Mercoledì 17 agosto 2022

     

    XX Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del girono di G.K. Chesterton

    Le forze che cambiano il corso della storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo.

     

    Preghiera del giorno

    Noi canteremo gloria a Te, Padre che dai la vita, Dio d’immensa carità, Trinità infinita. Tutto il creato vive in Te, segno della Tua gloria, tutta la storia Ti darà onore e vittoria.

    La Tua parola venne a noi annuncio del Tuo dono la Tua promessa porterà salvezza e perdono. Dio s’è fatto come noi, è nato da Maria egli nel mondo ormai sarà Verità, Vita, Via. Amen.

     

    Santo del giorno

    Beatrice de Silva Meneses nacque a Ceuta (Nord Africa) nel 1424 da famiglia nobile, imparentata con la famiglia reale portoghese. La sua bellezza e la sua virtù, attirò presto i nobili castigliani; ciò suscitò la gelosia della regina Isabella che la rinchiuse per tre giorni in una cassapanca, mettendo a rischio la sua vita.

    Liberata, fa voto di castità e parte a Toledo. Si racconta che ad accompagnarla nel viaggio furono le apparizioni di san Francesco d’Assisi e di sant’Antonio di Padova; arrivata a Toledo entrò nel convento cistercense di S. Domenico, dove visse per trent’anni.

    Grazie all’appoggio di Isabella la Cattolica, futura regina di Spagna, che donò a Beatrice un palazzo in Toledo, con annessa chiesa, fondò l’ordine dell’Immacolata Concezione. Morì a Toledo il 1-9-1490 e fu proclamata santa nel 1976.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 20,1-16

    Gesù disse ai discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”.

    Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.

    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora sola e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.

    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

     

    Riflessione del giorno dagli scritti di Zigmunt Krasinski 1912

    Se io perdessi ogni illusione e conforto, ancora in Te confiderei o Signore. Se le persone che mi amano e proteggono, si mettessero contro di me, ancora in Te confiderei o Signore. Se il mondo mi rifiutasse e maltrattasse, ancora in Te confiderei o Signore.

    Se si abbattesse su di me la malvagità umana provocandomi dolore nel corpo e nell’anima, ancora in Te confiderei o Signore. Se i miei figli si scordassero di me, ancora in Te confiderei o Signore. Se tu mi togliessi la casa e i beni terreni, ancora in Te confiderei o Signore. Se morissi senza una mano che stringe per l’ultima volta la mia, ancora in Te confiderei o Signore.

    Perché Tu sei per me il primo, l’unico e il più alto amore; perché Tu mi salverai quando i miei giorni saranno contati; perché tu non abbandonerai l’opera delle tue mani, la tua creatura che piange e geme verso di te. Amen.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché viviamo il nostro oggi nella letizia di chi sa di essere amato, benvoluto e protetto da Dio.

     

    Don’t forget! Vite straordinarie

    Emmanuel Mounier – Filosofo cristiano 1905-1950

    Pubblicista e filosofo francese (Grenoble 1905 – Châtenay-Malabry, Seine, 1950), cattolico, fu allievo di J. Chevalier e dedicò uno dei primi scritti alla figura di Péguy. Nel 1932, influenzato da Berdjaev e Maritain, fondò la rivista Esprit l’organo più combattivo del movimento cattolico d’avanguardia in Francia, progetto editoriale nato dall’esigenza di rispondere alla «crisi di civiltà» che attraversava l’Occidente prospettando una «terza forza», ispirata all’umanesimo cristiano, in contrapposizione sia all’individualismo e liberalismo borghese sia al totalitarismo comunista.

    Avverso al cattolicesimo integralista di orientamento fascista (1934), teorizzò un «personalismo comunitario» in cui si fondono motivi filosofici disparati, tratti soprattutto dallo spiritualismo cristiano (Péguy, Bergson, Blondel), dall’esistenzialismo (Berdjaev, Marcel, Barth) e del marxismo. Nella sua concezione la persona non va confusa con l’individuo ed è realtà spirituale unica, irriducibile all’oggettività, immersa nella corporeità e nella concretezza storica, ma al contempo protesa verso la trascendenza.

    Confrontandosi coi condizionamenti che trova dentro e fuori di sé, la persona tende a realizzarsi in una dimensione comunitaria, attraverso una partecipazione reale e attiva alla vita democratica. Nel luglio del 1935 Emmanuel sposa Paulette Leclerq con la quale vive a Parigi, ma dopo l’invasione tedesca della Francia nel 1940, i due si trasferiscono a Lione, dove per qualche anno lui insegna materie religiose fino al 1942, quando è arrestato per il suo sostegno alla resistenza francese e liberato l’anno seguente, riprendendo a lavorare (a Parigi) e a dirigere la rivista Esprit da lui fondata.

    Nel 1938, nasce la prima figlia Françoise, che sfortunate circostanze porteranno al coma nel 1940, da cui non uscì più fino a spegnersi nel 1954. La tragedia familiare fu all’origine del deperimento progressivo di Mounier, tanto fisico quanto psicologico, stato che favorì una serie di attacchi cardiaci, l’ultimo dei quali, occorso nella notte del 22-3-1950, lo portò alla morte. Le sue principali opere sono: Révolution personnaliste et communautaire (1935); Manifeste au service du personnalisme (1936); De la propriété capitaliste à la propriété humaine (1936); L’affrontement chrétien (1945); La petite peur du XXe siècle (1948) ecc.

    Altre opere sono state pubblicate postume. Egli non fu solo un grande pensatore, ma un cristiano coerente con la sua fede in tutte le sue scelte e in questo senso la sua è stata una vita e una mente straordinaria che continua a parlare agli uomini del nostro tempo.

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