mercoledì 10 febbraio ’21

     

     

    nell’immagine un dipinto di Władysław Teodor Benda –  pittore, illustratore e designer polacco

     

     

    Va Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno (Congo)

    In visita dagli altri, apri gli occhi, non la bocca.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Dio onnipotente ed eterno, per i meriti e l’esempio di S. Benedetto, della sorella S. Scolastica e di tutti i Santi monaci, rinnova in me il tuo Santo Spirito; donami forza nel combattimento contro le seduzioni del Maligno, pazienza nelle tribolazioni, prudenza nei pericoli. Aumenta in me l’amore della castità, il desiderio della povertà, l’ardore nell’obbedienza, l’umile fedeltà nell’osservanza della vita cristiana. Confortato da Te e sostenuto dalla carità dei fratelli, possa io servirTi gioiosamente e giungere vittorioso alla patria celeste insieme a tutti i Santi. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

     

    SCOLASTICA

    ci è nota dai “Dialoghi” di S. Gregorio Magno. Vergine saggia, antepose carità e contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio Marco 7,14-23.

    Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

     

    Riflessione del Giorno (Frammenti di vita)

    I rovesci dell’esistenza lo hanno messo al tappeto, senza comprometterne però l’intelligenza che si rivela in battute al vetriolo e nella sagace ironia di chi ha capito cos’è la vita. Quel giorno, dopo aver assistito a una mia arrabbiatura contro un ospite reo di aver combinato un guaio, si era rivolto a me in tono leggermente canzonatorio: “Stia sereno e guardi la realtà dal lato giusto: se non ci fosse chi la tira matto, lei cosa ci starebbe a fare qui dentro? E con gente così scombinata, la sua immagine di benefattore non ne esce compromessa, ma rafforzata…Per questo –continua- invece di sgridarlo dovrebbe essergli grato, non le pare?”. Un punto di vista discutibile, che però arriva al bersaglio e che mi fa tornare in mente un fatto analogo di qualche anno fa: a un religioso dedicato al servizio dei più poveri ed emarginati, un collega -che evidentemente voleva togliersi qualche sassolino dalla scarpa- aveva fatto notare che “non è difficile voler bene a dei poveri diavoli così malconci da far risaltare te e le tue virtù. La carità consiste nell’amare anche chi è sopra di te e magari ti fa ombra, come alcuni tuoi compagni preti”. Insomma, quant’è scivoloso il cammino della carità e come aveva ragione Gesù a raccomandare: “non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vittime delle foibe e di tutte le stragi di ogni segno e colore.

     

    Don’t Forget:

    GIORNATA DI RICORDO DELLE VITTIME DELLE FOIBE

     

    I beati e santi della carità

    Venerabile

    Giovannina Franchi

    1807-1872

    Giovannina Franchi nacque a Como il 24-6-1807, seconda di 7 figli (5 sorelle e 2 fratelli) dei coniugi Giuseppe, magistrato del Tribunale cittadino e Giuseppina Mazza di famiglia nobile, benestanti e molto religiosi. Battezzata il giorno dopo la nascita, ricevette la Cresima a 11 anni. Passò l’infanzia a casa e l’adolescenza nell’educandato delle Visitandine di Como dal 1814 al 1824. Rientrata in famiglia si dedicò ai genitori, all’insegnamento del catechismo in parrocchia e ad associazioni cattoliche. Dopo un breve fidanzamento, conclusosi con la morte del fidanzato, a 33 anni, decise di consacrarsi al Signore. Dal 1846 si pose sotto la direzione spirituale del canonico della Cattedrale di Como don G. Abbondio Crottin che svolgeva apostolato anche tra ammalati e carcerati. Alla morte dei genitori, la madre nel 1849, il padre nel 1852, intensificò l’assistenza dei malati a domicilio. Il 27 settembre del 1853, con altre tre compagne, Nina Luigia Allegri, Lucrezia Schiavetti e Anna Maria Poletti, fondò la Pia Unione delle Sorelle Infermiere di Carità.

    Il gruppo faceva vita comune in un immobile acquistato dalla Franchi. Per concessione di Pio IX ottennero anche di poter avere un oratorio privato. Le Pie Infermiere assistevano gli ammalati a domicilio e le donne nel carcere di S. Donnino. La Serva di Dio compose per sé e le Sorelle il Metodo di vita, approvato nel 1862 dal vescovo di Como. Una Regola di vita semplice, ma basata su pochi principi fondamentali: prediligere i malati gravi, perché più soli e vicini all’incontro con Dio; considerare la presenza di Cristo nell’Eucaristia e nel sofferente; mostrarsi “insieme coraggiose e umili, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della fatica, disposte all’assistenza degli infermi e a qualunque opera di carità senza eccezione di alcun ufficio faticoso e ributtante”. Arriva a raccomandare alle consorelle “di esercitarsi nell’officio al quale vengono chiamate, fosse pure quello di scopare stanze, lavare scodelle, pulire le malate mostrando una santa allegrezza e consolazione, certe di compiere un’azione nobile e preziosa agli occhi di Dio”. Il suo carisma si può riassumere in una espressione «La carità del prossimo sia nelle Sorelle un amore universale che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno». Nell’estate 1871, mentre a Como il vaiolo nero seminava morte, lei si prodigava nell’assistenza a persone colpite dal male. Contagiata dal male, morì il 23 febbraio 1872 in concetto di santità. I funerali furono umili e silenziosi, senza concorso di popolo per precauzione a causa della diffusione dell’epidemia. Nel 2012 Papa Benedetto XVI ha riconosciuto l’eroicità delle virtù, dichiarandola Venerabile.

     

     

     

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