martedì 9 aprile ’19

    4a settimana di Quaresima

     

     

    nell’immagine un dipinto di Frans Snyders

     

    Proverbio del giorno

    “Acido, dolce, amaro, pungente, tutti devono essere assaggiati. (Cina)”

     

    Preghiera del giorno

    Troppe volte ci capita, Gesù, di vivere pensando di mettere in pratica la Tua Parola. Troppe volte però corriamo il rischio, talora inconsapevolmente, di vivere “interpretando” la Tua Parola nel modo in cui ci sembra più giusto o conveniente. Quanto poco Ti conosciamo…Dacci forza e spingici a non smettere mai di cercare la Verità nella nostra vita e, con la nostra lingua e le nostre azioni, rendici testimoni del Vangelo, tu che vivi e regni, nell’unità dello Spirito santo, per i secoli dei secoli. Amen”

     

    BEATO ANTONIO PAVONI

    Nato a Savigliano (Cuneo) tra il 1322 e il 1325 entrò nell’Ordine domenicano e, diventato prete, fu destinato all’ufficio di inquisitore in Piemonte, Lombardia e Liguria, per salvaguardare l’integrità della fede messa in pericolo dai movimenti ereticali. Esercitò il suo ufficio con grande zelo e carità, e il 9-4-1374, a Bricherasio (Torino), venne ucciso con due colpi di pugnale.

     

    Parola di Dio del giorno (Giovanni 8,21-30)

    Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Bernardo 1091-1153)

    A Cristo Gesù devi tutta la tua vita, poiché egli ha dato la sua vita per la tua vita, e ha sopportato amari tormenti perché tu non sopportassi tormenti eterni. Cosa potrà essere per te duro o tremendo, quando ricorderai che colui che era di natura divina nel giorno della sua eternità, prima che nascesse l’aurora, tra santi splendori, lui, l’irradiazione della gloria di Dio e l’impronta della sua sostanza, è venuto nel tuo carcere, ad affondare fino al collo, come è detto, nella profondità del tuo fango

     

    Riflessione per il Giorno (Papa Francesco ai Giovani)

    «S. Alberto Hurtado diceva ai giovani che devono prendere molto sul serio la rotta: “In una nave, il pilota negligente viene licenziato in tronco, perché quello che ha in mano è troppo sacro. E nella vita, noi stiamo attenti alla nostra rotta? Non ti sei mai chiesto: Qual è la mia rotta? Se fosse necessario soffermarsi un po’ di più su questa idea, chiedo a ciascuno di voi di attribuirle la massima importanza, perché riuscire in questo equivale semplicemente ad avere successo; fallire in questo equivale semplicemente a fallire”. Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Domandati piuttosto: “Io, per chi sono?”».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per quelli a cui non è stato annunziato il Vangelo, perché Dio invii anche a loro messaggeri della sua Parola di salvezza e di gioia

     

    Don’t forget! – 261° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

     

    Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino o il Prete genovese (1581–1644), pittore e religioso del 1600 è considerato uno dei più importanti e prolifici esponenti della pittura barocca italiana. E’ il suo dipinto più noto, questa tela conosciuta come “la cuoca” che ritrae piuttosto una sguattera intenta a spennare un’oca tra polli e piccioni, con un tacchino appeso alle spalle, nella cucina di una dimora aristocratica genovese del ‘600.

    Bernardo strozzi: la cuoca1625 – Olio su tela – 176×185 cm – Palazzo Rosso – Genova

    Presso le famiglie della nobiltà locale il mestiere di cuoco era all’epoca riservato agli uomini, mentre le donne potevano solo occuparsi di mansioni più umili, come appunto spennare il pollame. Che si tratti di una dimora aristocratica è certo, data la presenza in primo piano di una stagnara in argento sbalzato, con elaborato manico raffigurante una figura femminile. L’opera di Strozzi è una mirabile sintesi delle diverse influenze che nei primi decenni del Seicento costituivano il tessuto della pittura locale: da un lato la moda dei quadri di cucine, mercati, dispense…presa dai fiamminghi; dall’altro l’attenzione per il genere della “natura morta” dovuta alla presenza in città di pittori fiamminghi; in ultimo, per l’affermarsi del naturalismo caravaggesco che costituiva la novità della scuola pittorica locale, cui si unisce la pennellata materica tipica del pittore. Dal punto di vista iconografico, è chiara la volontà di misurarsi con la rappresentazione di soggetti popolari, mostrando un’adesione alla realtà allora sconosciuta e singolare se si considera questa scelta da parte di un religioso. Ma non è escluso che al di là del significato immediato, possano celarsi nel dipinto altri contenuti simbolici: così è stato proposto che il quadro sia un’allegoria dei 4 elementi: all’aria alluderebbero i volatili; l’acqua sarebbe rappresentata dall’elaborata brocca in primo piano; la terra sarebbe simboleggiata dalla “cuoca”; e il fuoco è stato dipinto con grande maestria nel suo crepitare sotto il paiolo.

     

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