XXV Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Oscar Wilde
«Le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni.»
Preghiera del giorno
Mio Dio, fa’ che tutti i giorni della mia vita, docile alla grazia dello Spirito Santo e fedele ai miei doveri, compia le disposizioni della tua volontà, affinché per te e per te solo, io cresca in Gesù Cristo, mediante la verità nella carità e mi rallegri di dare gloria al tuo santo nome. Amen.
Santo del Giorno
S. Matteo Apostolo
Matteo, il cui nome significa ‘dono di Dio’, fa parte dei dodici apostoli. La tradizione è concorde nell’attribuirgli la paternità del 1° vangelo. Sempre la tradizione dice che partito dalla Palestina, si recò poi in Etiopia o in Persia, in Siria e forse persino in Irlanda.
Non si hanno notizie circa la sua morte. Dal suo Vangelo scopriamo che Matteo è un giudeo convertito che ha scritto un vangelo rivolto ai giudeo-cristiani e il suo ambiente d’origine è la Palestina o la Siria. I Padri della Chiesa rilevano 3 sue caratteristiche: l’obbedienza nel rispondere all’invito di Gesù; la generosità nell’abbandonare tutto; l’umiltà nel definirsi peccatore.
Per il Vangelo di Matteo Gesù è anzitutto il Maestro. La parola ultima non è quella di Mosè, né la tradizione dei padri, bensì la parola di Gesù. Scrivendo per una comunità giudeo-cristiana, il vangelo di Matteo dà molta importanza al problema della continuità con l’A.T.
Parola di Dio del giorno Matteo 9,9-13
Mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».».
Riflessione del giorno di S. Charbel Makhlouf sulla famiglia
La famiglia è la base del progetto del Signore e le forze del male stanno concentrando tutto il loro potenziale per distruggerla perché sanno che distruggendo la famiglia verranno scosse le basi del progetto divino.
La guerra del Maligno contro il Signore è la sua guerra contro la famiglia, e la guerra del Maligno contro la famiglia è il fulcro della sua guerra contro il Signore, perché la famiglia è l’immagine di Dio, dall’inizio della creazione di questo universo.
Il Maligno si sta concentrando sulla distruzione della famiglia, la base del progetto di Dio. Custodite le vostre famiglie e tenetele lontane dagli schemi del Maligno attraverso la presenza di Dio in loro. Proteggetele e custoditele mediante la preghiera e il dialogo, la comprensione e il perdono reciproco, l’onestà e la fedeltà, e soprattutto l’ascolto.
Ascoltatevi con le orecchie, con gli occhi, con il cuore, con la bocca e con i palmi delle mani e tenete il fragore del rumore del mondo lontano da casa vostra perché è come una tempesta furiosa e un’onda violenta – una volta entrate in casa spazzeranno via tutto e disperderanno chiunque. Preservate il calore della famiglia, perché quello del mondo intero non può compensarlo.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per le nostre famiglie perché custodiscano l’immagine divina impressa in ognuna di loro dall’origine del mondo e tengano lontano il male.
Don’t Forget! Storia dei Martiri cristiani
I martiri della rivoluzione francese
32 Suore Martiri di Orange 6 / 26 luglio 1794
Il martirio di queste 32 religiose avvenne nel periodo del Terrore (autunno 1793 estate 1794) quando funzionarono i tribunali straordinari, dei quali uno fra i più spietati fu quello di Orange nella Francia di sud-est: dal 17-6 al 5-8-1794, in soli due mesi il tribunale speciale giudicò 595 persone e ne condannò alla ghigliottina 332, fra cui 36 preti e 32 religiose.
Le suore rastrellate nella piana del Rodano, furono portate nella prigione di Orange, detta “La Cure”; del gruppo facevano parte 2 Cistercensi, 1 Benedettina, 16 Orsoline e 13 Sacramentine. Nella prigione esse continuarono ad esercitare le pratiche della vita conventuale.
Dopo un paio di settimane le suore, condannate a morte, furono portate sul patibolo a piccoli gruppi giorno dopo giorno, fra le urla di “Viva la Nazione” e di “Viva la Repubblica” della plebaglia che assisteva alle esecuzioni. Le suore tennero un comportamento eroico, come è stato testimoniato da chi sfuggì al massacro.
Le esecuzioni si prolungarono per tre settimane, finché morì anche l’ultima. I loro corpi furono sepolti a Gabet presso Orange e fin da subito il luogo divenne meta di pellegrinaggi di numerosi fedeli attratti dalla fama di santità delle religiose.
Autore: Antonio Borrelli
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