Frase del giorno (Proverbi Latini)
Beneficium accipere libertatem vendere est. (Accettare un favore è vendere la propria libertà).
Preghiera del giorno (Preghiera di S. Agostino)
Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque; è in rovina: restaurala; ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te? Purificami, Signore dalle mie brutture, ignote a me stesso, e risparmia al tuo servo le brutture degli altri (Confessioni I, 5, 6)
Agostino. Nasce a Tagaste Numidia nel 354 da piccoli proprietari terrieri. Dalla madre riceve educazione cristiana, ma abbraccia la filosofia manichea. Nel 387 a Milano conosce S. Ambrogio e riceve il battesimo. Torna in Africa col desiderio di creare una comunità di monaci; dopo la morte della madre va a Ippona, dove è ordinato sacerdote e vescovo. Le sue opere teologiche, mistiche, filosofiche sono tra le più importanti nella storia della chiesa e del pensiero occidentale tanto da meritare il titolo di Dottore della Chiesa. Mentre Ippona è assediata dai Vandali, si ammala gravemente. Muore il 28-08-430. I suoi resti sono a S. Pietro in Ciel d’Oro a Pavia.
Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 23,27-32
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
Riflessione Per Il Giorno (S. Agostino)
Contro la superbia, madre dell’invidia, principalmente lotta tutta l’ascesi cristiana. Questa insegna l’umiltà, con la quale si consegue e si custodisce la carità, di cui sta scritto: La carità non è invidiosa. E, come se gli andassimo a chiedere il motivo per cui non è invidiosa, subito aggiunge: La carità non si gonfia. (1Cor 13, 4) È come se dicesse: Non è invidiosa perché non è superba. Il Maestro dell’umiltà, Cristo, cominciò con l’annientare se stesso prendendo la forma di schiavo, diventando simile agli uomini e, quanto all’aspetto esterno, riscontrato effettivamente come un uomo. Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e morte di croce. (Fil 2, 7-8) Quanto poi alla sua dottrina, chi potrà spiegare con linguaggio semplice con quanta solerzia ci inculchi l’umiltà e come insista fortemente nel comandarla? E chi riuscirà a raccogliere tutte le testimonianze che illustrano questo argomento? Per portare a termine una tale impresa o solo per provarci, occorrerebbe scrivere un libro a parte proprio sull’umiltà. Mentre l’argomento di quest’opera è un altro: e dell’umiltà ci si occupa solo perché da un bene così grande deve, con ogni cura, essere tenuta lontana la superbia.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i teologi e tutti gli studiosi della Parola di Dio.
Don’t forget!
Il Personaggio della settimana
I Santi della Carità
Beato Giovanni Battista Scalabrini
Nato a Fino Mornasco (Como) l’8-7-1830, GIOVANNI BATTISTA SCALABRINI fu ordinato sacerdote il 30-5-1863 e fu chiamato ad insegnare nel Seminario Minore di Como, di cui divenne rettore dal 1867 al 1870; nel 1870 venne nominato parroco della parrocchia operaia di S. Bartolomeo ma il 30-1-1876 a soli 36 anni venne consacrato vescovo di Piacenza, dove rimarrà fino alla morte. Acuto osservatore ed attento interprete della realtà umana contemporanea, fondò un Istituto per sordomuti, un organismo di assistenza per le mondine, società di mutuo soccorso, casse rurali. Indirizzò ben 72 lettere pastorali alla Diocesi, per il cui funzionamento, visitò cinque volte le 365 parrocchie, recandosi di persona in tutte, anche le più sperdute sull’Appennino emiliano. Celebrò ben tre Sinodi diocesani che da oltre un secolo e mezzo non si erano più tenuti; valido sostenitore dell’Azione Cattolica; diede vita al periodico “Il Catechista cattolico”, prima rivista italiana per la diffusione del catechismo e che si pubblica tuttora. Organizzò a Piacenza il primo Congresso catechistico nazionale; ma la sua memoria resta legata in particolare alle sue illuminanti soluzioni pastorali per l’emigrazione. Impressionato dalla vista di una folla di derelitti che si imbarcavano per l’America, dove una volta sbarcati venivano trattati come merce di esportazione, rimanendo di fatto sprovvisti di ogni assistenza, cercò di sensibilizzare tutti al problema dell’emigrazione. Visto che non otteneva significativi risultati, passò dalla parola all’azione diretta, fondando il 28 novembre 1887 la congregazione dei Missionari di S. Carlo (Scalabriniani) con l’intento di dedicarsi completamente all’assistenza spirituale dei numerosi italiani emigrati in America, nel contempo istituì prima un Comitato di patronato per provvedere alla tutela degli interessi materiali degli emigrati, che divenne poi la Società S. Raffaele, suddivisa in Comitati locali. La sua Fondazione ebbe l’approvazione della S. Sede il 14 novembre 1887, iniziando il 28 con appena tre sacerdoti per una moltitudine di emigrati, ma l’anno successivo, la prima spedizione era già di 10 missionari. Oggi i Missionari di S. Carlo, sono oltre 700 presenti in 25 Nazioni, nei cinque continenti. Approvò nel 1900 le Apostole del S. Cuore, fondate da s. Francesca Saveria Cabrini, che indirizzò verso lo scopo delle Missioni fra gli emigranti. A muovere la grande volontà di questo gigantesco Pastore è prima di tutto una tensione continua alla perfezione cristiana, alla carità perfetta. Ebbe un intensa vita di preghiera ed ascetica, dedito alla meditazione, denso di pietà eucaristica che andava dalla celebrazione intensa della Messa, alla adorazione anche notturna, alle frequenti ‘visite’ giornaliere. Un altro merito che bisogna riconoscergli è di essere stato acceso anticipatore della Conciliazione con il suo intervento per una felice soluzione della ‘Questione Romana’: pubblicò anonimamente nel 1885, ma in pieno accordo con papa Leone XIII, un opuscolo sull’argomento ‘Intransigenti e transigenti’. Cominciava a prepararsi alla sesta visita pastorale alla vasta diocesi, nonostante già sofferente da tempo, quando aggravatosi improvvisamente, fu sottoposto ad intervento chirurgico, ma non superando la grave crisi che lo porterà alla morte il mattino del 1° giugno 1905, nella sua sede vescovile. E’ stato beatificato il 9 novembre 1997 da papa Giovanni Paolo II.
nel’immagine un dipinto di Nicolas Party
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