Mercoledì 07 dicembre 2022

     

    2a Settimana di Avvento

     

    Aforisma del giorno Isaia 40

    Dio eterno è il Signore…egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.

     

    Preghiera del giorno salmo 145

    Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Gloria…

     

    Santo del giorno

    S. Ambrogio

    Chi amministra la vita pubblica ha il potere di creare comunione, così come può alimentare le divisioni. S. Ambrogio, padre della Chiesa di Milano, scelse la via dell’unione, del superamento dei contrasti.

    Per questo fu scelto come vescovo dalla comunità milanese nel 374: tra le diverse fazioni in campo per la scelta del pastore, infatti, egli, che era prefetto della città ma era solo un catecumeno, fece da mediatore.

    Nel suo ministero si piegò sulle necessità degli ultimi e scrisse opere esegetiche, morali e spirituali. Diede forma alla Chiesa milanese e piantò il seme del suo rito liturgico particolare.

    Nato a Treviri nel 339-340, nel 370 era governatore della provincia Aemilia et Liguria; guidò la Chiesa di Milano fino alla morte nel 397. È dottore della Chiesa.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 11,28-30

    In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

     

    Riflessione del giorno

    Citiamo da F. HADJADJ, Come parlare di Dio oggi? Anti-manuale di evangelizzazione, EMP, Padova 2013, 18-19: “Mettere il “come” prima del “perché” ci fa soccombere poco a poco al fascino del telecomando. E questo succede perfino all’interno della Chiesa. 

    Molti pensano che il punto cruciale della ‘nuova evangelizzazione’ consista nell’adottare le ‘novità’, nel migliorare i metodi di comunicazione, nel padroneggiare meglio le tecnologie più recenti. È come se dubitassimo che il Vangelo in sé non funzioni abbastanza: ciò che serve è il Vangelo ‘più’ il multimediale. I nostri giorni corrono su queste rotaie. Moltiplichiamo i mezzi, ma siccome non ne conosciamo più la finalità, questi mezzi diventano dei fini. Non si sa più cosa sia importante comunicare e allora si comunica ormai solo sulla comunicazione…”.

    Nel recente sinodo che il Papa ha fortemente voluto sulla sinodalità non possiamo fare a meno di notare come anche in questo caso l’accento cada sul “metodo” più che sul contenuto, come se l’efficacia della parola del Vangelo dipendesse più dal modo con cui viene annunciata che dalla forza intima di una Parola che non passa, che ha creato ogni cosa e nella quale e grazie alla quale tutto sussiste, tutto ha senso e tutto è salvato e redento. Insomma per rifare il verso a F. HADJADJ, è come se dubitassimo che il Vangelo in sé non funzioni abbastanza…È solo un dubbio, ma non crediamo sia del tutto infondato.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché accanto alle parole d’ordine oggi di moda nella chiesa (ascolto, inclusione, partecipazione, sogno, speranza, novità, cambiamento, stereotipi, pregiudizi, dialogo, riconciliazione, condivisione, periferie, discernimento, accessibilità, equità, corresponsabilità) non dimentichiamo di metterne altre come fede, preghiera, testimonianza, fedeltà, obbedienza…

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    Martiri della rivoluzione Francese

    Martiri della Vandea 1793 – 1815

    I primi testi che trattarono del genocidio vandeano furono le memorie dei protagonisti di quei tragici eventi: il testo più celebre sono le Mémoires (1811) de Madame la marquise de la Rochejaquelein (vedi immagine sotto a sinistra), vedova di Louis Marie de Lescure e in seguito di Louis de La Rochejaquelein, la quale come sposa di due generali dell’Esercito cattolico visse in prima persona tutte le guerre di Vandea.

    Il simbolo della controrivoluzione era un cuore sormontato da croce rossa in campo bianco a simboleggiare i SS. Cuori di Gesù e di Maria, ai quali i vandeani erano molto devoti grazie alla predicazione di S. Luigi Maria Grignion de Montfort; inoltre tale simbolo richiamava anche lo stemma della Vandea, anch’esso formato da due cuori rossi (quelli di Gesù e Maria) sormontati da una corona con una croce a rappresentare la regalità di Cristo. Il motto era «Dieu Le Roi» («Dio [è] il Re»).

    In Vandea, su 800 parrocchie, i preti refractaires furono 768 e vennero sostituiti da parroci sermentées, cioè giurati, disprezzati dai vandeani. La persecuzione dei sacerdoti veri fu la prima e reale ragione dell’esasperazione vandeana. Esiste un documento del gen.

    Louis Marie Tourreau (il più feroce sterminatore giacobino) in cui si sottolinea che i preti non giurati godevano di grande autorità per 3 ragioni: per la loro integrità dei costumi, per la serietà della formazione dottrinale e infine per l’intima conoscenza e vicinanza al loro gregge. 

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