realistica che toglie qualsiasi ispirazione mistica. Il suo stile degli inizi denuncia la sua formazione manierista, ma poi l’abbandona e si avvicina alla maniera di Rubens, da cui si distacca per la maggiore impetuosità e per l’amore per le atmosfere paesane e domestiche. Morì ad Anversa dopo essersi convertito al calvinismo: da un gaudente come lui non c’era da aspettarsi altro.

     

     

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