nelle immagini alcune fotografie dal Cimitero monumentale di Milano tra storia, leggende e simboli

     

    Xa Settimana Tempo Ordinario

    Proverbio del giorno

    “Viviamo gridando, ma la morte giunge in silenzio.”(Perù)

     

    Iniziamo la giornata Pregando (Salmo 4)

    Quando t’invoco, rispondimi, Dio mia giustizia! Nell’angoscia mi hai dato sollievo; ascolta la mia preghiera. Fino a quando, voi uomini, amerete cose vane e cercherete la menzogna? Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco. Tremate e non peccate, nel silenzio esaminate il vostro cuore. Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene, se da noi è fuggita la luce del tuo volto?». Hai messo più gioia nel mio cuore di quanti hanno grano e vino in abbondanza.

     

    Santo del Giorno S. EFREM IL SIRO

    Nacque nel 306 a Nisibi, in Mesopotamia allora sotto il dominio di Roma. Ricevuto il battesimo a 18 anni, strinse amicizia col vescovo della città, Giacomo, con il quale costruì una scuola di teologia. Ordinato diacono, visse e operò a Nisibi: alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò gli ultimi anni presso Edessa dove morì nell’anno 373

     

    In ascolto della Parola di Dio (Mt 5,13-16)

    «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

    Da anni vive in un paesino delle valli bergamasche dove insieme alla moglie è il patriarca e il punto di riferimento di una sterminata famiglia di 7 figli e di una quarantina di nipoti e pronipoti…è uno slavo settantenne che sulle scelte dei governanti in tempi di covid ha azzardato alcune provocazioni: “Perché promettono ciò che non possono mantenere? Se i soldi non ci sono, da chi sperano di prenderli? Dall’Europa? Ma quello è un mondo dove nessuno dà niente per niente…”. Detto da uno come lui che per mantenere la “tribù” deve essersi ingegnato in tutti i modi più o meno leciti, fa una certa impressione. E ancora: “E se invece di distribuire soldi, procurassero il lavoro alla gente, sarebbe meglio per tutti”. Che il nostro, pur non afferrando le sottigliezze e complicazioni della politica, non sia solo furbo (lo è in effetti), ma anche saggio, lo dimostra concludendo: “Ma è vero che ai più interessano soprattutto due cose: la pelle e i soldi. A salvarci la pelle ci pensano i medici; a darci i soldi provvedono i politici. Ma forse queste due cose non bastano”. Non dice cosa ci voglia in più, ma ricorda quel che diceva un teologo: “I pilastri su cui si regge la società moderna sono due: la scienza/tecnologia e l’economia /finanza. Manca il 3° che è il più importante: l’uomo e Dio insieme”.  

         

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché ci sforziamo di essere veri e autentici discepoli di Gesù e non falsi buoni.

     

    Don’t Forget!

    DON BATTISTA MIGNANI

    Nasce il 14-4-1945 a Vertova, nella parrocchia di Semonte e viene ordinato prete il 24-6-1972. Curato a Colognola dal 1972 al 1976, residente a Semonte nel 1976, curato a Fiorano dal 1976 al 1982, parroco di Ogna e Nasolino dal 1986 al 2008, parroco di Azzone dal 2009 al ‘13, vicario inter-parrocchiale di Solto Collina ed Esmate dal 2013 al 2015 e infine vicario parrocchiale di Leffe dal 2015. Muore sabato 21 marzo 2020 per il covid19 a 74 anni di età.

     

    IL RICORDO E IL RINGRAZIAMENTO: 2) DON BATTISTA MIGNANI (1945-2020)

    In gioventù don Battista aveva lavorato come prete operaio e fu sempre attento al mondo del lavoro. Nelle parrocchie della Val di Scalve e a Leffe è rimasto un mito per la sua capacità di contatti umani: tutti ne ricordano l’energia, l’originale spiritualità e l’attenzione ai ragazzi, cui regalava sorrisi e trovate. Anche noi vogliamo ricordarlo con l’immagine scattata dal fotografo Morgan Marinoni sulla soglia della chiesa di Azzone quando divenne parroco. Una splendida foto che racconta più di ogni altra il suo amore per Dio e per la vita, l’entusiasmo contagioso e –perché no- la voglia di spiccare il volo verso le altezze… Don Battista è stato una scossa di bene, un carattere buono e un grande lavoratore per tutti e nei cuori di tutti ne rimarrà il ricordo. Grazie don Battista!

     

    “I 1.000 quadri più belli del mondo”

    COELLO CLAUDIO: IL TRIONFO DI SANT'AGOSTINO 1664 – Olio su tela -  271 x 203 cm - Madrid, Museo del Prado

    COELLO CLAUDIO: IL TRIONFO DI SANT’AGOSTINO 1664 – Olio su tela –  271 x 203 cm – Madrid, Museo del Prado

    CLAUDIO COELLO (Madrid, 1642–1693) è un pittore spagnolo influenzato da artisti, del calibro di Diego Velázquez, Francesco Rizi e, nel suo viaggio in Italia, da Carlo Dolci. E’ considerato l’ultimo grande pittore spagnolo del XVII sec. Questa pala d’altare, è un vero capolavoro di un Coello a suo agio di fronte a una grande composizione nella quale gli era possibile palesare un raro senso dell’equilibrio, una singolare coscienza spaziale, una spiccata percezione del movimento. Sia i dettagli sia i singoli ritratti, presentano caratterizzazioni degne di Velasquez: il santo è rappresentato con folta barba, rivestito degli abiti liturgici e con la mitra in testa. Con la mano destra indica il cielo e con la sinistra allontana il drago che si avvinghia attorno al busto di un filosofo evidente allusione all’eresia manichea (il drago) e al paganesimo (il busto)

    che il Vescovo di Ippona combatté per tutta la sua vita. L’angelo con la spada fiammeggiante sottolinea la lotta all’eresia condotta da Agostino che ha un aspetto giovanile, poggia su una nube ed è contornato da angioletti che reggono il bastone pastorale e inneggiano a lui come difensore della fede cristiana. Tutto intorno una scenografia classica ed ariosa dà una ulteriore spettacolarità e potenza all’intera scena.

     

     

     

     

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