Ottava di Natale
Aforisma del giorno di Dante Alighieri
Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza.
Preghiera del giorno di S. Buonaventura
Signore Gesù, da grande e ricco che eri, ti sei fatto piccolo e povero; hai scelto di nascere in una stalla, di essere fasciato in poveri panni, di essere deposto in una mangiatoia.
Abbraccia, anima mia, quel divino presepio. Medita le veglie dei pastori, contempla il coro degli Angeli e canta con loro: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà». Amen.
Santo del giorno
S. Davide Re
Davide dominò la storia di Israele dalla prima metà dal X sec. a.C. Riuscì ad abbattere il gigante Golia, a ridare fiducia alle tribù d’Israele e a raccoglierle in un solo popolo forte e rispettato.
Ma è anche l’uomo che peccò davanti al Signore e seppe però riconoscere le sue colpe e chiederne perdono.
A lui il Signore assicurò una posterità eterna (2 Sam 23,5), perché dalla sua discendenza sarebbe nato il Salvatore, il vero Re che avrebbe portato la salvezza fino ai confini della terra, raccogliendo tutte le genti in un unico Israele.
Gesù è definito “figlio di David” (Mt 22,41-45), “nato dalla sua stirpe” (Lc 1,27; Rom 1,3). In Davide la promessa del Salvatore si storicizza e l’Incarnazione del Verbo acquista tratti sempre più concreti.
La Parola di Dio del giorno Luca 2,22-35
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Riflessione del giorno (Nuove Lettere di Berlicche)
“Dio, l’origine e il destino di tutto, ciò di cui tutte le cose, ultimamente, sono fatte, per aiutare l’uomo, si è reso compagnia all’uomo, è diventato compagnia umana: è entrato nella vita stessa dell’uomo con forma umana. Questo è Gesù Cristo: Dio fatto carne, Dio fatto uomo. (Luigi Giussani, “È, se opera” (30Giorni, ottobre 1993)
Il punto è esattamente questo: se ci sia un modo per portare Giustizia nel mondo (quella di cui noi non siamo capaci). Se ci sia un modo per portare Verità nel mondo (quella di cui noi non siamo capaci). E quindi la Bellezza (che è lo splendore della Verità).
E quindi la Libertà (perché la Verità rende liberi). Ebbene, il Natale è la risposta. Ci dice che il modo per portare nel mondo tutta questa Giustizia, questa Verità, questa Bellezza, questa Libertà è stato un bambino, che era tutte queste cose; che è tutto questo, perché o il Natale è un avvenimento dell’oggi, è vero oggi, o è solo una favola che non può darci niente se non un momento passeggero d’illusione.
Ma la risposta al nostro desiderio, al nostro infinito desiderio di bene, può essere un’assenza? Buon Natale a tutti.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché il Natale porti giustizia, verità, libertà e bellezza di una vita trasfigurata dalla fede.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
Si è già sottolineato come tragica conseguenza della Riforma Protestante e della controriforma siano state le guerre di religione che provocarono vere e proprie stragi da parte cattolica nei confronti dei calvinisti (Ugonotti francesi) come quella di S. Bartolomeo compiuta nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 ai danni degli ugonotti a Parigi, una strage che produsse fra i 5.000 e i 30.000 morti.
Di meno si parla della violenza dei calvinisti che spesso fomentarono persecuzioni e ostilità contro i cattolici. Di solito la lotta e la persecuzione avevano un motivo politico a cui si aggiungeva quello religioso.
La strage di S. Bartolomeo
Così l’Olanda che diventava man mano calvinista, era soggetta all’Impero spagnolo di Filippo II: la lotta che le Province del Nord intrapresero per l’indipendenza contro la cattolica Spagna, si risolse a loro favore.
Per questo i calvinisti olandesi esiliati, si associarono ad avventurieri e pirati, prendendo il nome di Gheusi, con uno spiccato odio contro sacerdoti e religiosi.
La strage dei martiri di Gorcum
Fra l’aprile e il giugno 1572 i Gheusi s’impadronirono delle di Brielle, Vlissingen, Dordrecht e Gorcum: qui vinsero la resistenza della guarnigione del castello, in cui si erano rifugiati i francescani, il parroco e i fedeli.
Contrariamente a quanto promesso nelle trattative, imprigionarono gli 11 francescani, fra i quali c’era anche il parroco di Gorcum: a loro si aggiunsero un canonico di S. Agostino e un domenicano che voleva dare loro i sacramenti.
Dopo un periodo di detenzione, risultati vani i tentativi dei cattolici di liberarli, furono trasportati da Gorcum in altre città, su una barca che veniva fermata in vari luoghi per ricevere offese e insulti dai calvinisti.
A Brielle incontrarono Lumey, capo dei Gheusi e nemico fanatico di cattolici e preti; furono sottoposti a tormenti e insulti. Ripetutamente sollecitati con violenza ad abbandonare la fede cattolica, al loro rifiuto, sebbene Guglielmo d’Orange raccomandasse di non molestare preti e religiosi, Lumey accelerò la morte dei 19, e li fece impiccare il l9 luglio 1572 a Brielle.
I martiri di Gorcum furono beatificati nel 1675 da papa Clemente X e canonizzati da papa Pio IX nel 186 e a conseguenza di quella strage Gorcum divenne meta di pellegrinaggi.
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