mercoledì 22 settembre ’21

     

    25a Settimana del tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno – di Paulo Coelho

    Non ti arrendere mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta.

     

    Preghiera del giorno – di Alexander Heidler

    Mio Dio, fa’ che noi ti vediamo in tutte le cose che tu hai creato e che ti cerchiamo al di sopra di tutte le cose, e che ti amiamo al di sopra di tutte le creature.

    Tutto ciò che è vero che è buono, che è bello che porta gioia nelle tue creature, deve ricordarci te, Amore eterno. Per tutti i tuoi doni lascia che ti ringraziamo; ogni cosa, anche la più piccola, è un riflesso della tua grandezza e deve rallegrarci.

    Fa’ che non dimentichiamo che tutto ciò che è bello e amabile nella tua creazione è un preannuncio di ciò che ci aspetta e godremo in te nell’eternità. Amen.

     

    Santo del giorno

    SS. MAURIZIO, CANDIDO, ESSUPERIO, VITTORE.

    Martiri della Legione Tebea Abbiamo loro notizie da Euleterio, vescovo di Lione, che racconta di centinaia di soldati martiri capitanati da Maurizio.

    Questi soldati, appartenenti alla legione “tebea” di Massimiano Erculeo, furono sterminati perché si rifiutarono di andare in Gallia a perseguitare cristiani.

    Dalle ricerche storiche, risulta che, prima della grande persecuzione di Diocleziano, attorno al 286, Massimiano Erculeo intraprese una spedizione in Gallia.

    Alcuni soldati della legione, probabilmente una coorte capitata da Maurizio, si rifiutarono di celebrare in onore degli dei pagani e furono martirizzati presso Agaunum, nel Vallese.

    In proprio in questa regione, dove loro culto è molto antico, nel 1893 sono tati ritrovati i resti di una basilica a loro dedicata e risalente a quell’epoca.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 9,1-6

    Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.

    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite.

    Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».

    Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

     

    Riflessione del giorno (Madre Teresa di Calcutta)

    Il giorno più bello? Oggi.

    L’ostacolo più grande? La paura.

    La cosa più facile? Sbagliarsi.

    L’errore più grande? Rinunciare.

    La radice di tutti i mali? L’egoismo.

    La distrazione migliore? Il lavoro.

    La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.

    I migliori professionisti? I bambini.

    Il primo bisogno? Comunicare.

    La felicità più grande? Essere utili agli altri.

    Il mistero più grande? La morte. 

    Il difetto peggiore? Il malumore.

    La persona più pericolosa? Quella che mente.

    Il sentimento più brutto? Il rancore.

    Il regalo più bello? Il perdono.

    Quello indispensabile? La famiglia.

    La rotta migliore? La via giusta.

    La sensazione più piacevole? La pace interiore. 

    L’accoglienza migliore? Il sorriso. 

    La miglior medicina? L’ottimismo.

    La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto. 

    La forza più grande? La fede.

    La cosa più bella del mondo? L’amore.

    La persona più pericolosa? Quella che mente.

    Il sentimento più brutto? Il rancore.

    Il regalo più bello? Il perdono.

    Quello indispensabile? La famiglia.

    La rotta migliore? La via giusta.

    La sensazione più piacevole? La pace interiore. 

    L’accoglienza migliore? Il sorriso. 

    La miglior medicina? L’ottimismo.

    La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto. 

    La forza più grande? La fede.

    La cosa più bella del mondo? L’amore.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per gli anziani delle R.S.A. che tanto hanno sofferto a causa della pandemia, perché non siano lasciati soli e sentano la vicinanza dei parenti e la solidarietà della comunità cristiana.

     

    Don’t forget! Storia dei martiri cristiani

    AFRICA 1631: lo sterminio dei Cristiani di Mombasa

    Sx: YUSUF AL-HASAN CHINGULIA – Dx: CITTÀ DI MOMBASA IN ANTICA STAMPA

    Nell’Africa Orientale una intera comunità pagò con la vita la sua fedeltà alla fede cristiana. Nell’anno 1631 MOMBASA, (oggi in Kenya), era una piazzaforte militare portoghese a metà strada sulla rotta delle Indie: i Portoghesi vi giunsero con Vasco da Gama nel 1498, la occuparono e la trasformarono in un avamposto di mare, coi militari della guarnigione, avventurieri, naufraghi e mercanti europei, africani, arabi, asiatici.

    La popolazione era in maggioranza musulmana, ma c‘era anche una fiorente e fervorosa comunità cristiana, formata metà da portoghesi e metà da nativi.

    Dal 1597 Mombasa era curata pastoralmente dagli agostiniani portoghesi che avevano educato nella fede cristiana il principe Gerolamo Chingulia che regnava in nome del re portoghese. Da tempo però Chingulia aveva dentro di sé rinnegato il battesimo e aderito alla fede dei suoi avi.

    Proponendosi di cacciare i portoghesi, il 16-8-1631 il principe riuscì ad introdursi nella fortezza e coi suoi armati, sorprese e uccise la guarnigione: i soldati si diedero al saccheggio, mentre i cristiani scampati si raccolsero nella chiesa.

    Nei giorni seguenti inutilmente i 3 padri agostiniani della missione di Mombasa, Antonio della Natività, Antonio della Passione e Domenico della Natività, cercarono di indurre Chingulia a lasciar liberi i cristiani: il re in cambio della vita pretendeva che abbracciassero l’islam.

    Ma i superstiti, sia portoghesi che nativi, incoraggiati dai Padri, decisero di rimanere fedeli a Cristo. Il 21 agosto il re fece chiamare davanti a sé i tre religiosi e tutti gli uomini rifugiati in chiesa e li fece massacrare. Se ne salvò soltanto uno, perché apostatò.

    Poi fu la volta delle donne e dei bambini asserragliati in chiesa: il re fece sapere loro che li avrebbe risparmiati e inviati alla vicina isola di Pate, dove c’era una guarnigione portoghese.

    Così una colonna di donne, ragazzi e bambini si avviò verso il porto dove però li attendevano i soldati che infierirono su di loro uccidendoli a colpi di spada, di remi, di bastoni.

     

     

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